di Oreste Mottola
Domenica scorsa un gruppo di cittadini ha raccolto una parte dei massi caduti sulla provinciale 12 e li ha depositati sul primo scalino (alla faccia dell’eliminazione delle barriere architettoniche) dei vari municipi. Un gesto dettato dalla rabbia per una situazione che è diventata davvero insostenibile. A Roscigno la Provincia sta buttando un mare di soldi nell’eterno rifacimento del collegamento con Bellosguardo, lavori in corso ormai da tre anni, e la strada sprofonda in un punto, dove tutti sapevano – ad eccezione degli addetti ai lavori – che c’era un punto critico con il vuoto sotto. Tra Castelcivita e Aquara un grosso masso campeggia al centro della provinciale, perché non è rimosso?
QUEI SOLDI DELLA BANCA NON UTILIZZATI
Sempre a Roscigno non sono stati utilizzati i 30mila euro messi a disposizione dalla Bcc di Roscigno. Nonostante l’impegno economico, assunto a ottobre scorso dalla Banca Monte Pruno, per mettere in sicurezza il tratto della Strada Provinciale 342, che collega Roscigno a Corleto Monforte, interessato da una frana, da allora ancora non è stato fatto nulla. L’istituto di credito ha messo a disposizione 30mila Euro, e altri 15mila per la perizia idrogeologica, però questi soldi, ancora in giacenza presso la BCC, non sono stati mai utilizzati per eseguire i lavori. Su chi avrebbe dovuto svolgere l’intervento, c’è un rimbalzo di responsabilità tra la Provincia di Salerno e il comune di Roscigno. Il direttore generale della Monte Pruno Michele Albanese, a nome dei soci e dei tanti cittadini che percorrono quotidianamente la strada ha rivolto un appello alle istituzioni coinvolte affinché si diano una mossa “Abbiamo il diritto di capire perché non è stato fatto ancora nulla. I soldi sono qui in banca disponibili da mesi ed è inconcepibile che nessuno si sia preso la briga di far svolgere i lavori per mettere in sicurezza la strada e renderla percorribile”. Una protesta simbolica partita di domenica mattina e uno o più piccoli massi sono stati deposti sui primi scalini dei vari municipi dei paesi degli Alburni.
LA GENTE CHIAMA, NESSUNO RISPONDE
La protesta è contro sindaci, amministrazioni regionali e provinciali, che assistono inerti alle frane, caduta massi e sprofondamenti vari che stanno facendo diventare l’area alburnina, ma anche i dintorni di Roccadaspide, una vera e propria riserva indiana. Su molti tratti, intendiamoci bene, si circola sì, ma a rischio e pericolo dei viaggiatori, che nel caso sopravvivano (necessario gesto apotropaico) al pietrame che crolla dalla montagna non solo non saranno mai risarciti ma addirittura multati “alla memoria” per non aver osservato il divieto di transito.
AUMENTA L’ABBONAMENTO ALL’AUTOBUS.
Oltre il danno la beffa. Perché se l’automobilista individualmente può infrangere il divieto d’accesso, questo è severamente vietato agli autobus del servizio pubblico. Conseguenze? Percorsi da e per ospedali e scuole che arrivano a triplicarsi, in tempo necessario e chilometri da percorrere e senza i rimborsi regionali. Così le ditte delle autolinee sono costrette a rivalersi, ma solo in parte giurano, e da qui parte l’aumento medio di 10 euro sugli importi degli abbonamenti mensili. E’ una vera nuova tassa!
ANCHE CONTRO DE LUCA
Nessun primo cittadino ha affiancato i cittadini e nessuno li ha accompagnati nel corteo itinerante. Per la Sp 12 dicono che manca la copertura finanziaria. Intanto però l’amministrazione spreca soldi per spese tecniche di progettazione inutili e interventi non risolutivi. Il futuro della viabilità degli Alburni non solo è incerto ma anche pieno di insidie. La più profonda si chiama indifferenza.
ECONOMIA ALLO STREMO.
Dopo la voragine al centro della Sp 418 che ha decretato l’isolamento di Roscigno, la chiusura della statale 166 Degli Alburni- per bonificare la montagna da cui, ripetutamente dal costone roccioso si staccano massi, ecco l’allarme della Coldiretti Salerno : «La situazione viabilità nell’area degli Alburni è gravissima: sono necessari interventi immediati. I cittadini e le aziende agricole non possono più attendere. Di fatto sono interrotti i collegamenti tra gli Alburni e il Vallo di Diano – dichiara Vittorio Sangiorgio, presidente Coldiretti Salerno – se a questo aggiungiamo la chiusura della Sp 12 tra Castelcivita e Ottati, l’area è praticamente isolata. Questo problema sta mettendo in ginocchio centinaia di aziende agricole, allevatori, commercianti, agriturismi: ormai gli spostamenti sono diventati impossibili. La cosa più preoccupante è la mancanza d’interventi risolutivi. Bisogna trovare i fondi per ripristinare immediatamente la viabilità e per mettere in sicurezza un’area a forte rischio idrogeologico. Non si può parlare di economia e turismo – conclude Sangiorgio – se non riusciamo a riparare le strade e non si può parlare di rilancio delle aree interne senza un’adeguata viabilità. Così gli Alburni rischiano definitivamente di morire”.