di Oreste Mottola Consiglio comunale del 16 luglio 2016, si proseguiva dalla seduta interrotta otto giorni prima. Sono mancati gli effetti speciali con le slide e il look modernista dell’assessore precedente al ramo e ci siamo dovuti consolare con la concretezza di Davide Cembalo che è abituato agli allevatori e a vacche e bufale. Ci è andata anche meglio anche perché il consiglio si sta abitando alla conduzione efficientista e severa di Francesca Saponara. Abbiamo appreso subito che stiamo in un paese dove risulta esserci qualche evidente miglioramento nella gestione economica dell’ente; non esistono debiti fuori bilancio: non c’è deficit e stiamo ben dentro il patto di stabilità. L’aliquota sull’Irpef è ferma al’0,8% e si prevede un gettito di 323mila euro. Il veterinario, con il supporto del responsabile finanziario Di Sarli, rende noto che le nuove norme in materia di finanza pubblica del governo Renzi stanno facendo impazzire gli enti locali non solo perché vengono ridotte le possibilità di entrate ma che le stesse devono essere certe. Insomma c’è lo stop ai vecchi “magheggi”, detti anche “manovre”, vale a dire la possibilità di “assestare” anche sulla sabbia. E così la discussione è andata avanti per diverse ore. La maggioranza è concentrata sui conti che devono tornare mentre l’opposizione varia il suo voto contro o di astensione e il messaggio sulle “cose da fare diversamente”. Una volta all’anno si discute anche dei terreni comunali di Ferragine a Serre (ottenuti qualche secolo fa a seguito dell’incorporamento di gran parte dell’attuale Borgo Carillia nei beni di casa Borbone), di proprietà del Municipio altavillese, quasi sedici ettari, offerti in vendita a 3.05 euro al mq. Non si riesce a trovare un acquirente e così Michele Gallo insiste perché il comune si faccia promotore di un progetto di sviluppo o si lanci in un progetto di finanza che a fronte della vendita di quei terreni porti magari in cassa i soldi per acquistare il Castello. Rosario Gallo e Franco Cembalo battibeccano sul progetto del collettore fognario, opera inutile per il primo, mentre per il secondo si trattava di onorare un accordo di programna con l’Ato e i comuni di Albanella e Capaccio. Michele Gallo è più tranchant: “Si tratta di un’opera non funzionale e il tempo ci darà ragione”. Ai due leader di minoranza sarà destinata la presidenza della commissione comunale di trasparenza e controllo. Notazione finale: il sindaco Marra ha scelto la linea del silenzio distribuendo tra i suoi l’onere di intervenire, proporre e rintuzzare, è la cosiddetta “linea dottore Cammarano” che prende il nome da Francesco, il sindaco della seconda metà degli anni Novanta, il primo cittadino decisionista nella gestione quotidiana dell’Ente e presente sui cantieri, ma che si defila dalla dialettica politica contingente così da marcare la sua natura di amministratore non politico. Quello stesso dottore Cammarano che è ricordato per il suo comportamento dopo la sconfitta rimediata contro Antonio Di Feo quando andò nel primo consiglio comunale utile e, in meno di un quarto d’ora, rassegnò le sue dimissioni da consigliere. Consentendo così a una giovane Maria Fusco, non era epoca di quote rosa, di poter vivere la sua esperienza di consigliera comunale. Un “lodo Cammarano” al quale potrebbe guardare oggi anche qualcun altro! SCHEDA/ QUESTIONE FERRAGINE Per l’ennesima volta il comune tenta di vendere i terreni di Ferragine. Ci fu un tempo che gli orgogliosi rappresentanti dei cittadini di Altavilla arrivarono più volte a rischiare l’arresto pur di difendere le prerogative della nostra comunità. Il fatto: il comune di Altavilla Silentina vuole fare cassa ed ha deciso di vendere definitivamente le terre di Ferragine, quasi 16 ettari nel comune di Serre, a ridosso del fiume Calore. Il terreno, prevalentemente coltivato a foraggere, compreso nel territorio di Serre (più o meno alla parte opposta del Calore, lato Palata) fa parte del patrimonio disponibile di Altavilla. La sua estensione complessiva è di 15.37.44, superficie nominale. Il terreno, costituente un unico appezzamento, con giacitura piana, ha una configurazione regolare, confini rettilinei che ne permettono la razionale coltivazione con gli attuali mezzi agricoli e viabilità interna costituita da vie sterrate. La vendita potrà avvenire sia per l’intero fondo che per i singoli 7 lotti. Agli attuali affittuari dovrà essere riconosciuto il diritto di prelazione secondo le norme vigenti. Quello che si riuscì ad evitare dopo la dichiarazione di dissesto del bilancio municipale degli anni Novanta ora sembra che avverrà con la rinuncia a quella proprietà terriera così ricca di storia. Di fronte all’imposizione del re Borbone di annettere lo Scanno alla tenuta di caccia di Persano, nella prima parte dell’Ottocento ci furono sindaci che non ebbero paura di scontrarsi con la potente dinastia e, a rischio dell’arresto più volte minacciato, difesero i nostri diritti collettivi. E fu così che ad un certo punto venne prospettata una soluzione di compromesso: al comune di Altavilla, in cambio della cessione dello Scanno, sarebbero andate numerose proprietà. L’unica che riusciamo a tenerci è Ferragine. Fino al 2010, però. Quello che molti si aspettavano era la definizione di un più ambizioso progetto di sviluppo di quegli appezzamenti di terreno non certo quello di una vendita pura e semplice.
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