La liturgia della terza domenica di Pasqua ha invitato a riflettere su come dalla fede pasquale del Cristo risorto scaturisca il senso vivo della Chiesa comunità missionaria, occasione per considerare la metodologia sinodale. Nella prima lettura viene esaltato il coraggio della testimonianza cristiana: “bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”, il Signore parla attraverso la voce della coscienza (Atti 5,27b-32.40b-41), una felice opportunità per procedere come Pietro. Pochi giorni prima aveva detto: “non lo conosco”, ora coraggiosamente egli risponde testimoniando i valori evangelici della dignità, libertà, apertura all’infinito. Accetta la vocazione di figlio di Dio e Gesù intesse un…
Autore: L. R.
In questo periodo pasquale la nostra non può essere una vita statica e stagnante, segnata da stanche ripetizioni, generatrici di monotonia. L’esperienza liturgica della scorsa settimana invita a consolidare in noi la certezza che qualcosa di stupendo è accaduto. Cristo ha riportato per sé e per noi la definitiva vittoria sulla morte, motivo di gioia e di pace, dono ai discepoli. La nostra fede è tutta qui. Non è facile credere perché l’esperienza della malattia, della morte, dei condizionamenti dalla realtà sensibile inducono a ripetere, come dichiara l’apostolo Tommaso, “se non vedo, non credo”. Ma possiamo vivere accettando solo ciò…
La prima lettura della Liturgia della Parola nella V domenica di Quaresima ha invitato a meditare il monito del profeta Isaia: “non ricordate le cose passate, non pensate più alle cose antiche” (Isaia 43,16-21). Egli si rivolge al popolo d’Israele in esilio, deportato a Babilonia e lo incita a sperare nel Dio dei padri, sempre fedele in situazioni che sembrerebbero senza speranza per il disagio interiore generato dalla schiavitù morale, civile e politica. La liberazione é novità di vita. Afferma il profeta: “ecco, faccio una cosa nuova: essa già germoglia, non ve ne accorgete? Nella seconda lettura Paolo parla del…
Riconciliazione significa vedere la vita con gli occhi di Dio, il quale prende l’iniziativa perché è Padre. La liturgia della Parola della scorsa domenica ha invitato a riflettere sul dono di una patria, di una casa, di una personalità, tutti elementi da considerare per operare nell’unico modo umanamente razionale e ricercare finalmente la pace dopo un mese di bombe, distruzioni e doloroso esodo di innocenti. Il Dio al quale rivolgersi perché illumini in questa tragica congiuntura è il “prodigo” padre della parabola raccontata da Gesù. Il suo amore non è permissivo o autoritario. Si comportano in questo pessimo modo genitori…
Per dare parvenza di rispettare le posizioni più disparate da settimane nei salotti televisivi si trascina un dibattito che conferisce ai partecipanti la sensazione di essere pervenuti allo status di esperti militari, versati nella tattica e nella strategia, abili psicologi che sanno leggere nella mente di un capo isolatosi ed inavvicinabile. Tanti di loro sono pronti a decidere in nome e per conto di un popolo che, invece, sta dichiarando concretamente sotto le bombe che la sua principale aspirazione è la libertà di decidere. Si dà la parola anche a chi è pronto a mistificare ogni evidenza pur di sostenere…
Per ridare senso alla vita in questi giorni di guerra unica prospettiva di vittoria è avere un cuore pieno di amore perché, come ha detto Gandhi “un uomo vale quanto vale il suo cuore”, invito a coltivare la speranza ed operare per il bene nella casa comune, dove sperimentare con i fratelli la pace. La nostra esistenza diventa vitale quando segue le ispirazioni del cuore grazie al quale si producono i frutti buoni della morale evangelica, che è etica della fecondità, della parola che consola, del sorriso che dà gioia. Così il Signore libera e fa passare dalla terra di…
Esperienze traumatiche inducono a ritenere che non siamo più nei pensieri di Dio e dimentichiamo che egli è come una madre, anzi più di una madre! Ne deriva il radicarsi di una sorta di paura per un domani apocalittico perché privati del nutrimento e del vestito. Il timore di essere dimenticati genera angoscia; ancora più traumatica è l’esperienza di un distruttivo confronto armato causato dalla prepotenza di alcuni. A queste angoscianti esperienze Gesù risponde invitando ad osservare con attenzione la creazione nella quale siamo inseriti e con la quale intessere un rapporto armonioso. L’evangelista Luca (6, 39-45) descrive con parole…
Il discorso che la Parola di Dio propone si svolge sulla linea del paradosso per l’invito a porgere l’altra guancia a chi ha affibbiato uno ceffone, a dare la tunica a chi ci spoglia del mantello. In un momento come l’attuale, in cui forza, violenza, aggressività si ritiene siano le opzioni per risolvere problemi, il passo del Vangelo può apparire un’assurda provocazione. C’è sempre stato chi ha cercato di annacquare il precetto di Gesù “amerai il tuo nemico”, traducendolo con “non odierai il tuo nemico”. La Buona Novella non si coniuga con riferimenti alle proibizioni, al divieto, ma sollecita a…
Dopo una settimana di canzoni e provocazioni e l’invito a non trasformare le convinzioni in convenzioni, dedichiamo qualche minuto a riflettere sulla liturgia della Parola di questa domenica, che invita a pronunciare un sì alla vocazione cristiana. Sono stati sette giorni, quelli appena trascorsi, di parole e di musica. Per la verità più parole che musica per cui veramente armonico è risultato più il discorso di Mattarella al Parlamento che lo ha rieletto presidente, un discorso non gridato, ma denso nel denunciare i problemi che assillano il paese e nel proporre alcune soluzioni. Egli lo ha declamato cadenzando la sua…
Nella prima lettura della Liturgia della Parola della scorsa domenica si afferma che Dio conosce l’uomo prima che nasca e per lui ha già chiaro un progetto: insegnargli l’arte dell’amore. Ma quale? Quello descritto da Paolo nella seconda lettura col famoso elogio della carità. L’apostolo precisa che il suo concetto di amore viene espresso col termine “agape”, molto più intenso e onnicomprensivo rispetto a “eros” perché riflesso dell’amore di Dio in noi. Tutto ciò viene rivelato da Gesù, che annunzia la liberazione dell’uomo, ma non domani o in un futuro più o meno prossimo, bensì oggi. Gli abitanti di Nazareth…