di Velina E se all’improvviso si materializzasse il “papa straniero”? Chi potrebbe essere il candidato capace di mettere scompiglio tra i tanti pretendenti alla carica di Sindaco della Città dei templi? Da tempo si invoca l’arrivo di un personaggio che metta in moto una profonda trasformazione di Capaccio Paestum per dotarla di infrastrutture all’altezza dei tempi e di un piano regolatore che consenta di mettere ordine a in una realtà che, da troppo tempo, è alla ricerca di un assetto su cui basare il suo rilancio. In fondo, i Capaccio-pestani hanno sempre invidiato, negli ultimi 10 anni, i cugini Agropolesi che consegnarono le chiavi della città a Franco Alfieri, già sindaco di Torchiara e, allora, potente assessore ai lavori pubblici della provincia di Salerno. Per la verità, ci ha provato anche un altro stimato sindaco della chora pestana, Franco Palumbo, attualmente primo cittadini di Giungano, ma ha sempre dovuto cedere il passo di fronte all’orgoglio capaccese che non ha mai ammesso intrusioni esterne nella sua cerchia. Oggi, nonostante un numero impressionante di candidati come non se ne vedevano dalla 1^ Repubblica, si è aperta una falla nel sistema di “potere” capaccese. Questo è dovuto alla perdita di peso specifico del sindaco in carica, Italo Voza, a seguito dello sfaldamento della composita maggioranza che lo portò trionfante a “palazzo di città”, rischia di trovarsi a combattere una battaglia dura con un “esercito” demotivato. C’è, poi, l’eccessivo numero di candidati scesi in campo con probabilità più o meno simili di andare al ballottaggio. Infine, serpeggia la convinzione di tanti portatori di interessi che non si può ancora rischiare di sprecare altri cinque anni nell’attesa di capire se gli elettori hanno fatto la scelta giusta. C’è poi lo sfaldamento del PD capaccese che non è in grado di raccogliere intorno a sé il disagio montante della comunità per il ruolo ambiguo a cui è condannato volendo giocare il ruolo di partito di lotta e di governo e che necessita di un colpo d’ala per tentare di elevarsi dal ginepraio di liste civiche che da un ventennio hanno condizionato la vita “politica” di una comunità di oltre 20.000 anime. Se Franco Alfieri si decidesse a guadare il Solofrone si risolverebbero in un colpo solo tre problemi! Italo Voza si toglierebbe dal vicolo cieco in cui si è messo con lo sfaldamento della sua maggioranza, il Pd capaccese potrebbe ricompattare le diverse anime che lo compongono vedendo finalmente la possibilità di governare in modo coerente la città e, finalmente, Capaccio Paestum si troverebbe ad avere il suo eventuale sindaco seduto nella stanza dei bottoni regionali essendo Alfieri consigliere di Vincenzo De Luca per l’agricoltura. Ovviamente, questa è fantapolitica! È un modo come un altro per lanciare lo sguardo oltre la siepe e i cespugli che stanno animando questa campagna pre – preelettorale. È un modo per agitare un po’ le acque che, per quanto mosse, non riescono ancora a tracimare nell’opinione pubblica.
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