La Valle del Calore è un’area ricca di risorse soprattutto naturalistiche, talvolta sconosciute o ignorate da gran parte degli stessi abitanti, e questo va attribuito al fatto che non si è riusciti a creare un canale di comunicazione effettivamente efficace che leghi tra loro le realtà esistenti. Spesso si ignorano non solo le potenzialità e le bellezze paesaggistiche ma anche le problematiche legate, ad esempio, al grave dissesto idrogeologico che vivono le zone del cuore del Cilento. A questo proposito particolare attenzione merita la questione riguardante la chiusura della strada statale 488 che risale al 10/04/00 a causa di una frana avvenuta a Stio Cilento, in località Retara. Da circa quattro anni, infatti, la zona, già definita a rischio di frane dalle autorità competenti, è stata soggetta a diversi smottamenti che con il tempo hanno provocato la distruzione di un tratto di strada, rendendone impossibile il transito. Ogni volta, per riattivare la circolazione, è stata costruita una stradina provvisoria che, come era facilmente prevedibile, non ha mai retto a lungo: quindi, specialmente ora che giunge l’inverno, e si preannuncia abbastanza piovoso, occorre premunirsi con interventi più seri. Gli abitanti di Stio, Magliano e Monteforte sono infatti costretti a percorrere la strada provinciale 47 , che attraverso i comuni di Gioi, Cardile e Moio della Civitella, conduce a Vallo, ma ciò comporta non lievi disagi a chi è costretto a percorrerla innanzitutto sia perché è stretta e tortuosa, e sia perché si impiegano ben 40 minuti in più rispetto a quanto si impiegherebbe percorrendo la SS 488. Così le popolazioni interessate si sono trovate e sono tuttora più lontane da Vallo, che è il loro centro di riferimento in quanto provvisto di ospedale e relativo pronto soccorso, e di altri servizi necessari. E pensare che Stio dista da Vallo appena 16 km!! Questo, dunque, rappresenta un grave problema di viabilità nel Cilento, che richiederebbe un intervento urgente e definitivo, da una prima riunione svoltasi nell’aula consiliare di Stio nell’aprile scorso tra i sindaci dei comuni interessati, un rappresentante della prefettura di Salerno e l’Anas, non è scaturito niente di costruttivo. E senza esito positivo si sono conclusi altri due convegni, uno presso la Prefettura di Salerno e un altro nella sede del Bacino Interregionale di Napoli. C’è da temere che passerà un altro inverno prima che si prenda veramente in considerazione la gravità del problema.
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