Autore: L.R.

Questo settembre la diocesi di Vallo è stata benedetta da un dono prezioso: tre nuovi presbiteri. Qualcuno potrebbe dire: ebbene, quale la particolarità? Erano decenni che tre cilentani non ricevevano l’ordine del presbiterato. Da qui il piacere di notare la circostanza e fare gli auguri ai novelli ordinati di essere per la comunità ciò che il nome indica e significa: presbiteroi, componenti del gruppo dei “più anziani”, anche se giovani ventiquattrenni come uno di loro. Non é un ossimoro! Giovane prete non rimanda alla funzione di amministratore del sacro, ma richiama il carattere che plasma un individuo e ne segna…

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Dopo le indiscrezioni di fine agosto circa l’imminente nuova enciclica di papa Francesco “sul tema della fratellanza umana”, sappiamo che, dopo la Lumen fidei del 2013 e la Laudato si’ del 2015, il 3 ottobre ad Assisi egli firmerà la sua nuova lettera pastorale sull’importanza e sulla necessità della fraternità. Alla curiosità per il documento si aggiunge la commossa gratitudine per il pontefice, per nulla scoraggiato dalle tante manifestazioni di egoismo sperimentate durante i giorni della pandemia, alle quali egli continua ad opporre una indefettibile cosmica fraternità, che ricorda quella che ha reso popolare e vincente San Francesco. In attesa…

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EPIGRAFE Nel novero complessivo dei pitagorici molti, come è ovvio, sono rimasti sconosciuti e anonimi, ma di quelli che si conoscono, i nomi sono i seguenti. Di Posidonia: Atamante, Simo, Prosseno, Cranao, Mie, Batilao, Fedone. (Giamblico “Vita Pitagorica”)Ed anche per te, maestro Atamante, figlio della città di Posidonia che dei duecentodiciotto di Giamblico traesti il nome … canterò il mio canto che oltre spiegandosi le fonti che non dicono, alto si leverà al vento impetuoso della tua sapienza pitagorica e vantando alla tua nobile città le radici io nel tempo degli dei benigni, mi farà tuo discepolo fedele e tu…

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La mia abitazione è collocata al centro del paese, dove dopo la fine della quarantena si svolge la “movida”. Dalle undici di sera, una fiumana di giovani e di ragazzi fluisce verso la piazza e per due o tre ore forma vocianti gruppi e gruppuscoli. Così si propaga l’eco indistinta di un coacervo più o meno consapevole di domande che attendono risposte di senso. Una notte ho avuto la sensazione che quei rumori si trasformassero in ossessivo ripetersi del passo dell’Apocalisse circa i limiti di Laodicea, comunità ecclesiastica che racchiude nel nome la sua ricerca del diritto del popolo, dimentica,…

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Nei paesi della diocesi il fascismo si affermò non per la vittoria dello squadrismo agrario contro organizzazioni socialiste e cattoliche, ma per la debolezza della vita civile e il conformismo trasformista della classe dirigente. Le tensioni sociali furono contenute restaurando la prassi contrattuale e la contadinizzazione di vaste aree; diminuirono tendenzialmente le dimensioni aziendali con la vendita o la cessione in fitto di piccoli lotti, il passaggio di molti terreni alla conduzione diretta, un notevole aumento delle superfici condotte in affitto o a mezzadria. Si rivalutò il ruolo della rendita fondiaria e, di conseguenza, fu compresso il reddito dei contadini.…

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Nei paesi della diocesi dopo la Grande Guerra mutava lentamente il panorama politico. Accanto alla democrazia liberale nittiana, un ruolo importante fu svolto dalla democrazia costituzionale legata a Giolitti e della quale il capo riconosciuto era l’on. Camera. Il sistema proporzionale aveva costretto i politici locali, dominatori nei vecchi collegi uninominali, ad allearsi. Non si ebbe, perciò, la temuta affermazione di socialisti e di popolari, come nel Centro-Nord. Durante le competizioni elettorali i gravi problemi e gli scontri politici nazionali nel Cilento trovarono pallidi riflessi; la lotta continuava ad essere incentrata sullo scontro tra candidati. Il suffragio universale si misurava…

