Sono 31 i comuni del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e delle aree limitrofe che domenica 26 maggio 2019 sono stati chiamati alle urne per le elezioni amministrative.
Erano 66 i candidati, tutti appartenenti a Liste Civiche fatta eccezione per Fratelli d’Italia e Lega Salvini a Capaccio Paestum.
La maggior parte dei sindaci eletti rappresentano comunità medio-piccole al di sotto dei 15mila abitanti e, quindi, sono stati eletti tutti al primo turno, fatta eccezione Capaccio Paestum: qui bisognerà attendere ancora 2 settimane prima di sapere chi tra Franco Alfieri e Italo Voza vincerà il ballottaggio di domenica 9 giugno 2019.
È stata registrata una buona partecipazione da parte degli elettori che, nella maggior parte dei casi, hanno espresso il proprio consenso nei confronti dei sindaci uscenti (e ricandidatisi): riconfermato D’Angiolillo ad Ascea, Parente a Bellosguardo, Lamaida a Castelnuovo Cilento, Luongo a Cuccaro Vetere, Cammarano a Rofrano, De Marco a Salento, Vicino a Torre Orsaia, Farro a Torchiara, Bianco a Torraca e Iannuzzi a Valle dell’Angelo. A Ottati capovolgimento con Guadagno che supera l’uscente Doddato. A San Mauro Cilento torna Cilento.
In molti casi le percentuali di vittoria vanno dal 40% al 60%. Undici al di sopra del 70% di cui sei tra l’80% e il 90% e un 100% ad Omignano con Raffaele Mondelli (unico candidato).
Nota di merito alle uniche tre donne che sono state elette sindaco: Concetta Amato, nel comune di Casaletto Spartano (eletta con il 51,80% delle preferenze e 504 voti, contro il 48,20% dello sfidante Giacomo Scannelli), Mariateresa Scarpa, nel comune di Gioi (eletta con il 44,63% delle preferenze e 391 voti, contro il 34,02% e il 21,35% delle preferenze degli sfidanti, rispettivamente Leopoldo Errico e Graziano Barbato) e Vincenzina Prota, nel comune di Morigerati (eletta con l’88,39% delle preferenze e 312 voti, contro l’11,61% della sfidante, Linda Maria Donato, che ha portato a casa 41 voti).
Pochi passi in avanti, quindi, per le donne aspiranti a ricoprire la carica di Primo Cittadino (9 in tutto nel Parco e nei comuni limitrofi). Viene da chiedersi come mai nel 2019 si faccia ancora così tanta fatica ad accettare che una donna possa governarci. Siamo, forse, ancora troppo radicati nella mentalità maschilista dei nostri avi? Fermi all’idea di una società che vede il “potere” come qualcosa che spetti esclusivamente al genere maschile? A quanto sembrerebbe, sì! Ma la storia ci insegna che la donna è in grado di portare a casa grandi risultati. Avere più donne in politica (e in generale più donne che ricoprano ruoli-chiave all’interno della società) aprirebbe la strada ad una “vera” emancipazione.
E in questa cornice, le cosiddette “quote rosa” che ruolo hanno per la donna? Di vantaggio o svantaggio? L’impressione è che rischino di essere esse stesse una discriminazione perché l’elettore si vede costretto a votare una donna per legge e non, semplicemente, per le sue capacità.
L’auspicio è che le donne riescano a “farsi strada da sole” in qualsiasi campo, senza dover chiedere “l’aiuto da casa” al governo di turno.
Intanto, buon lavoro a tutti i neoeletti sindaci!