di L.R. La scorsa settimana sono stato a Nocera per presentare l’ultimo lavoro del dottor Gianbattista Visconti, un farmacista che da anni a getto continuo dipinge soggetti religiosi. Questa volta ha proposto all’attenzione ed alla meditazione degli amici nove scene tratte dalla Via Crucis. Sottopongo all’attenzione dei lettori di UNICO la prima perché, a mio parere, riassume bene i sentimenti che sgorgano da una partecipazione simpatetica ai riti della Pasqua e danno significato agli auguri che ci si scambia. Nell’osservarla con attenzione mi pare che possa essere descritta nel modo seguente: mani e piedi piagati da prestare ad un Cristo privo di arti o con le mani legate e, quindi, apparentemente impotente per scrivere su un libro aperto il Vangelo, storia della Salvezza che prende inizio da un torsolo di mela mangiata, per cui il male si è impossessato dell’umanità, e si conclude con la fiammella della candela accesa, fede possibile, necessaria, illuminante, anche quando per mantenerla accesa si rischia come il Battista. L’artista per enfatizzare il suo messaggio ricorre allo smembramento anatomico dei personaggi, metro espressivo che comunica sensi panici, per poi procedere ad una ricostruzione metafisica nella quale nasconde, riassumendolo, il suo messaggio. Egli parte dalla sconcertante esperienza quotidiana che genera, radicandola, la coscienza di un mondo frammentato. La confusione anche visiva che si determina sulla tela diventa lo stimolo per un pellegrinaggio alla ricerca di senso. Infatti, l’autore non si arrende all’evidenza delle sensazioni e alla costatazione dell’illogicità di tante evenienze. Inizia così un accavallarsi di suggestioni, di ricordi, d’idee, di simboli, di riflessioni che approda in una ricostruzione equilibrata perché riflesso dell’armonica presenza di Dio. Ovviamente si tratta di un percorso difficile ed appena iniziato: mani e piedi, pur se attivi e funzionanti, nel supporto pittorico vengono presentati ancora non assemblati. Occorre procedere ad una operazione difficile ed ancora non compiuta, stimolata però dall’energia che sgorga da forze misteriose, che generano una grazia della quale si ha contezza soltanto se si riesce ad andare oltre il simbolo che le racchiude. Sono mani indagatrici che, mentre soffrono, mostrano i protagonisti della tela. Non sono arti nei quali si rispecchiano uomini distratti, ma invitano tutti noi a pensare, meditare, a far riflettere all’esterno il profondo disagio che accompagna la nostra esistenza, ma anche la persistente speranza che la salvezza è a portata di… mano! Buona Pasqua!
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