Uno studio multicentrico italiano coordinato dal Dipartimento di Geriatria dell’Università di Parma, segnala che l’uso prolungato di inibitori della pompa protonica si associa, nei pazienti anziani, a un aumento del rischio di mortalità.
Gli inibitori della pompa protonica agiscono sulle cellule che secernono acido nello stomaco. Sono i farmaci più importanti nel trattamento della gastrite, dell’ulcera duodenale e del reflusso gastroesofageo, e sono sicuramente anche i più usati. Spesso si assumono anche insieme ai Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS) in modo da prevenire e trattare la gastrite da FANS. I pazienti anziani assumono spesso più farmaci e, soprattutto, sono grandi consumatori di FANS e di cortisonici.
Lo studio ha coinvolto 491 pazienti anziani, con un’età media 80 anni. Le conclusioni sono state che la probabilità di decesso entro un anno era significativamente maggiore nel gruppo di trattamento rispetto al gruppo di controllo (tasso 18,4% vs 10,4%), specie in coloro che erano stati esposti ad alte dosi.
Lo studio non fornisce un’interpretazione certa sull’aumentato rischio di decesso. Si ipotizza una modificazione della flora batterica favorita dalla soppressione della secrezione gastrica acida. Sono comunque necessarie ulteriori approfondimenti per chiarire questi meccanismi.
Comunque le conclusioni a cui ci porta lo studio è la necessità di utilizzare una certa cautela con la terapia a lungo termine degli inibitori di pompa nei pazienti anziani, valutando con estrema attenzione il rapporto rischio-beneficio della loro utilizzazione. Ciò in considerazione del fatto che, come detto, l’uso di questi farmaci è notevolmente cresciuto negli ultimi anni, anche per effetto della pubblicità che l’immissione in commercio di formulazioni da banco ha consentito.