Autore: L. R.

Una festa fotocopia di tante altre, con i soliti comportamenti sdolcinati alla ricerca di pace e serenità a basso prezzo. È la Pasqua di tanti, di troppi: un pranzo insieme, un ramo di ulivo, un uovo di cioccolato, la pastiera… e il giorno dopo? Tutto come prima! Una ricorrenza che non incide sulle scelte, sugli orientamenti della nostra esistenza, che non semina nostalgia per un futuro diverso: è una parodia della festa cristiana. Intanto nessuno mette in dubbio che ci sia bisogno di un Salvatore. Nonostante si parli tanto di progresso, questa diffusa e costante aspirazione s’imbatte in una radicata…

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Filippo, sempre attento a trovare le espressioni più appropriate quando si tratta di comunicare concetti difficili o idee mai espresse, afferma: “Nessuno di noi ha visto il processo della risurrezione. Possiamo soltanto ricorrere a qualche analogia per tentare di chiarircelo. Mi pare che l’immagine più adeguata sia quella del chicco, tante volte utilizzata dal Maestro nelle parabole, che si trasforma in stelo e spiga, una nuova vita. Dall’annunzio che hanno ricevuto le donne possiamo dedurre che sia qualcosa di già accaduto, perché il Nazareno non sta risorgendo e nemmeno risorgerà in futuro, ma è il Risorto, più che una speranza,…

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Dopo aver reso grazie, Pietro prende la coppa, la porge agli altri e tutti ne bevono. Mentre i commensali si passano il calice, egli ricorda le ultime parole pronunziate dal Maestro in questa circostanza e, come per un’illuminazione interiore, le ripete ad alta voce: Il raccoglimento dura alcuni minuti, improvvisamente tutti prorompono in coro: ”Pietro, hai avuto una splendida idea a rievocare il gesto di Gesù. Egli ci ha invitato a farlo per ricordarlo. Perché non ci proponiamo di ripeterlo e porlo a fondamento della nostra identità di seguaci del Nazareno? Il giorno della sua resurrezione ci consente di procedere…

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Pietro, che ha ascoltato con evidente interesse senza intervenire, elogia tutti per il contributo alla discussione e per la molteplicità delle questioni affrontate e delle quali anch’egli ritiene opportuno tener conto nell’azione di apostolato. Ricorda però che il loro annunzio deve essere innanzitutto la persona di Gesù, i suoi detti e le sue azioni dai mesi di residenza a Cafarnao, quando la cittadina diventa centro della sua attività. Ubicata sulla riva nord-occidentale del lago, è il maggior centro per i pescatori della zona; infatti, rifornisce di pescato l’entroterra. Stazione doganale, dove Matteo-Levi ha fatto il gabelliere, riveste una certa importanza…

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Il gruppo delle donne con Maria, la madre, è in prossimità dell’abitazione dove si trova Pietro. Sono le primi ad arrivare. Matteo e Giovanni, impegnati a chiarire alcuni punti relativi alla conversazione della sera precedente, sono ancora in cammino. Andrea e Filippo, inseparabili, deviano verso Gerusalemme per incontrare un gruppo di ellenisti prima di raggiungere gli altri. Sono gli stessi greci che avevano sollecitato Filippo a presentarli al Maestro; questi, pur consapevole che la loro richiesta era motivata soprattutto da curiosità, aveva accettato ritenendo di poter seminare in loro un seme che avrebbe portato in ogni caso frutti, situazione, pensa…

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Andrea interviene per trarre tutti dall’evidente imbarazzo e chiede a Giacomo: “Gesù ha mai avuto un collegamento col sacerdozio?” Giacomo il minore smentisce qualsiasi riferimento a una discendenza levitica o sacerdotale; invece conferma la voce, diffusasi durante il ministero, che Gesù sia di discendenza davidica: “Era un laico religiosamente impegnato; alla ristretta cerchia di sacerdoti, i quali controllano il potere decisionale in Israele, questa sua attività ha dato la sensazione che fosse intenzionato a minare le loro prerogative”. Nella conversazione s’inserisce Tommaso, il quale propone in sintesi la vita del Maestro sostenendo di voler mettere insieme ricordi personali, testimonianze acquisite…

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Il gruppo di viaggiatori è giunto a casa di Lazzaro, bussano ansiosi di poter parlare con Giacomo il minore, il quale aveva accompagnato Maria, la Madre di Gesù. Ormai sulla quarantina, egli era chiamato così perché aveva qualche mese meno del fratello di Giovanni. Figlio di Maria di Cleofa e originario di Nazaret, per via di Giuseppe tutti lo conoscevano come il fratello di Gesù, col quale in passato aveva avuto molto da dire. Gli apostoli vorrebbero parlare con la Madre di Gesù. Lazzaro risponde che è preferibile farla riposare; ancora non si era ripresa dalla stanchezza fisica e dalla…

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Giovanni richiama l’attenzione e riprende la lettura del papiro scritto da Giuda. . Simone lo zelota, nel silenzio generale, prende la parola: ”Devo aggiungere un particolare, che ho appreso da miei antichi compagni di avventura e di fede. Come voi sapete, Gesù è stato condannato per essersi chiamato re dei Giudei, anche se non ricordo che egli abbia mai usato questa espressione in pubblico; invece ha spiegato a noi in privato la sua idea a proposito del Regno. Ebbene, il vero tradimento di Giuda, al quale fino ad ora non ha fatto riferimento nel papiro, è l’aver rivelato a coloro…

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Mentre le donne continuano ad interrogare la madre di Gesù e la sollecitano a raccontare altri episodi della vita di suo Figlio, Giovanni e Tommaso decidono di mettersi in viaggio per Betania dopo aver salutato gli amici rimasti in casa della moglie di Cusa. A debita distanza li segue Maria Maddalena, intenzionata a rispettare l’impegno assunto con Didimo. La meta non è molto lontana; anche se da poco è passata l’ora sesta, procedono senza fretta e intessono subito un’accesa conversazione circa l’ambiente culturale nel quale ha operato il Maestro, sul messaggio dei profeti e sul relativo significato. Sono così presi…

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“Maria la tua vita non è stata mai facile, stretta tra due mondi, quello della tradizione, che respiravi nella casa dov’eri costretta a vivere, e quello di Gesù al quale volevi appartenere, soprattutto per proteggerlo”. Esclama la Maddalena. “La popolarità di mio Figlio, già dai primi giorni, aveva determinato reazioni contrastanti. Le folle stravedevano per lui, mentre le autorità cominciarono a temerne la fama. A Nazareth arrivavano notizie non sempre rassicuranti e inviti a intervenire per evitare ripercussioni negative su tutto il parentado di Giuseppe. Dopo l’inizio della missione di Gesù, ero andata a vivere con la famiglia del fratello…

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