di Bartolo Scandizzo
Da sempre, quando si parla della Bcc di Aquara è istintivo identificarla con Antonio Marino: il direttore che tiene la banca aperta “sempre”. Un ruolo che un tempo ha condiviso con l’indimenticabile Rocco D’Urso, con cui la rifondò nel 1975, e Luigi Scorziello che gli è succeduto. Il suo modo di operare ha fatto scuola e ha inciso sul modo di interpretare il ruolo di direttore: non dietro una scrivania, ma ha contatto diretto con i soci e, soprattutto dei nuovi clienti che, con scrupolo certosini, lui cerca e contatta direttamente. Anche ai tutti i preposti che reggono le varie filiali lui “impone” di affacciarsi almeno una volta al giorno sulla strada o nella piazza prospiciente l’ingresso della banca e tendere le “orecchie”.
Questo atteggiamento, però, non deve far pensare che prende il suo lavoro “principale” alla leggera! Anzi, gli impone un rigore ancora più stringente nello svolgimento dei suoi compiti di vigilanza, rapporti con il CdA e nel coordinamento e organizzazione del personale.
Nell’ultimo anno poi, da quando la riforma del credito cooperativo è entrata nella fase cruciale, si è posizionato in prima linea nel contrastare la prima ipotesi sul tavolo elaborando tesi alternative e chiamando a raccolta innumerevoli soggetti del mondo accademico e politico. Per questo, affermare che se la riforma approvata è stata migliorata in molti punti parte del merito è anche suo.
Si è molto parlato di Credito cooperativo nel corso del 2015. E molti sono stati gli interventi della Bcc di Aquara a livello locale e nazionale sulla riforma varata dal governo Renzi. Facciamo il punto dello stato delle cose, dopo le ultime modifiche in commissione parlamentare …
Stranamente, come dici tu, si è molto parlato di credito cooperativo nel 2015 per la nostra riforma ma anche per bilanciare la cattiva nomea di Banca Etruria ed altri. Il Credito Cooperativo è stato usato strumentalmente. Adesso la riforma è legge. Abbiamo 18 mesi di tempo per costituire una capogruppo, partecipata da tutte le BCC, che avrà poteri di direzione e controllo sulle singole BCC. Ci sarà un sostanziale “commissariamento” delle singole BCC che avranno una autonomia correlata alla meritevolezza di ciascuna…forse.
Dalla riforma viene una forte spinta all’aggregazione tra consorelle. Aquara da tempo annuncia la fusione con la Bcc Montepruno. sarà questa l’occasione per arrivare al “matrimonio” a lungo annunciato?
La necessità di aggregazione non viene dalla riforma ma dal mercato. Siamo in presenza di tassi sempre più bassi e quindi ci vogliono maggiori volumi per fare lo stesso margine di interesse. Inoltre le aggregazioni servono anche per fare delle economie di scala. E’ del tutto evidente che fare una fusione come quella tra noi e Monte Pruno porta solo vantaggi perchè nessuna delle due ha problemi di rischiosità legata ai crediti, insomma nessuna delle due è in difficoltà.
Se si dovesse arrivare al fatidico “sì”, quali sarebbero i punti critici da affrontare e quali, invece, i punti di forza e le sinergie da valorizzare?
I punti critici sono pressoché inesistenti. I punti di forza sono molti. Avremmo sicuramente un certo numero di dipendenti che si libererebbe in quanto alcune attività che oggi sono duplicate poi basterebbe non più duplicarle e quindi potremmo espletare nuovi servizi senza incrementare il personale. Avremmo delle forti economie di scala. Basta pensare al risparmio che avremmo nei servizi informatici che sono molto costosi e che adesso paghiamo entrambi mentre dopo pagheremmo un solo canone. E così per tanti altri servizi… avremmo un significativo risparmio annuo di almeno 500.000 euro.
Nel corso del triennio passato, sono stati aperti nuovi sportelli in altrettante località. Vuole ricordarli e spiegare i motivi della scelta di un ulteriore allargamento dell’ambito territoriale in cui può agire ed operare la banca?
