Antonio perché ti trovi in America?
È una lunga storia … sono nato a Felitto, ho completato i miei studi di medicina a Modena e una specialità in oncologia a Milano. Alla fine della specializzazione mi fu proposto di recarmi negli Stati Uniti da uno a tre anni, per approfondire gli studi sulle terapie cellulari, soprattutto relative al linfoma di Hodgkin.
La scelta era tra due università … una era relativa alla ricerca clinica, l’altra molecolare. La mia passione è stata sempre quella di fare terapia cellulari. Alla fine sarei tornato a Milano mettere in pratica ciò che avevo imparato a fare.
A quanto pare non sei tornato a Milano!
Infatti! Alla fine del percorso fui contattato dall’Istituto Nazionale Tumori per rientrare in Italia.
Però, da un lato, non mi sentivo pronto per iniziare il mio laboratorio di ricerca, dall’altro iniziai un altro studio clinico molto importante che riguardava i trapianti. Studiammo un sistema che evitava il rigetto delle cellule del donatore. Alla fine diventai uno specializzando in trapianti di midollo osseo da donatore. Decisi di accettare l’offerta dell’università dell’Alabama dove dirigo il laboratorio di cellule staminali per il trapianto.
Ringrazio, comunque, la Fondazione Marco Semenza che mi diede la possibilità di venire in America a fare ricerca.
Ogni quanto tempo torni in Italia?
Una volta all’anno perché lì vivono i miei genitori. In futuro penso di venire anche due volte e più perché vorrei fare un lavoro part-time.
Potrei così anche dedicarmi alle proprietà che ancora ho in Italia. Il fatto più importante è, però, rivedere i miei fratelli, i tanti amici con i quali mi sento spesso ed è sempre un piacere reincontrare.
Come vivi il tuo rapporto con gli italiani negli Stati Uniti?
Non sempre è facile … Comunque anche in Alabama c’è una comunità di persone di origini italiane con la quale organizziamo momenti conviviali e culturali per non perdere di vista il mondo dal quale siamo stati generati.
In Birmingham, per la pima volta quest’anno, abbiamo organizzato una festa che ha visto la partecipazione dei tanti italiani che vivono in Alabama.
Sei un frequentatore abituale della festa della Madonna di Costantinopoli dei felittesi ad Old Forge?
Questo è il primo anno che vengo in Pennsylvania per questa festa. È stata Rosanna Di Stasi ad invitarmi a partecipare.
L’occasione del gemellaggio tra il comune di Felitto e quello di Old Forge è stato uno stimolo forte a farmi muovere.
In futuro tronerò più spesso e spero che anche da Felitto la delegazione possa essere più numerosa. Il primo passo è stato fatto! Ora bisogna andare avanti sulla strada tracciata.
Fai un saluto a chi sta dall’altra parte dell’Oceano …
Vuoi proprio farmi piangere … a presto rivederci, qui o Felitto, non importa …