Il Vallo di Diano, come più volte rimarcato, è un territorio ricco di peculiarità culturali, storiche, architettoniche, ambientali e culinarie.
Uno dei fattori di distinzione e prestigio è il possesso di un consistente numero di pergamene, che comprendono un arco temporale che va dal 1100 al 1800.
Attraverso tali testimonianze è possibile entrare in possesso di informazioni su tutti gli aspetti della vita comunitaria dell’epoca relativi al comprensorio.
Ma dove sono conservate queste pergamene? E quante sono nello specifico?
Ad informarci in merito, grazie alle testimonianze scritte da lui lasciate, è lo storico Arturo Didier.
Scopriamo, quindi, che nel complesso, le pergamene legate al territorio sono 966 (almeno quelle studiate e pubblicate in collane prestigiose) e sono così distribuite:
– 655 nell’Archivio Diocesano (provenienti dalla chiesa di Santa Maria Maggiore di Teggiano e dalla chiesa di San Nicola dei Latini di Polla);
– 125 nell’Archivio Carrano di Teggiano;
– 124 nella chiesa di San Michele Arcangelo di Padula;
– 62 nella chiesa di San Pietro di Sala Consilina.
Tuttavia, ce ne sono altre, non pubblicate, conservate negli archivi di altre chiese antiche del Vallo e nella Certosa di Padula, dove hanno rischiato di andare disperse.
A seguito della soppressione del complesso, nel 1807, infatti, si persero nel trasporto verso Napoli, per poi essere ritrovate e sistemate nella Badia della S.S. Trinità di Cava dei Tirreni.
Ma cosa sono e cosa contengono le pergamene?
In pratica si tratta di contratti matrimoniali, testamenti, lettere di Papi e Vescovi, donazioni, vendite ed acquisti di case e terreni, atti amministrativi, capitolazioni di città assediate, deliberazioni di parlamenti locali, concessioni feudali, regolamenti per la riscossione dei contributi fiscali, ecc.
In tali documenti, inoltre, sono protagonisti o risultano citati diversi personaggi autorevoli dell’epoca. Si va da governatori ad uomini di chiesa e proprietari terrieri, passando per notai, uomini d’arme e sindaci, per finire con medici, contadini e artigiani.
Per mezzo delle pergamene, come già evidenziato, è possibile ricostruire la quotidianità dell’epoca,con riferimento particolare a classi sociali, cultura, economia, religiosità e struttura urbanistica.
Al riguardo, nel 2009 la cittadina di Teggiano fu scelta da un Consorzio di Università europee per rappresentare l’Italia in occasione della prima collocazione online di pergamene medievali.
E a contenere tale raccolta (per il periodo 1197-1499) fu il libro “Regesti delle pergamene di Teggiano”, dello stesso Didier.
Nell’occasione, furono fotografate tutte le pergamene custodite nell’antica Diano ed i relativi regesti furono inseriti sul portale Monasterium.net.
Spostandoci, territorialmente, di poco e restando in tema, facciamo ora riferimento a 31 pergamene redatte tra il 1092 ed 1118 e presentate anche grazie al volume “Le Pergamene Greche di Santa Maria di Pertosa e i Notari di Auletta”, di Filippo D’Oria.
Si tratta di testi che fanno parte degli atti appartenuti all’Archivio dell’antico monastero italo-greco di Santa Maria di Pertosa, diventato, tra la fine dell’XI e gli inizi del secolo successivo dipendenza dell’abbazia benedettina di Cava de’ Tirreni e rimasto tale fino alla prima metà del ‘900.
Si tratta di donazioni, testamenti, compravendite, permute, mutui, stipulati in diverse località della Valle del Tanagro, ma con riferimento anche ad alcuni centri del Vallo di Diano, fino ad arrivare alla piana di Paestum.
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