Le banche di credito cooperativo sono banche locali. O restano tali o non hanno motivo di esistere. Noi siamo banche di relazione non di approccio industriale. E’ chiaro che per fare ciò occorre mantenere uno stretto rapporto col proprio territorio. A questo servono gli sportelli. A maggior ragione se sono molto ben distribuiti sul territorio. Questa è stata la nostra politica finora. Speriamo di poter continuare a praticarla dopo che la riforma andrà a regime. Per questo abbiamo nell’ultimo periodo aperto lo sportello di Campagna, un Comune di oltre 17.000 abitanti, e per questo abbiamo adesso chiesto di aprire uno sportello a San Gregorio Magno, altro Comune popoloso e confinante con Buccino e Palomonte.
L’essere impegnato sul fronte nazionale, non ha impedito alla banca di inanellare un altro anno da incorniciare sotto l’aspetto del bilancio. Qual sono stati i motivi di questo successo?
Sul piano nazionale abbiamo portato avanti una nostra tesi di critica di questa riforma troppo centralista. Troppo semplicistica se si pensa di poter risolvere tutto facendo una SpA. Abbiamo da subito insistito sul fatto che il modello di sviluppo delle BCC non è mai andato in difficoltà ma che, dove ci sono stati errori, sono stati gli uomini a sbagliare… bisogna trovare il modo di punire i cattivi interpreti non certo le BCC. Abbiamo insistito sul fatto che bisogna attenzionare la governance delle nostre banche non il modello di sviluppo. Abbiamo detto che siamo banche di relazione e tali dobbiamo restare, abbiamo detto che siamo banche locali e tali dobbiamo restare. Non possiamo dire di essere banche differenti e poi cercare di somigliare in tutto alle grosse banche nazionali, tutte SpA.
Oggi si tende a far coincidere il bene comune ed il bene della comunità con il PIL. Ma nella crescita del PIL sono compresi anche fattori come l’azzardo, il contrabbando, traffico di droga, ecc. Tutti fattori che ci allontanano del bene comune. Nello statuto delle BCC c’è scritto che non persegue fini di lucro, nello statuto delle SpA c’è esattamente il contrario. Non basta fare grosse banche per fare buone banche. Le Banche che hanno recentemente deluso l’Italia erano tutte grosse e non erano BCC.
E’ vero, la BCC di Aquara ha chiuso un buon bilancio 2015. E’ cresciuta la raccolta, sono cresciuti gli impieghi, è cresciuto l’utile d’esercizio. A me piace anche dire che l’utile da negoziazioni titoli è inferiore all’utile d’esercizio, che è diminuito il tasso medio che percepiamo sugli impieghi, che la media di tutti i nostri impieghi (utilizzato) è di soli 22.000 euro, che sono diminuite le sofferenze nette, che le sofferenze nette sono meno del 2% degli impieghi vivi, che complessivamente i crediti deteriorati lordi stanno sotto il 10% degli impieghi vivi, che gli impieghi stanno ulteriormente crescendo nel 2016, che il fido massimo assembleare è fermo da 10 anni e nemmeno quest’anno il CdA proporrà aumenti all’Assemblea. Vogliamo essere una piccola banca al servizio dei piccoli… poco a molti e non molto a pochi!
Il merito va anche al Cda ed al presidente Luigi Scorziello che hanno saputo interpretare bene il mandato avuto dall’assemblea dei soci. Come sono stati i rapporti tra la struttura tecnica e quella elettiva?
Il merito è di tutti e di nessuno. Bisogna fare le cose per bene non per bramosità di meriti, di riconoscimenti, di premi o altro ma solo perché facendo bene non si fanno errori. Come dire che se una squadra di calcio fa il possesso palla, l’altra squadra non può segnare… I rapporti tra la struttura tecnica e gli amministratori sono stati sempre buoni anche perché noi diamo esecuzione alle indicazioni dello statuto. Lo statuto è chiaro sui ruoli di ciascuno. Le BCC che hanno avuto difficoltà sono certamente quelle dove la governance non è stata praticata in sintonia con il dettato statutario.
