Sembra ormai solo una formalità l’ufficializzazione della candidatura di Alfieri a sindaco di Capaccio Paestum. L’outsider pare aver sondato il terreno politico, sempre più scricchiolante e frammentato, e si accinge ad approfittare delle profonde divisioni presenti nel territorio. La forzatura politica, sempre più evidente di questa scesa in campo, ci riporta a due anni fa quando un altro “forestiero” scese da Giungano per approfittare delle lesioni sociali e vincere sorprendentemente le elezioni. Quello che all’epoca sembrava un fenomeno a se stante e per certi versi anche una scelta accattivante da parte dell’elettorato locale deluso e amareggiato dai propri politici, rischia adesso di diventare una provocazione nei confronti delle energie politiche del territorio e degli stessi elettori. Sebbene Palumbo abbia vinto con una maggioranza imbarazzante, la sua debolezza più evidente è stata quella di non aver amalgamato pienamente le diverse anime politiche locali (candidate e non) e, quindi, a dover spesso fare la voce grossa per imporre la propria linea amministrativa. Ma questo non ha pagato e le continue intromissioni e forzature hanno portato alla sua caduta per mano dei dissidenti confluiti, poi nel gruppo di “Laboratorio Politico”. E proprio loro, che adesso si apprestano a sostenere un altro sindaco straniero come Alfieri.
Gli affossatori di Palumbo sanno bene quanto sia difficilmente gestibile un leader carismatico che, venendo da tutt’altro contesto, arriva a vincere le elezioni a CapaccioPaestum. Compiere l’impresa provoca una sorta di trans agonistica che certamente si evolverà in esaltazione e idolatria per chi ha vinto le elezioni e quindi la sostanziale proibizione di qualsiasi critica o contrasto dentro e fuori il consiglio. “Laboratorio Politico” sa anche quanto sarà difficile per loro presentare un altro straniero agli elettori che hanno visto, il 24 dicembre 2018, cadere malamente un sindaco proprio per mano loro dalla sera alla mattina.
Si p trattato di una sorta di sfiducia “lampo” senza mai un confronto politico dentro il consiglio comunale come è nella natura della politica e nel rispetto per quella istituzione concepita proprio con lo scopo di dibattere a viso aperto dei problemi amministrativi e politici. Per non parlare della scelta del consigliere Pasquale Mazza che in un mese è riuscito apassare dalla dormiente opposizione alla fiera maggioranza e poi ancora al “partigianismo” più sfrenato decidendo così la caduta di Franco Palumbo. Il tutto a favor di telecamera e senza fornire spiegazioni convincenti e credibili generando un imbarazzo sociale e uno sconforto politico. Voci di corridoio annunciano la candidatura di Mazza a sostegno di Alfieri per le prossime elezioni! Staremo a vedere …
Ma chi è Franco Alfieri?
Incarichi: sindaco di Torchiara (rieletto ininterrottamente dal 1988 al 2004), consigliere provinciale, nominato per due volte assessore ai lavori pubblici alla provincia di Salerno, nominato presidente dell’Assemblea Generale dell’Unione dei Comuni “Alto Cilento”, Presidente del Consorzio per gli insediamenti produttivi tra i Comuni di Torchiara e Prignano, eletto per due volte sindaco di Agropoli, nominato Presidente dell’Unione dei Comuni Alto Cilento, componente Consiglio Nazionale ANCI, nominato nel febbraio 2016 Consigliere del Presidente della Regione Campania per i temi attinenti l’agricoltura e la pesca e nominato nel luglio 2017 Capo della Segreteria del presidente della Regione Campania (incarico concluso nel febbraio 2018).
Nel corso della sua lunga carriera politica non sono mancati gli intoppi giudiziari come l’inchiesta “Due Torri” nella quale le accuse di turbativa d’asta risalente al periodo tra il 2001 e il 2008, all’epoca del suo incarico ad assessore ai lavori pubblici per la provincia di Salerno, si è conclusa con una prescrizione a carico dell’ex sindaco di Agropoli. Tale inchiesta, che ha prodotto numerosi arresti tra tecnici e imprenditori dal calibro di Citarelli, accusati di aver instaurato un sistema strategico di assegnazioni di appalti mediante capicordata, rimane fuori dalla fedina penale di Alfieri ma che comunque emerge dalle cronache ogni qual volta si fa il suo nome per una candidatura o un incarico.
Così come l’inchiesta “ghost road” nella quale l’ex sindaco viene accusato pubblicamente dal figlio del compianto sindaco di Pollica, Angello Vasallo di “aver dimenticato le numerose denunce fatte da mio padre circa gli inesistenti lavori ” ma regolarmente pagati dalla provincia “sulla Casal Velino – Celso ; tutte protocollate e indirizzate all’ex Assessore ai lavori pubblici della provincia di Salerno, Franco Alfieri”.
Queste accuse hanno accompagnato Alfieri anche nella sua deludente esperienza alle politiche 2018 quando, dopo aver ottenuto la candidatura al seggio uninominale del Cilento dal Partito Democratico, la famiglia Vassallo ha chiesto esplicitamente alle segreterie del PD di togliere il nome di Angelo Vassallo dai vari circoli cilentani.
Alfieri ha replicato per la prima volta a questa accusa infamante affermando che “Angelo Vassallo era un mio amico e per anni non ho risposto alle critiche arrivate dalla sua famiglia nei mesi successivi il suo tragico omicidio. Rompo il silenzio solo ora perché non voglio s’infanghi la memoria di un uomo di cui ero amico”
Ma Alfieri è anche il sindaco che ha esaltato il borgo di Torchiara ed ha rivoluzionato Agropoli facendola diventare quel fiore all’occhiello che tutti apprezzano e ammirano, soprattutto gli Agropolesi che gli hanno da sempre tributato un consenso plebiscitario.
La campagna elettorale è appena iniziata e lo scontro è destinato ad animarsi tra gioie e dolori; veleni e passioni tra chi porrà il primato del codice etico e chi della competenza amministrativa.