Ho difeso il governo Conte, quando ho ritenuto che andava difeso, per le disposizioni, utili e necessarie, che aveva emanato, per fronteggiare la pandemia. Ora, dagli spifferi che si sentono in giro, è sotto pressione, perché chiedono di allentare le misure già stabilite per i giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, per dare la possibilità alle persone di muoversi liberamente, tra i piccoli Comuni del nostro Paese. Spero proprio che Conte, vista anche la grande folla dei vacanzieri di strada, nell’ultimo fine settimana, non ceda alle sollecitazione di una parte della gente che vuole la libertà di festeggiare, nonostante la situazione ancora molto difficile e delicata del momento e non soddisfi le richieste di alcuni partiti, che non vogliono il bene dell’Italia, ma pensano solo ai loro interessi elettorali. Conte, se cede sbaglia, perché allentare ora la stretta, significa avere nella terza ondata di gennaio, un numero di morti ancora maggiore di quello di adesso e, così facendo, si replicherà anche l’errore, già commesso in estate. Sbagliare una volta può essere considerato un peccato veniale, ma continuare a sbagliare è proprio un peccato mortale, davvero imperdonabile. Mi auguro, quindi, per la salute di tutti noi, che non solo non ci siano deroghe a quanto già stabilito, ma che vengano ancora di più inasprite le restrizioni, per evitare una nuova Caporetto, per la vita del nostra comunità. Se ciò non dovesse avvenire e se ci dovessero essere concessioni a quanto già stabilito, non perderà la faccia solo Conte, ma perderà la credibilità il nostro Paese, pieno di irresponsabili festaioli, incapaci di rinunciare, per una volta, a banchetti e libagioni, allargati anche a parenti e a familiari non conviventi. Mi viene proprio da pensare, che l’Italia sia un Paese dove l’immaturità, sia il denominatore comune della maggioranza delle persone.
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