Ho seguito anch’io, come tantissimi altri cittadini ed elettori, lo spoglio delle schede depositate nelle urne della 22 sezioni disseminata nelle contrade capaccesi. Questo grazie a Stile Tv che, con il supporto dei programmatori di Convergenze Spa, ha dato l’opportunità a tantissimi di aggiornarsi, minuto dopo minuto sull’andamento dello scrutinio.
Anche gli ospiti seduti nel salotto di Alfonso hanno contribuito con i loro interventi a sostegno dell’uno, dell’altro e dell’altro ancora o anche solo per esprimere la propria idea su come evitare che la Città dei templi, ancora una volta, cadere in preda alla bulimia amministrativa che da quasi due decenni l’ha fatta da padrona.
I numeri che, impietosamente, si aggiornavano di secondo in secondo a seguito degli aggiornamenti che giungevano direttamente dalla sezioni ha reso subito l’idea su come si sarebbe delineato il risultato finale che porterà come conseguenza il ritorno il 9 giugno alla urne per consumare, fino in fondo, il percorso elettorale con il ballottaggio tra i primi due eletti: Franco Alfieri e Italo Voza.
Lo scontro sarà protratto ancora per altre due settimane e il dibattito si giocherà soprattutto sulla reale possibilità di ribaltareil risultato che vede Alfieri ad un passo dal traguardo.
Nella passata esperienza fu Voza a partire da una posizione di vantaggio e Franco Palumbo ad inseguire.
Nulla è scontato e nessuno dei due candidati è tanto imprevidente e ritenere che lo sia. Per cui, assisteremo al confronto finale che i due vorranno affrontare con rinnovato vigore retorico e, soprattutto, puntando a recuperare consensi tra coloro che rimarranno orfani del proprio beniamino: Enzo Sica.
Nella passata esperienza, nei quindici giorni che precedettero il voto di ballottaggio, Palumbo fece un accordo con Franco Sica, risultato terzo al primo turno, cooptandolo a risultato conseguito in giunta. L’accordo legittimo e previsto dalla legge elettorale non fu formalizzato con un apparentamento e questo comportò un’alterazione dei rapporti tra maggioranza ed opposizione nel consiglio che si insediò.
E questo fu, probabilmente, la causa delle successive rotture che gradualmente portarono la “granitica” maggioranza a sgretolarsi nell’arco di poco più di un anno.
Pertanto, in caso di accordi o di possibili alleanze che i protagonisti abbiamo voglia di promuovere, siano essi fatti secondo quanto previsto dalla legge e non sotto banco.
Solo la chiarezza dei ruoli potrà preservare a chi sarà eletto sindaco la sua linearità nello svolgimento dell’azione di governo e a chi sarà collocato dal voto popolare al ruolo, altrettanto importante, di oppositore di mantenere fede ai motivi che li hanno visti contrapporsi in una campagna elettorale vissuta intensamente.
Questo non vorrà dire che il confronto sulle cose fa fare non debba essere costruttivo e collaborativo per il bene della città, ma che accada nella chiarezza e alla luce del sole.
Per il futuro chiunque vorrà mettersi in gioco e al servizio della comunità di Capaccio Paestum non potrà farlo solo a ridosso delle elezioni amministrative, ma dovrà presidiare il territorio giorno per giorno, aggregare energie su ogni esigenza sociale, elevare il confronto sulle scelte fatte dall’amministrazione per proporre qualcosa di meglio e non solo demolire quello che propone il sindaco in carica. Si tratterà di stimolare i settori produttivi a guardare oltre il contingente, immaginare nuove frontiere da superare, abbattere gli steccati che impediscono ad una comunità di vivere al meglio la propria città …
Bisogna riconoscere che solo il gruppo dei Cittadini a 5 Stelle, nella passata legislatura, hanno tentato di svolgere il ruolo di sentinelle sul territorio. Purtroppo, sono stati approssimativi nella presentazione della lista e tagliati fuori dalla competizione elettorale e, certamente, avrebbero potuto rivendicare a proprio merito di essere stati l’unica spina nel fianco dell’amministrazione Palumbo oltre ai consiglieri eletti nelle sue liste che lo hanno lasciato!
A Capaccio Paestum entrano in crisi i modelli tradizionali legati alle elezioni comunali! Si tratta di un cambio di passo dell’elettorato attivo che ha puntato più a scegliere in base alle competenze che ai “titoli” provenienti da altre esperienze: il campo medico nel caso di Italo Voza e Enzo Sica.
Anche nella scelta della preferenza ai consiglieri l’elettore e le elettrici, sia pur rispettando il carattere locale del voto, hanno voluto e saputo discernere e cercare di far combaciare la volontà di far valere la voglia di cambiamento e la “necessità” di dare la preferenza ad amici, parenti, colleghi vicini di casa …
Ai due dottori non è bastato il richiamo alla “capaccesità” per respingere l’entrata in gioco nella Città dei Templi del secondo candidato “straniero”. Questo a dimostrazione che a tutto c’è un limite! E quando il vaso dove si accumulano le “delusioni” dovute ad un filotto di fallimenti inanellati dall’inizio degli anni 2000, allora c’è poco spazio per la chiamata alla “armi” contro qualcuno.
Franco Alfieri, che ha quasi avuto gli stessi voti di Sica e Voza messi insieme, dovrà ora affrontare il ballottaggio con lo scopo di raccogliere il voto in libera uscita di chi è risultato terzo. Viceversa, il 2° arrivato, tenterà di chiamare a raccolta gli stessi elettori. Con quali argomenti attirare nella propria orbita gli i cittadini “orfani” del capolista, senza tentare la via dell’apparentamento elettorale, è una scelta difficile ma necessaria.