Antonio Sabetta, un uomo mite ma deciso; accomodante, ma preciso; socievole, ma determinato … potrei andare avanti nel descrivere una persona che ho avuto il piacere di conoscere bene nel corso del mio viaggio negli Stati Uniti, in occasione del gemellaggio sottoscritto tra il comune di Felitto e quello di Old Forge, un comune di circa 8.000 abitanti in Pennsylvania. Sabetta, su delega di Carmine Casella, ha guidato la delegazione costituita da 9 persone partita alla volta di Old Forge il 4 settembre e rientrata in Italia il 17, in qualità di presidente del consiglio comunale su delega del sindaco.
Antonio, perché è stata presa la decisione di legare Felitto ad Old Forge in un gemellaggio?
La decisione affonda le sue motivazioni in una storia che nasce alla fine del 1800. Da allora decine di felittesi si imbarcarono per l’America e andarono, richiamati dai primi pionieri arrivati prima di loro, a lavorare in una delle 5 più grandi miniere di carbone che “resero” grande l’America.
Chi ha preso l’iniziativa?
È stato Jeff Casella, nato a Old Forge, ma di origini felittesi. Jeff è anche il presidente dell’associazione che organizza da 35 anni “Il Felittese Italian Festival” in onore della Madonna di Costantinopoli nella cittadina che vanta il 30% degli abitanti di origine di Felitto.
Come sono stati scelti i componenti della delegazione che è partita per sottoscrivere il gemellaggio?
L’idea era già stata avanzata nel corso della passata amministrazione. Tutti i cittadini di Felitto sono stati invitati a dare la loro adesione. Finalmente, è stata presa la decisione di rispondere positivamente all’invito proveniente da Felitto in Italia. Per impossibilità del sindaco a partire, sono stato incaricato io a rappresentare il comune.
Chi ha curato l’aspetto logistico?
È stato Alessandro Sabetta che, instancabilmente, ha coinvolto tutti gli altri partecipanti e a raccogliere la disponibilità della quasi totalità delle aziende felittesi a proporre i loro prodotti e servizi girando un video che è stato fatto girare sui monitor durante i tre giorni della festa. Alessandro ha anche curato l’allestimento dello stand del comune che, possiamo dirlo, è stato preso d’assalto durante l’evento.
Avete anche portato prodotti da far assaggiare?
Prima di tutto i fusilli, che hanno avuto una forza di attrazione poderosa. La regina della festa è stata Rosanna Di Stasi che, instancabilmente, ha “tirato” fusilli dal ferro senza soluzione di continuità per tre giorni. Poi vino, olio e dépliant illustrativi che sono stati distribuiti.
Come è stata l’accoglienza che avete trovato?
L’accoglienza è stata calorosissima … Già la sera del nostro arrivo, in ritardo, ci ha accolto la banda musicale della città! Jeff ha organizzato tutto in modo inappuntabile: visita alla scuola della città, il cui direttore si chiama Chris Gatto! Interviste negli studi televisivi; visita in municipio accolti dal sindaco … visita alla miniera di carbone!
Come hai vissuto il fatto di dover entrare nella miniera?
È stato un momento “doloroso” … immaginare che centinaia di conterranei sono arrivati in America immaginando di trovare un lavoro dignitoso, e invece hanno dovuto respirare le esalazioni che riducevano la vita media e poco più di 42 anni.
Poi c’è stata cerimonia ufficiale della firma del documento che sanciva il gemellaggio tra le due comunità …
È stato un altro momento emozionate! Devo ringraziare Francesca Sabetta che mi ha fatto da interprete in modo simultaneo senza nessuna incertezza. Questo mi ha fatto percepire a pieno il senso di quello che stavamo facendo e l’emozione che la gente che, attenta, manifestava seguendo attentamente ogni fase della cerimonia.
Infine c’è stata la cerimonia religiosa con la celebrazione eucaristica e la processione per le strade della città fino alla cappella situata all’ingresso dello spazio espositivo che è stato assegnato all’associazione dal comune decine di anni fa.
Finita la festa il viaggio è continuato per un’altra settimana negli Stati Uniti. Come ti è parsa l’America?
Per me è stata la prima volta negli Stati Uniti. L’impatto è stato molto forte sia per le dimensioni degli spazi sia per il modo di vivere della gente. È difficile adattarsi ad un modo di vivere che, per chi vive in piccole realtà come le nostre, è “esagerato” sotto tutti i punti di vista. Percorrere le strade, attraversare lagune, camminare tra grattacieli che si sfidano a chi sale più in alto, salire su ponti che sfidano la forza di gravità … rimarrà per sempre un’esperienza indimenticabile.
Infine, quali pensi potranno essere gli sviluppi del gemellaggio?
Mi auguro che si possa dare continuità al rapporto tra i due comuni, di facilitare gli scambi tra i figli di felittesi che vivono ad Old Forge, in particolare, e negli Stati Uniti in generale, per non recidere in modo definitivo il filo dei ricordi che dei molti felittesi che vivono in ogni parte del mondo.
Grazie Antonio per avermi coinvolto in questa avventura che mi ha dato modo di essere, con voi protagonista di una storia che ha arricchito la mia conoscenza del fenomeno migratorio che ha visto svuotare di “vita” il Cilento, tante altre parti della Campania e dell’Italia verso mondi lontani che oggi, grazie alla tecnologia, possono riavvicinarsi e riconoscersi.
Grazie a voi, Gina e Bartolo, per come avete interpretato il ruolo di cronisti calandovi a pieno nella