Per il nostro primo viaggio e assaggio nel Parco abbiamo scelto Laurino, comune situato nel cuore del nostro invidiato Parco.
Laurino sorge su un colle, a 531 metri s.l.m., le sue origini risalgono ad epoca precristiana. Il suo nome deriva da Laurus (lauro).
Qui troviamo il Museo Archeologico, dove sono custoditi vari reperti, anche di epoca precristiana.
È possibile visitarlo su richiesta, escluso la domenica, l’ingresso è gratuito.
Tra i beni architettonici segnaliamo il Palazzo Ducale e le chiese di Santa Maria Maggiore, dell’Annunziata, di Ognissanti, di San Biagio, di S. Antonio ed il Convento di S. Antonio. Interessante la fauna.
In questa ridente località si possono osservare cinghiali, volpi, lepri e falchi.
Noi siamo stati a Laurino il 13 settembre, partiti da Paestum (nostra base operativa) abbiamo attraversato i comuni di Capaccio, Trentinara, Monteforte e Magliano Vetere. Siamo arrivati a Laurino, paese tranquillo come la sua gente, le sue vie, e di conseguenza anche il cibo.
Dopo una suggestiva salita, e appena prima di un’insidiosa curva, appare il ristorante “La Rupe”, nostra meta gastronomica del mese.
L’ingresso è di quelli giusti (a parte un lastrone di marmo).
Il “patron” è Alfonso Filizola, figlio d’arte, in quando, lui rappresenta la terza generazione di una famiglia di ristoratori, e all’occorrenza rispolvera intatti profumi e sapori, tramandati nel tempo e gelosamente custoditi.
Alfonso è un giovane molto motivato, e anche abbastanza audace nelle sue rielaborazioni culinarie, e, sicuramente sentiremo parlare della sua verve negli anni a venire. Noi, non abbiamo ordinato, ma ci siamo lasciati guidare dalla sua mano nel nostro breve percorso gastronomico. Il bravo Alfonso ci ha stupiti inizialmente con classici “muglitieddi” (budella di capretto farciti e grigliati), accompagnati da una tenera e farinosa patata nella sua buccia grigliata.
A seguire delle deliziose pappardelle con funghi, appena macchiate con del pomodoro fresco.
Il piatto forte erano delle costolette di cinghiale ai ferri con un ristretto di balsamico ed un raro scalogno in camicia. Di buona fattura anche il dessert, sempre rigorosamente maison.
A quel punto abbiamo capito chiaramente che in cucina c’era qualcuno intenzionato a cambiare musica.
Come vino ci è stato proposto un vinello rosso locale in caraffa: da dimenticare.
Abbiamo chiesto la lista dei vini e… sorprendentemente ci è stata proposta la scelta di ben 33 etichette, tra i vini nazionali più famosi come il Barolo, il Barbaresco, il Brunello di Montalcino, l’Amarone, il Chianti…
Noi abbiamo optato per un Radici ’95 Taurasi DOC di Marcoberardino (50.000 Lire), buono, ma francamente pensavamo ci potesse dare di più.
Da notare sulla lista dei vini la totale assenza dei vini del Cilento e di Castel San Lorenzo.
Ci è stato spiegato che è una scelta voluta in quanto, secondo Filizola, le nostre aziende vinicole peccano di mancanza di professionalità e non propongono adeguatamente il loro prodotto seguendo una corretta linea di marketing. Infine, abbiamo trascorso un’interessante serata gastronomica, che francamente non ci aspettavamo.
Proposta gastronomica del mese: Cappelle di funghi porcini con coriandoli di zucca grigliata
Ingredienti per 4 persone: Formaggio molle g. 300, grana grattugiato g.50, pane raffermo, erbe aromatiche, olio, cappelle di funghi n° 8, aglio, sale e pepe, fette di zucca a piacere, Emmenthal.
Azione:lasciate marinare in olio e erbe aromatiche le fette di zucca, Pulite con uno straccio umido le cappelle, passatele in padella per un minuto da ambo i lati con poco olio, Preparate una farcia con il formaggio molle, la grana grattugiato, il pane raffermo e le erbe aromatiche. Aggiustate con sale e pepe, e farcite a mo’ di sandwich le cappelle, avvolgete in carta stagnola, e adagiate su una griglia. Intanto arrostite le fette di zucca. Presentazione: Condite le fette di zucca a vostro piacimento, disponetele a letto sul piatto, al centro disponete le due cappelle tolte dalla carta stagnola. Spolverate con Emmenthal e grattugiato.
Vino consigliato: Perella’98, Paestum I.G.T., prodotto nelle cantine De Concilis di Prignano Cilento (tel. & fax 0974 831090). Vino bianco prodotto da uve di Fiano locale (Santa Sofia). Dal colore giallo, ricco e intenso nei profumi con sensazione nette di burro, pesca matura, pera e nocciola tostata, Vino che se ben conservato crescerà negli anni. Servire a una temperatura di 12/15 gradi.