Non si tratta del ritorno della Sicignano-Lagonegro, ma il progetto legato alla realizzazione di una stazione dell’Alta Velocità/Alta Capacità nel Vallo di Diano, lungo la nuova linea Battipaglia-Praia a Mare, sta facendo molto parlare.
Il nuovo tratto bypasserebbe l’attuale stazione di Salerno, attraversando il comprensorio e raggiungendo la Calabria.
Un possibile “ritorno” del treno, quindi, dopo che il territorio valdianese, nel lontano 1987, ha dovuto assistete alla chiusura al traffico della tratta Sicignano-Lagonegro.
In questi 34 anni il tema legato ai trasporti ed in particolare ai servizi ferroviari, è periodicamente tornato attuale, sotto forma di rimostranze, studi di fattibilità, auspici, fantomatici progetti, segnalazioni, ecc.
Risultato comune? La certificazione dell’antieconomicità della riattivazione della linea.
Come era logico attendersi, quindi, la notizia della possibile realizzazione della nuova tratta ha rinnovato il dibattito ed è stata foriera di diversi interventi, alcuni di circostanza, altri particolarmente interessanti, altri ancora tendenti quasi esclusivamente a seminare polemiche.
Alcuni di essi sono stati ispirati dal fatto che il vicino, ma “lontano” Cilento non sia stato al momento incluso da Rete Ferroviaria Italiana nel progetto dell’Alta Velocità.
Scenario che ha messo in allarme il territorio che ha prontamente chiesto la revisione dell’idea progettuale.
I sindaci dei comuni di Agropoli, Capaccio Paestum, Cicerale, Laureana Cilento Lustra, Perdifumo, Prignano Cilento, Rutino e Torchiara, in tale ottica, hanno chiesto un confronto con RFI Ministero dei Trasporti e Regione Campania per scongiurare l’esclusione dell’are cilentana, meta di una gran numero di turisti nel corso dell’anno.
Va in tal direzione, al riguardo, la lettera del consigliere regionale Corrado Matera indirizzata all’amministratore delegato e direttore generale di RFI, Vera Fiorani. Nella missiva si evidenzia la necessità di considerare adeguatamente anche le zone del Cilento e della Piana del Sele.
In merito alle aree va evidenziato che l’alta velocità non servirebbe soltanto il Vallo ma anche, tra gli altri, i territori lucani del lagonegrese, l’alta Val d’Agri e la Valle del Melandro.
In riferimento, invece, ai dettagli, lungo la nuova tratta potrebbero viaggiare, fino a 250 km/ora, i treni Frecciarossa, Frecciargento e Italo, fino a 200 km/ora gli Intercity, fino a 160 km/ora i treni regionali ed i treni merci portacontainer high-cube fino a 750 metri. Il progetto prevede anche una stazione ferroviaria a Baronissi, in zona universitaria e un raccordo per raggiungere la stazione di Battipaglia.
Soluzione che permetterebbe di accorciare di molto i tempi di percorrenza per raggiungere anche l’Università di Salerno.
In definitiva sarebbero diverse le zone che beneficerebbero di questa nuova realtà. Un’opportunità, quella di riportare il treno nel Vallo, ritenuta “unica” dal Comitato per la riattivazione della linea ferroviaria Sicignano Lagonegro, attraverso un apposito comitato.
Di “guerra tra poveri” ha, invece, parla il sindaco di Buonabitacolo, Giancarlo Guercio. “Si dimostra la totale assenza di lungimiranza di un intero territorio – sottolinea – che per le solite beghe rischia di vedersi escluso dagli assi strategici.”
C’è da dire che, al di là di beghe e schermaglie territoriali e politiche, la sensazione è che in questo caso non possano esserci grandi stravolgimenti o “colpi di mano”, essendo, verosimilmente, la scelta di Ferrovia funzionale alla rete ed agli utenti, più che a favorire determinate aree, a discapito di altre. O almeno, così si spera.
E’ vero che il comprensorio valdianese non può vantare grande numeri e l’utenza è quella che è (dettaglio, questo, più volte fatto emergere in passato in relazione a soppressione di servizi e strutture). Ma lo è altrettanto il fatto che dopo la ferrovia, il tribunale e il carcere, servizi attivi e poi cancellati, sembrerebbe davvero inverosimile dare un colpo di spugna a qualcosa che è ancora soltanto su carta.
Cono D’Elia