I posti a sedere ai tavoli, nel locale de La Locanda del Mare di Biancaluna Bifulco, sono tutti occupati e, in attesa di ascoltare e vedere Marco e Pasquale, si stuzzica e si gusta ciò che è stato preparato per l’occasione.
“Che sia buona vita …Che sia buono il tempo…” è uno dei brani che la voce di Marco e la musica di Pasquale hanno fatto emozionare di più la platea e che mi è rimasta in testa perché interpretata con più intensità e passione. Partecipare alla serata con Marco e Pasquale, ospiti di Biancaluna, e vedere Marco in una veste completamente diversa da quella a cui ero abituata è stata una bella sorpresa. Marco, si è rivelato un vero artista che interpreta con maestria il ruolo di cantante, attore, ballerino … In quasi due ore di esibizione ha messo in campo una inesauribile vitalità che tracimava da ogni poro della pelle coperto da un completo nero punteggiato da colpi di luce contrapposto al frak rosso usato come un parapendio che temporeggia nel vuoto prima di ricadergli addosso.
Simpatico e accattivante, completo, complesso e poliedrico Marco è stata una ulteriore, piacevole, scoperta. Lo conoscevo come pittore, figlio d’arte di Sergio Vecchio e Bruna Alfieri, sapevo della sua passione per la musica da quello che lui raccontava nel corso dei nostri incontri, ma da qui a vederlo interprete di brani classici famosi della musica italiana, con arrangiamenti personali è stato una novità. Una serata all’insegna di emozioni e sensazioni piacevoli, dai toni caldi, una originale interpretazione di canzoni accompagnato alla chitarra dal maestro Pasquale Curcio, un inno alla Luna tra un pubblico attento e partecipe. Lo spettacolo, a metà strada tra piano bar e concerto, ha saputo far emergere ricordi, alterare il vissuto, incrociare emozioni, lasciare il resto del mondo in sottofondo!
Naturalmente il merito va anche a Biancaluna, per aver creato un ambiente vivo che non va in letargo ma resta vigile per accogliere ogni spunto d’arte che bussa al suo uscio. L’ambiente costruito intorno alle persone che entrano nell’ampio spazio che fa “spazio” ad ogni sensibilità, sia essa letteraria, figurativa, musicale o gestuale, è vissuto nella sua interezza. L’affabilità della padrona di casa che mette a proprio agio e la discreta professionalità del personale in sala e in cucina (a vista) fa il resto.