Nel corso del viaggio in Argentina, ci imbattiamo su una figura eminente di origini cilentane … si tratta del Cardinale Antonio Quarracino (una volta Guarracino), nato a Pollica, in provincia di Salerno, l’8 agosto 1923. È ordinato sacerdote il 22 dicembre 1945 nella basilica di Luján nella diocesi di Mercedes in Argentina, dopo aver frequentato il seminario a La Plata.
Giovanni XXIII lo nomina vescovo di Nueve de Julio, nella provincia di Buenos Aires, è l’8 aprile 1962. Il 7 agosto 1968 Paolo VI lo trasferisce alla sede di Avellaneda. Nel Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) collabora come membro e presidente di diversi dipartimenti; nel 1978 è scelto segretario generale di quel organismo latinoamericano e nel 1982 ed è elevato alla carica di presidente dello stesso organismo fino a marzo del 1987. La nomina a segretario fu possibile anche grazie al sostegno dell’allora Nunzio in Argentina, mons. Pio Laghi (in sede dal 1976) che lo sostenne sempre nel suo impegno di coordinamento ecclesiale-regionale con entusiasmo e partecipazione.
Jorge Mario Bergoglio non sarebbe stato eletto arcives covo di Buenos Aires senza la richiesta fatta a Giovanni Paolo II da parte di Antonio Quarracino, al quale succedette in qualità di vescovo coadiutore il 28 febbraio 1998, lo stesso giorno della sua scomparsa.
Il 28 dicembre 1985 papa Giovanni Paolo II lo promuove arcivescovo di La Plata, una città di circa 800 mila abitanti. Il 10 luglio 1990, lo stesso Papa lo nomina arcivescovo di Buenos Aires e primate d’Argentina, compito che assunse il 22 settembre 1990. Nel concistoro del 28 giugno 1991 Giovanni Paolo II lo eleva al rango di cardinale presbitero di Santa Maria della Salute a Prima Valle.
Formatosi sotto l’ala di Giovanni XXIII, Quarracino è noto per alcune posizioni controcorrente. Sul tema dei divorziati risposati, aveva dichiarato che “metà dei matrimoni sono nulli, perché non vengono celebrati con maturità e la necessaria consapevolezza di prendere un impegno per la vita, ma per dovere sociale”. Scrive, poi, sull’Osservatore Romano una dotta relazione sulla teologia della liberazione latinoamericana, sostenendo che “essa, per lo più in Argentina, non si basava su un’analisi sociale marxista, bensì su un approccio socioculturale”.
Per lo più, dottrinalmente sembra aver portato a Buenos Aires la ventata di novità che ha rappresentato per la Chiesa il Concilio Vaticano II. In questo contesto vengono meno certe definizioni antisemite della dottrina cattolica precedente. Infatti, il motivo per cui Quarracino è noto alla maggior parte dei giovani di oggi che guardano YouTube è un video dove il cardinal Bergoglio, prima di salire al soglio pontificio, ricorda Quarracino pregando per gli ebrei nella Cattedrale di Buenos Aires.
Quarracino in effetti crea all’interno di questa basilica l’unico monumento in onore degli ebrei uccisi nella Shoah interno a una chiesa cattolica e manifesta il più profondo rispetto per gli Israeliti. È da questo insegnamento, che Papa Francesco ha assorbito quando era sacerdote e poi vescovo e cardinale a Buenos Aires, che deriva la sua apertura verso il mondo ebraico.
Il Cardinale Quarracino, Il 27 giugno 1992 conferisce la consacrazione episcopale a Jorge Mario Bergoglio, futuro papa Francesco.
Fra mons. Quarracino e mons. Bergoglio, Vicario generale dal 1993, si stabilisce un solido e produttivo rapporto pastorale e personale nonostante si tratti di due persone, e personalità, molto diverse sotto numerosi aspetti. Sembra decisiva però la relazione di amicizia e fiducia reciproca; da qui il nomignolo “el santito” (il piccolo santo) con il quale l’arcivescovo chiama suo Vicario: segno evidente della stima e dell’affetto di Quarracino per Bergoglio. Con ciò l’arcivescovo faceva riferimento alla severità, all’austerità e alla disciplina di mons. Bergoglio che già molti – seppure in un ambiente ancora ristretto – descrivevano quasi come un “eremita metropolitano”.
Il cardinale Quarracino torna nel Cilento, a Pollica, in occasione delle sue venute in Vaticano, a Roma. Passa sempre dal Vallo della Lucania nel palazzo vescovile in quel tempo il vescovo è Giuseppe Casale. Le comunità del comune di Pollica lo accolgono sempre con molto affetto e lo fanno sentire sempre a suo agio. Il prelato cilentano, Quarracino, racconta spesso della sua verde terra e del suo limpido mare al confratello piemontese di origini piemontesi, Bergoglio.
Una lunga conoscenza quindi con Bergoglio, anche lui figlio di immigrati italiani, ha fatto sì che i due si scambiassero i ricordi di una patria lontana, ma anche di tante ricchezze, come quelle dei rispettivi paesini, della buona cucina e delle bellezze della natura.
Morì il 28 febbraio 1998 a Buenos Aires, all’età di 74 anni, e fu sepolto nella cattedrale della città.