A Zenone figlio di Teleutagora della città di Elea che per i “paradossi” attese alla scoperta della “dialettica” consegnando alla filosofia la sua più alta gloria … il mio fiore!
Autore: Gaetano Ricco
Ad Eraclito figlio di Blosone della città di Efeso, che primo fra tutti avanzando alla filosofia, il “logos” oltre intese le nostre opinioni il senso del tutto che tutto permea e tutto è uno … il mio fiore!
Ad Eraclito figlio di Blosone della città di Efeso, che primo fra tutti avanzando alla filosofia, il “logos” oltre intese le nostre opinioni il senso del tutto che tutto permea e tutto è uno … il mio fiore!
Orbene io ti dirò e tu ascolta attentamente le mie parole … perché non mai questo può venir imposto, che le cose che non sono siano … E tu, Elea, che tra tutte le città della Magna Grecia fosti la più fortunata vanta pure il tuo grande figlio e inorgoglisci a tanta gloria chè mai nessuno dopo di Lui potè più osare di filosofare se non misurandosi con il suo genio. Un genio ed un pensiero universale e finito che travalicando tutte le barriere del vecchio filosofare si portò talmente avanti nella speculazione del “logos” che nulla più dopo di…
E continua il novembre schivo a consegnarmi ai miei ricordi lontani e sei tu, caro maestro don Giambattista Vico, questa volta ad avanzare alla mia parte tentandomi, come per incanto, a tornare per te in quelle lontane plaghe cilentane di Vatolla, quando il tuo pensiero ardeva e tu eri il “fuoco” di quelle plaghe assolate che il genio del grande avvocato Gerardo Marotta, presidente dell’”Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, resero memorabili. Giornate, che per la partecipazione dei più illuminati filosofi del tempo furono la luce culturale non solo di tutto il Cilento ma del mondo stesso ed…
Quante volte all’imbrunire di questo novembre schivo consegnandomi volentieri ai miei ricordi, ti ho visto, maestro, negli ultimi anni della tua vita seduto su quella enorme sedia mobile, oltre la feroce malattia che ti divorava, sempre vivo, pronto come sempre a trafiggere con i tuoi improvvisi lampi di genio il buio “assordante” di quella affollata stanza dove, sotto il governo “vigile ed attento” di tua sorella Elisabetta, in teoria di uomini e di tante domande veniva la filosofia a interrogarsi cercando “accrediti” alla tua grandezza. E tu, maestro, in silenzio sempre annuivi concedendo a tua sorella il privilegio del tuo…
Gentile direttore, in questo novembre schivo senza tempo dove il pensiero si raccoglie e torna con il silenzio del passato ad interrogarci prepotente il presente, urge al destino della terra che abitiamo la nostra parte ed è per questo ,forse non dovevo e mi scuso, che torno ancora una volta e per amore ad invocare il sacro nome di Paestum! Certamente, direttore, lei che della “fortuna” di Paestum ne è per legge il gran Custode, molto di più sa e conosce il ”triste caso” capitato al sacro nome di Paestum che, per una legge ingrata della regione Campania, ridotto ad…
“In principio era la Parola, e la Parola era presso Dio e la parola era Dio”. Questo il misterioso quanto enigmatico “incipit” del Vangelo di Giovanni in cui la “parola” condividendo con Dio la sua stessa natura reclama a sé con ogni cosa esistente, il mondo. Principio e fine la parola è l’alfa e l’omega e tutto quello che il tempo senza vecchiaia da sempre racchiude in sé e nulla al di fuori “senza di lei è stato fatto di ciò che esiste”chè solo la parola e non la bellezza salverà il mondo e questo, maestro, è il tuo testamento…
Un tempo quando ancora nella nostra bella terra meridionale regnavano re ed imperatori,ci accadde ma non per te, nobile e gloriosa città di Capaccio che hai osservato le mie leggi, di essere stati contrari ed io stesso fui costretto di persona ad intervenire ma non con la furia e la vendetta che mi assegna la narrazione dei vincitori ma solo per ristabilire la giustizia e il patto che i traditori, rifugiatisi nel tuo castello nella vana speranza della salvezza, avevano con infamia violato ed infranto. E se la mia spada nel castigo fu terribile lo fu solo e solamente per…
Maestro Costantinos Kavafis, era da tanto che desideravo di scriverti ma sempre mi cadeva la stanca mano e ristavo silenzioso ed inerte sul foglio bianco in attesa quando questa sera all’improvviso è venuta “Itaca” a visitarmi ( la poesia tua forse più bella!) e come il tuo Ulisse, il tuo grande eroe, anch’io mi sono messo in cammino e con la meta fissa “sempre devi avere in mente, Itaca,raggiungerla sia il tuo pensiero costante” sono venuto verso di te, alla tua grande poesia dove un dì, per i tuoi “versi liberi, modernissimi e vetusti”, scoprii l’inganno del tempo senza vecchiaia…