Da qualche settimana è in edicola il quarto volume della “Nuova Enciclopedia illustrata della canzone Napoletana” scritta e curata con il consueto rigore professionale da un giornalista/storico di razza, quale è Pietro Gargano. Contiene una lunga scheda dedicata a Giuseppe Liuccio. Ne stralciamo alcuni pezzi significativi.
I suoi versi sono diventati canzoni per la musica di Franco Nico, voce magnifica Pina Cipriani, nell’album “Chesta è la terra mia” (straordinari, tra gli altri, i brani “Cammarota“, “Evviva Garibaldi“, “Povero Pisacane”, Zi prevete nnucente e sfurtunato, “Nu passero p’amico”)
Liuccio ha scritto canzoni più propriamente napoletane, come Pucundria, musicata e cantata da Fausto Cigliano nei primi anni ’80. Nel 2008 ha affidato dieci brani alla musica e alla voce di Nico nel cd “Le canzoni di Amalfi”, con la partecipazione di Pina Cipriani. Le più belle: Amalfi è nu quadro e Tenive l’uocchie ‘e cielo.
Tradotto in spagnolo, studiato a Toronto, Liuccio ha una voce ampia, letteraria e nello stesso tempo popolaresca, tenera e civile. Guizzi amorosi si alternano a fieri lamenti per gli uomini che nel 1799, nel 1828 e più tardi lottarono in un presagio di patria. Il naturalismo delle immagini (“schiuma arabeschi bianchi il mare calmo”) coesiste con vigori esistenziali. L’italiano- oscillante tra l’originalità e i richiami a Quasimodo, Gatto, forse Saba– coesiste con il cilentano, gremito di suoni aspri e addolciti dall’affetto. In Cilento mai s’è persa l’eco della pena contadina. Lingue tagliate ma non azzittite”: … ca la storia/ è fatta quasi sempe /ra chi perde” e di allontanare i rischi della retorica dalle cadenze più tenere ed amorose.::::”
Una bella notizia per il territorio salernitano, che in Giuseppe Liuccio ha trovato da decenni una voce libera, di poeta e giornalista, per cantarne storia, tradizioni e bellezze, ma anche per denunziarne mali endemici e problemi irrisolti. Per il poeta amalfitano/cilentano è il secondo prestigioso riconoscimento nel settore della canzone d’autore, dopo quello di qualche anno fa, consacrato nell’inserimento di alcuni suoi brani nell’Archivio Storico della Canzone Napoletana.
Raggiunto telefonicamente, Liuccio, che ci vantiamo di avere tra i nostri collaboratori, ha dichiarato: “Sono contento. E’ una buona notizia per la mia terra di origine, il Cilento, che non ha mai avuto voce adeguata alla sua storia ed alle sue bellezze e al cui dialetto rasposo e terragno mi sono sforzato di dare dignità letteraria. Ma lo è anche per Amalfi e la sua Costiera, che ho scelto come patria di elezione e che ho cantato e canto con trasporto emotivo, come testimoniano i versi di una bella canzone “Amalfi è poesia scippata d’ ‘o core/ è musica doce sunata d’ ‘o mare/Amalfi è nu suonno sunnato scetato/ c’ ‘o core int’all’uocchie guardanno ‘ncantato” La poesia è, comunque, un dono d’amore e come tale non aspetta gratitudine, per non appannarne la bellezza o, involgarirne il profumo”.