Il Rapporto ASviS su “I territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2022” è uno strumento di analisi a disposizione delle istituzioni centrali e territoriali. Per questo è necessaria la massima attenzione dell’esecutivo e del nuovo Parlamento per realizzare politiche coordinate per il governo dei territori.
Attraverso l’utilizzo di indici compositi e obiettivi quantitativi, lo studio analizza l’andamento di regioni, province e Città metropolitane rispetto ai 17 obiettivi dell’Agenda Onu 2030, elaborando valutazioni e proposte per la salvaguardia e lo sviluppo dei territori. Il Rapporto, frutto dell’impegno del Gruppo di lavoro dedicato alle città e ai territori, coordinato da Silvia Brini e Walter Vitali, dell’Area ricerca, guidata da Manlio Calzaroni, e dei fondamentali contributi di tutta la rete dell’Alleanza, è stato presentato martedì 6 dicembre al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) dai presidenti dell’ASviS, e commentato da esperti e rappresentanti delle istituzioni, tra cui Dario Nardella, sindaco di Firenze, Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e delle province autonome, e Tiziano Treu, presidente del Cnel.
Dal Rapporto emerge che la combinazione di cambiamenti climatici e urbanizzazione incontrollata che sta causando (e causerà) tragedie come quelle delle Marche e di Ischia. Ecco perché l’ASviS ha chiesto alle Commissioni Ambiente e territorio di Camera e Senato di istituire una sede di confronto interistituzionale con gli stakeholder per individuare il “nucleo essenziale” delle questioni che necessitano di un aggiornamento normativo. Solo così sarà possibile creare le condizioni per mettere in sicurezza il Paese e fermare l’aumento delle disuguaglianze tra le regioni.
Il Rapporto analizza anche le differenze di comportamento tra le regioni e le province autonome tra il 2010 e il 2021; inoltre, per ogni Obiettivo dell’Agenda Onu 2030 per cui sono disponibili i dati (14 obiettivi su 17), lo studio mette in relazione il comportamento dei cinque territori con la performance migliore e i cinque con la performance peggiore.
Lo studio fotografa un Paese a diverse velocità, in cui le differenze territoriali aumentano anziché diminuire: nel periodo 2010-2021 le disuguaglianze territoriali tra le regioni e le province autonome sono: aumentate per sette Goal: Povertà, Istruzione, Parità di genere, Energia, Lavoro e crescita economica, Città e comunità; diminuite per due Goal: Economia circolare, Giustizia e istituzioni; rimaste stabili per cinque Goal: Agricoltura e alimentazione, Acqua pulita e servizi igienico-sanitari, Infrastrutture e innovazione, Disuguaglianze, Vita sulla terra.
Per alcuni Goal, come già ricordato, è stato possibile elaborare una prima valutazione dell’impatto della crisi pandemica da Covid-19; relativamente alla Povertà le differenze continuano ad aumentare anche nel periodo 2019-2021; per la Salute, nonostante il complessivo miglioramento in tutto il periodo 2010-2021, il gap esistente nel 2019 è aumentato considerevolmente nei due anni successivi; per l’Istruzione la media nazionale migliora in tutto il periodo, soprattutto grazie alle performance delle regioni migliori, mentre negli anni della pandemia (2019-2021) si registra un peggioramento che è maggiore per le ultime cinque regioni, rispetto alle prime cinque; Per gli altri Goal analizzati sono stati registrati andamenti più confortanti.
L’ASviS ha anche elaborato un decalogo di proposte per realizzare un’“Agenda territoriale per lo sviluppo sostenibile”, uno strumento a disposizione delle istituzioni per il monitoraggio e l’adozione di norme. Tra queste, oltre alla già menzionata proposta sul governo del territorio, le più urgenti sono:
l’approvazione in via definitiva della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile;
l’estensione a tutti i ministeri dell’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile;
l’attuazione delle raccomandazioni sul dissesto idrogeologico della deliberazione della Corte dei conti n. 17/2021/G del 18 ottobre 2021 in materia di finanziamenti e di accelerazione dei tempi degli interventi e di governance.
Il Rapporto ha prodotto anche una base conoscitiva e analitica originale e ad ampio spettro, illustrando numerose buone pratiche sviluppate a livello regionale e locale, analizzando i principali rischi causati dall’azione antropica sul territorio e offrendo un quadro completo e aggiornato del progresso delle varie regioni, province, Città metropolitane verso i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, attraverso indicatori statistici elementari e compositi. Per la prima volta questo lavoro è stato presentato integrando i dati di ciascuna regione e dei territori che la compongono in sezioni dedicate, così da disporre di 21 quadri conoscitivi completi, uno per ciascuna regione e provincia autonoma.
Questo Rapporto, dedicato ai territori e lo sviluppo sostenibile è un contributo fondamentale per il Paese perché propone che l’approccio alla sostenibilità deve passare necessariamente dai territori come proposto dall’Agenda 2030, che possono e devono essere motori di un cambiamento di paradigma in un momento storico che ha mostrato ripetutamente la fragilità del sistema socioeconomico in cui viviamo, come proposto dall’Agenda 2030.