Investimenti sui valori del territorio. È questo uno degli obiettivi della Fondazione Giambattista Vico di Vatolla che ormai da anni opera sul Cilento. Il tempo però non pesa assolutamente sull’Istituto di Alta Cultura, unico nel Meridione, e le iniziative continuano senza sosta. L’ultima, in mero ordine cronologico, è il progetto relativo alla valorizzazione del fico bianco che parteciperà alla Misura 16.1 della Regione Campania. Tale misura rientra nel Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 e prevede la costituzione e il funzionamento di Gruppi Operativi atti a sviluppare un POI, Progetto Operativo di Innovazione. A lanciare l’idea della partecipazione al bando è stato il presidente della Fondazione Vincenzo Pepe nel tentativo di rilanciare la filiera del fico bianco cilentano e campano. «Una nuova sfida sulla nostra strada – dice – una sfida che ci impegnerà molto essendo noi motivati per continuare il progetto di sviluppo e tutela del Cilento». A raccogliere l’appello è Claudio Aprea, direttore dell’istituto vichiano ed europrogettista. Secondo quest’ultimo, il progetto da far partecipare al bando regionale deve basarsi sul fico ma in particolare sul frutto essiccato che nel Cilento ha una storia molto antica. L’intenzione è quindi quella di dare all’azione una doppia valenza: innovazione e tradizione. Innovare ma rimanere fedeli agli usi del territorio. «Il gruppo di lavoro – spiega il dott. Aprea – baserà le ricerche sulla rigenerazione della filiera legata al fico bianco del Cilento che ad oggi risulta essere una filiera negata in quanto, seppur spesso evocata – continua – seppure spesso intrisa di tradizioni e identità, non è riuscita ad oggi ad incidere in maniera significativa sull’economia del territorio. Il G.O. avvierà una serie di percorsi di studio volti ad innovare i processi colturali e culturali del fico, fermando l’attenzione sul valore economico massimo di questo frutto. Esso consiste nel proporlo al mercato dopo un processo di essicazione. Tale processo – prosegue il direttore – dovrà essere il più possibile aderente alla tradizione ma dovrà soddisfare la logica del tempo, della qualità, dell’igiene e della convenienza dal punto di vista economico ed ambientale». Infine Aprea traccia un segno importante svelando la sua idea che ha del rivoluzionario: «Gli studi che porteremo avanti – dice – saranno tesi a ribaltare il detto negativo “non vale un fico secco” e riuscire a dimostrare che “un fico secco vale…”». L’idea è stata già esposta sabato 26 agosto presso il cortile di Palazzo De Vargas di Vatolla, sede della Fondazione, raccogliendo il consenso degli enti pubblici e privati presenti. Un secondo tavolo tecnico si è tenuto venerdì 1 settembre nel convento benedettino di Giungano durante il quale hanno aderito al progetto i comuni di Agropoli, Giungano, Montecorice, Monteforte, Orria e Prignano Cilento, oltre al GAL Cilento Rigeneratio, al FLAG Cilento Mare Blu e alla Pro Loco di Giungano. Presenti anche diverse aziende che producono il prezioso frutto. Non presente all’incontro, ma vicino con la mente e il cuore, il presidente Pepe il quale dichiara: «Un progetto che ho voluto fortemente e che sono sicuro rappresenterà possibilità molto valide non solo per il Cilento ma per tutta la Campania; per questo motivo abbiamo voluto dare al tutto un respiro più ampio facendogli oltrepassare i confini cilentani. È nato una partenariato molto forte – continua – che qualunque sia il responso della Regione su questo progetto si costituirà in associazione di categoria al fine di poter partecipare anche ad altri bandi». Il partenariato così formato è ancora aperto a nuovi ingressi per tutti coloro i quali fossero interessati a dare il proprio contributo.
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