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La politica delle nomine seguita dalla curia romana prestava accresciuta attenzione alle tradizioni ecclesiastiche regionali, di cui i presuli erano emanazione e, quanto, a condizione sociale, iniziò la progressiva prevalenza di estrazione borghese dei prescelti. Queste motivazioni si riscontrarono nel successore di mons. Maglione per la diocesi di Capaccio-Vallo, dove lo sviluppo delle attività sociali e l’azione politica dei cattolici erano pressoché inesistenti. Anche dopo la Rerum Novarum erano pochi e male organizzati i comitati parrocchiali; aspetti precipui della tradizionale mentalità legittimista, il regionalismo, clientelismo e trasformismo ostacolavano efficaci programmi. I limiti erano aggravati dall’assenza dell’associazionismo mutualistico cattolico. In una…

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Il 18 dicembre 1876, fu nominato successore di Siciliani mons. Maglione. Nato ad Eboli il 27 gennaio 1834, era stato nominato vescovo di Cariati il 15 giugno 1874 e fin dall’inizio egli dovette sperimentare cosa significasse avere a che fare con funzionari statali decisamente anti-clericali. Attese due anni l’exquatur perché l’economo generale dei benefici vacanti riteneva la diocesi di regio patronato. La disputa ebbe gravi conseguenze sulla già disastrata diocesi, come dichiarò il guardasigilli nella memoria del 5 luglio 1878, ma il placet fu concesso solo l’8 febbraio 1879.L’episcopato di mons. Maglione si riassume nella continua azione di rivendica di…

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La vicenda di padre Giuseppe Feola, giustiziato da Tardio, il bandito responsabile di tre anni di guerriglia nel Cilento, rivela la portata del brigantaggio, funesto sintomo della reazione ai mutamenti e alle disillusioni del processo di unificazione. Non era una novità. Già prima del 1860 appariva un fenomeno endemico, che si dilatava durante persistenti crisi economiche. I sintomi di devianza d’individui e di gruppi assumevano connotazioni di protesta violenta che esaltava miti collettivi di vendetta contro episodi d’insopportabile ingiustizia. Tuttavia è difficile rinvenire nella criminalità di questi decenni le caratteristiche del banditismo sociale descritte da Hobsbawn e da molti suoi…

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Una tradizione di studi ha accreditato l’idea di un clero napoletano impegnato nel delegittimare l’Italia unita ponendo scarsa attenzione al fatto che il trapasso di regime nelle diocesi fosse avvenuto senza gradualità col passaggio dal regime concordatario all’alienazione forzata dei beni. In effetti, senza nostalgie sanfediste i presuli difendevano all’assetto sancito nel 1818; ma la loro reazione ai principi di laicità non attirò l’attenzione del basso clero e soltanto un gruppo minoritario animò un movimento favorevole alla conciliazione accanto a gruppi carbonari e garibaldini.Gli ambienti cattolici vissero l’angosciosa tensione del clima di rivolta. Molti preti riducevano il sacerdozio a una…

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Terzo vescovo di Capaccio-Vallo fu Giovanni Battista Siciliani. Nato a Camposano il 12 settembre 1802, frequentò il seminario di Nola e a venti anni indossò il saio dei frati minori conventuali; novizio a Napoli, studiò teologia, diritto e storia nel collegio di S. Bonaventura a Roma. Conseguita la laurea, nel 1832 egli ritornò a Napoli; ordinato prete dal 1825, operò nella capitale partenopea e dal 1842 fu ministro provinciale dell’ordine, dal 1846 al 1857 segretario generale e procuratore a Roma. Per ventidue anni egli rivestì l’incarico di regio revisore dei libri nel Regno, esaminatore pro-sinodale della diocesi di Napoli e…

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Il primo vescovo della nuova diocesi è stato mons. Vincenzo Maria Marolda. Nato il 24 luglio 1803 a Muro Lucano, era un liguorino e nella congregazione aveva ricoperto prima la carica d’insegnante di lettere e poi quella di professore di teologia; in seguito, fu rettore, visitatore e consultore generale dell’ordine. Nel 1844 fu consacrato vescovo di Trapani e delegato all’erezione di quattro nuove sedi episcopali in Sicilia. Trasferito alla cattedra di Samosata, nel 1852 fu nominato amministratore apostolico di Capaccio-Vallo; morì di colera a Napoli 1’8 agosto 1854.La cittadina di Vallo, secondo i dati forniti dalla bolla papale, presentava tutti…

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