L’argomento “scuola” credo sia stato presente in ogni famiglia, ognuno l’ha vissuto in maniera diversa; il 4 Marzo 2020 su quasi tutti i giornali e sulle reti TV veniva comunicato lo stop alle lezioni che non sarebbe durato a lungo. In realtà per ogni non è stato così. Sono stati 4 i lunghi mesi di lezioni online, interrogazioni, verifiche. I ragazzi delle scuole superiori in qualche modo hanno capito fin da subito che metodi adottare ed anche se non potevano più ritrovarsi in classe con i propri compagni hanno saputo superare il distacco. Per i bambini delle materne ed elementari è stato più difficile! Certamente alunni e studenti sono state le categorie più colpite e destabilizzate dai propri affetti.
Andrea De Rosa, un piccolo ometto frequentante l’ultimo anno di asilo, si è ritrovato senza poter giocare con i propri amici improvvisamente e costretto a non poterli vedere per ben tre mesi. La mamma, Elisa Coviello, mi confidava che per suo figlio i suoi due amichetti stretti erano parte integrante della sua famiglia, anche se così in piccola età.
“Come per lo scorso anno, quando pensavo al termine dell’ anno scolastico del mio piccolo, lo immaginavo svolgersi in una calda giornata di preludio estivo, dove il grembiulino a quadri aveva ormai lasciato spazio a coloratissime t-shirt Disney e, soprattutto, progettavo in qualità di rappresentante di classe, come organizzare una festa per concludere in allegria e gioia un altro step della scuola dell’infanzia. Però di tutto ciò, non si è verificato nulla.
A seguito della vacanze del Carnevale, era palese che qualcosa stava per incombere e stravolgere la nostra ordinarietà; a distanza di tempo mi rattristo al solo pensiero di come i nostri piccoli bimbi abbiano dovuto interrompere di frequentare la scuola e di conseguenza vivere lontano dal loro piccolo mondo didattico. Non è stato possibile prepararli a quanto fosse successo da quel mercoledì in poi … non hanno potuto salutarsi per un “arrivederci, ci vediamo presto”, non hanno potuto terminare i disegni che attendevano di essere completati quando la colla fosse ormai asciutta.
Senza preavviso, all’ improvviso, ogni genitore si è ritrovato a dover spiegare ai propri piccoli che qualcosa sarebbe cambiato per un tempo indeterminato: il cancello della scuola era chiuso con il lucchetto e le lezioni si sarebbero svolte dal PC, in simpaticissimi meeting dove bimbi assonnati e i loro biberon facevano da protagonista; delle fantastiche maestre hanno dovuto appellarsi ad ogni forma di creatività didattica per permettere ai loro alunni di continuare a camminare lungo il sentiero scolastico intrapreso con favole, racconti, schede operative, giochi, ma soprattutto programmando videochiamate di gruppo tali da permettere ai piccoli di continuare a vivere il legame “gruppo classe”, così come quello che vivevano tra le mura di scuola.
Le prime settimane è stato complesso per i bambini accogliere questa novità travolgente, ma grazie all’ausilio della tecnologia delle comunicazioni, quella che doveva essere una quarantena in solitudine, è diventata, anche per i bambini, una <
La mia esperienza personale, valuta la quarantena con una nota importante di positività: potevo donare a mio figlio una quantità e qualità di tempo di cui sino ad allora non ero stata in grado. Ogni mattina cominciava con una programmazione similare a quella scolastica: colazione, gioco, spuntino, scheda da completare, pranzo; un pomeriggio immerso tra giochi e nuove favole da ascoltare, ma immancabili erano le video-chiamate con il compagno di banco. I bambini, con la loro purezza d’animo, ci rammentano sempre quanto importante e fondamentale sia il valore dell’amicizia.
Attualmente, con grande cautela, abbiamo ripreso a frequentare gli amichetti, preferendo magari corse all’aria aperta dopo la lunga vita casalinga dei mesi scorsi.
Il 30 giugno, data conclusiva dell’anno scolastico della scuola materna, le meravigliose docenti di mio figlio hanno rilasciato ad ogni alunno un attestato di merito per aver risposto con entusiasmo alla DAD; un piccolo gesto che ha tanto da raccontare, per la bravura dei bimbi nel gestire questa novità e soprattutto per averla resa in pochissimo tempo una quotidianità ordinaria.
Settembre arriverà a breve e con lui tanti timori e perplessità: la riorganizzazione del mondo scolastico sarà sicuramente basato sul massimo rispetto delle norme di sicurezza e questo farà sì che i bambini potranno riprendere con il loro entusiasmo da dove avevano lasciato il 4 Marzo. Sono certa che saranno bravissimi cittadini che seguiranno le norme dettate dalle docenti e metteranno in pratica tutti i consigli igienici che in questi mesi hanno assunto immensa importanza. Tornerà l’autunno e con lui, spero la normalità; sono stati rubati già troppi giorni di allegria e spensieratezza ai bambini, impegniamoci tutti affinché tutto questo trascorso, resti solo un ricordo.”
Questo il commento di Elisa, una mamma come tante altre mamme dei bimbi della scuola materna che si sono ritrovate ad affrontare ogni minima lezione con i propri figli.
Invece, per chi ha concluso la scuola primaria di 1° e 2° grado (terza media) è stato un po’ triste non poter fare il pranzo di classe, salutarsi in quell’aula dove avevano iniziato a crescere con le prime esperienze.
Diana Sarraino, mamma di Luca Cormidi, lo racconta così; “Luca affronterà una nuova avventura perché passa alle superiori, porterà con sé solo pochi compagni delle medie e forse questo verrà ricordato molto triste dato che ricorderanno per sempre di non essersi salutati forse come desideravano. Alle scuole superiori conoscerà molti altri ragazzi provenienti da vari paesini limitrofi e forse questo renderà un po’ meno drammatica la fine di questo ciclo di studi. Per il momento non sappiamo quando e come si ritornerà, ma speriamo che il tutto vada nel migliore dei modi.”
Anch’io ho vissuto in prima persona le difficoltà tramite mia sorella Aurora che, come tutti i suoi amici, era dispiaciuta di non poter più incontrare compagne e compagni e divertirsi insieme. Allo stesso tempo, ha saputo cogliere la gravità di tutto quello che stava succedendo, forse perché ero io un po’ pesante a dirle che non bisognava assolutamente scherzare e farle sentire ogni diretta del premier Giuseppe Conte a qualsiasi ora. Mia sorella si è trovata a concludere un percorso di studi come Luca, e in lei trovavo la tristezza di quando diceva che non potevano organizzare la cena di fine anno, non sarebbero potuti più andare in gita. Ogni mattina, la professoressa nonostante la lontananza, accoglieva tutti con un grosso sorriso ed un buongiorno solare; forse era per alleggerire quella situazione che rendeva tristi tutti e anche per accorciare le distanze. Ma una cosa che dobbiamo riconoscere tutti è il grosso aiuto che la tecnologia durante questi mesi ha dato a tutti noi. Immaginate un periodo così buio, senza nemmeno poter comunicare in voce e video e restare isolati tra i muri di casa!
La scuola è progresso e nel terzo millennio ha imparato a camminare sulle “gambe” della tecnologia.
Fabiola Scorziello