L’aspetto mondiale della pandemia pone l’accento su una riflessione importante: cosa può considerarsi pubblico e cosa invece deve restare privato? Ecco, la salute non può più essere pensata come un bene privato, ma ha tutte le caratteristiche di un bene comune globale. Il movimento delle persone oltre i confini di ogni nazione, fa sì che per essere al sicuro uno, debbano essere al sicuro tutti: questo richiede una serie di comportamenti responsabili da parte di ciascun membro di una Comunità.Gensabella Daniela, sociologa Vice presidente Sociologi Ans Lombardia Sociologi Ans Lombardia
Autore: Fabio Cinnadaio e Associazione Nazionale Sociologi
Il timore del contagio, in Fase 2, ci sta rendendo tutti più vigili ed ossessionati al controllo. Chiusi in casa eravamo solidali e partecipi in una sorta di alleanza collettiva: lontani, ma vicini. Ora che siamo tornati a calcare il suolo sociale, invece, sfoggiamo un controllo paranoico e smisurato. Da dietro la mascherina guardiamo gli altri con timore e distacco. La nostra protezione di stoffa diventa di ferro. I nostri occhi scoperti non stanno sorridendo per i nuovi spazi ritrovati. Tutto questo non fa bene alla società e alla persona. Contro il virus serve ancora solidarietà e tanta responsabilità, non…
Si muore ancora. Non è finita. A spegnersi sono sopratutto i nonni. Vanno avanti, trascinati dal virus. Restano i più esposti al contagio, hanno difese basse quanto le loro forze. Ma è dovere per tutti proteggerli dal virus e dai pregiudizi sociali.Donne e uomini, in silenzio, invisibili. Visi scavati dalle rughe della vita, dai sacrifici, dall’esperienza, dal lavoro e dalla pazienza. La loro forza l’hanno consumata per lasciarci anni di benessere. Periodi dei quali abbiamo indegnamente abusato. Capiremo che potremmo correre quanto vogliamo, ma che resteranno i vecchi a conoscere la vera strada. Sociologi Ans Lombardia