I dipendenti della banca sono aumentati con l’inserimento di giovani leve. Cosa farete per rendere al struttura in grado di affrontare i nuovi compiti e servizi che una banca dovrà mettere in essere?
Dobbiamo dire che i dipendenti della nostra Banca sono tutti meritevoli e volenterosi. Tutti abbiamo capito che il futuro è nelle nostre mani. Più renderemo efficiente la Banca più essa saprà rispondere alle istanze della clientela e diventerà più solida e conveniente, anche nell’interesse dei dipendenti. Per affrontare i nuovi compiti ed i nuovi scenari noi punteremo, come al solito, sulla formazione. Sempre e solo la formazione. Non c’è nulla di più efficace.
Si preannunciano cambiamenti nel Cda candidato a gestire il prossimo futuro. In che modo è stata composta la lista dei candidati che sarà presentata alla prossima assemblea del 7 maggio?
Il prossimo 7 maggio ci sarà l’annuale assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio. Quest’anno ci sarà anche il rinnovo delle cariche sociali. C’è una sola lista di candidati. Quella presentata dal CdA uscente. Molto correttamente il CdA uscente, proprio perché non c’era un’altra lista di candidati ha pensato bene, come già fatto nelle precedenti occasioni, di cambiare il 60% dei candidati. Non è stato un cambiamento tanto per cambiare ma si è puntato ad acquisire maggiori competenze in quanto siamo tutti consapevoli che lo scenario che verrà ci richiederà più competenze per competere.
Mi preme sottolineare che avere, da sempre, un clima interno all’azienda di sostanziale serenità, di assenza di conflittualità giova enormemente al buon andamento della Banca ed i risultati si vedono. Se in tutti questi anni siamo costantemente cresciuti lo dobbiamo anche alla serenità interna che ci ha permesso di concentrarci unicamente sui risultati e non sulla competizione che brucia risorse e genera sfiducia nella clientela.
Voglio far notare anche che i consiglieri che sono stati di volta in volta sostituiti mai sono andati via sbattendo la porta ma sono sempre rimasti felici e fedeli all’azienda. Segno di una mentalità per la quale tutti sono al servizio dell’azienda e mai la Banca al servizio dei consiglieri.
L’anno scorso l’assemblea si tenne nei locali della nuova sede acquistata sulla SS 18 nel comune di Capaccio. Perchè i lavori non sono stati completati?
Abbiamo ritenuto di sospendere momentaneamente i lavori perché vogliamo capire fino in fondo cosa comporterà questa riforma. Prima di fare altre spese, anche consistenti per le nostre dimensioni, vogliamo capire se è il caso di mettere in crisi la redditività aziendale dell’anno corrente con il completamento della nuova sede… E’ solo un eccesso di prudenza gestionale. Comunque, se serve, siamo in grado di completare i lavori in sei mesi.
Infine, tutti sappiamo che i margini di utili sulle attività bancarie classiche si sono ridotti all’osso o del tutto azzerati … Verso quale frontiera ci si avvierà nel futuro prossimo e remoto?
Esatto. Ogni banca adesso dovrà dimostrare di essere capace di ridurre i costi e contenere la normale riduzione dei ricavi. Vincerà chi avrà la capacità di ridurre in breve tempo il costo della raccolta e di incrementare l’ammontare degli impieghi, ma solo quelli buoni, altrimenti sarà un boomerang. Questa è la sfida davanti a noi. Abbiamo già lavorato intensamente e con profitto sulla riduzione del costo della raccolta. La crescita degli impieghi che stiamo avendo in questi ultimi mesi ci fa ben sperare per il futuro. Abbiamo ridotto il tasso sulle operazioni di prestiti alla clientela per poter competere e superare la concorrenza. La Banca gode di buona reputazione e questo è un utile attrattore. Facciamo appello a tutti i nostri soci e clienti affinché ci diano una mano a far crescere ancor di più la Banca. La BCC di Aquara è una grande famiglia. Sono ormai 40 anni che produce solo indici positivi, mai un indice negativo mai un arretramento. Affrontiamo il futuro con ragionevole fiducia, con tutta la forza di un grande gruppo ma anche con tutta l’agilità dei piccoli.