Approvata in Senato la Riforma della Scuola
In sintesi i tagli all’organico, la carta del docente, i concorsi, la formazione, le normative su CFU e Tirocinio.
La data fatidica è il 29 giugno. A chiosa di una giornata duratura e infervorata, al Senato, ha avuto favorevole consenso il maxi-emendamento al decreto sul reclutamento e la formazione continua degli insegnanti. Dunque, fra lungaggine e concitamento è passato. Spetta ora alla Camera la sua approvazione entro fine giugno. A calcoli fatti si procederà coi tagli all’organico. In un triennio si perderanno diecimila cattedre. l Ministro Bianchi aveva, invece, qualche giorno prima, parlato di un taglio di 130mila cattedre. Considerazione scaturita dal criterio connesso all’andamento demografico. La riforma, con riferimento al taglio dell’organico ha generato grosso clamore e sconcerto nella maggioranza. Ha fortemente influito nella decisione drastica dei tagli il parere della Ragioneria dello Stato. Marcello Pacifico, Presidente ANIEF, non ci sta. “Sugli organici dei docenti ridotti di 10mila unità non ci siamo, sostiene. Siamo arrivati al punto che ora, a sentire il ministro Patrizio Bianchi, dobbiamo anche ringraziare il ministero dell’Istruzione perché avrebbe limitato i tagli che altrimenti, a causa della denatalità, sarebbero stati 130mila. Questa teoria non ci convince. Perché con 15 miliardi in arrivo dal Pnrr, Governo e amministrazione scolastica avrebbero dovuto avere solo una priorità: dimezzare il numero di alunni per classe e incrementare il personale, non tagliarlo”. E’ fatta salva la carta docente intanto. Fino al 2023/24 il bonus di 500euro resta inalterato. A tale riguardo prima il Consiglio di Stato di Roma, diede ragione ai precari di religione che richiedevano il riconoscimento dei 500 euro, poi la VI sezione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha riconosciuto ai docenti non di ruolo il diritto ad usufruire della Carta del docente fino ad oggi destinata solo ai docenti con cattedra. Ecco, invece,quale sarà la strada per diventare prof nel futuro. “Chi vorrà diventare professore, sostiene il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, farà le magistrali e poi dovrà ottenere 60 crediti ovvero una sorta di master che verranno fatti dalle università. Verrà inoltre spiegato come si insegna, mentre una parte dei crediti sarà sulla pedagogia del vivere insieme e ci sarà un tirocinio guidato. Un percorso chiaro, insomma. Si faranno concorsi annuali. Sarà una formazione per tutti, dedicata anche all’acquisizione del digitale. Abbiamo 800 milioni dal Pnrr per formare 650 mila docenti anche all’uso responsabile del digitale. E sono previsti premi consistenti fino al 20% in più dello stipendio”. Per quanto attiene ai futuri concorsi scompaiono finalmente i test a crocette e si torna agli scritti a risposta aperta. Una scuola di alta formazione consentirà di praticare la formazione continua. La scuola guiderà il processo di attivazione dei corsi a livello nazionale. La durata dei percorsi di formazione sarà triennale. Sarà retribuita la partecipazione alle attività formative che si svolgono fuori dall’orario di insegnamento. Si tratta di una formazione obbligatoria per gli immessi in ruolo e volontaria per gli insegnanti in servizio. Per la formazione è prevista una forma d’incentivazione che si traduce in una elargizione economica una tantum. Gli incrementi stipendiali saranno definiti dalla contrattazione collettiva nazionale e si attiverà al momento della conclusione, con valutazione positiva, del percorso formativo. Si parla di un aumento stipendiale non inferiore al 10% e non superiore al 20%. Ecco alcune tematiche dei corsi di formazione: competenze digitali, uso critico e responsabile degli strumenti digitali anche con riferimento al benessere psicofisico degli allievi con disabilità o bisogni educativi speciali, pratiche laboratoriali, metodi di una didattica d’inclusione. L’accesa discussione sui 24 CFU ha portato a queste decisioni: potranno ancora essere acquisiti fino a fine ottobre 2022. I 24 CFU acquisiti non andranno persi. Sarà istituito un percorso abilitante di 60 CFU comprensivo di un tirocinio. L’attività di tirocinio corrisponderà al 30% dei 60 crediti complessivi, quindi 20 crediti, 12 ore per ogni credito. In sintesi, l’iter per diventare prof, considera nel prossimo futuro una serie di passaggi graduali: il conseguimento della laurea magistrale, o triennale per gli ITP, il percorso di abilitazione da 60 CFU, il superamento del concorso scuola, un anno di prova in servizio con test finale e valutazione conclusiva. Potranno prendere parte ai concorsi a cattedra, col termine 31 dicembre 2024, i candidati in possesso di 30 o 24 CFU, acquisiti entro e non oltre il 31 ottobre 2022. Il nuovo regime andrà in vigore, tra il 2025 e il 2026. Fino a questa data si parla di fase transitoria. Ovviamente, in questo caso, i restanti crediti dovranno essere conseguiti a seguito dell’eventuale superamento del concorso. Quanti, invece, hanno maturato i 36 mesi di servizio nella scuola statale nell’ultimo lustro potranno partecipare ai concorsi.
Emilio La Greca Romano