Di Diodato Buonora Tra le ipotesi dell’origine del panettone, la più simpatica e curiosa è quella dove si racconta che, a Milano, alla corte di Ludovico Maria Sforza, durante i festeggiamenti della Vigilia di Natale, mentre tutti i cuochi erano impegnati nella preparazione delle pietanze, il capo cuoco chiese a Toni, lo sguattero di 12 anni, di sorvegliare la cottura delle ciambelle al forno. Sarà stata la stanchezza, ma il povero Toni si addormentò e le ciambelle si bruciarono. Il giovane sguattero, impaurito, non sapeva come spiegarlo al capo cuoco. Finché non si ricordò del dolce che aveva preparato e messo da parte per sé, utilizzando gli avanzi delle ciambelle. A questo aggiunse uova, burro, canditi e uvetta, lo mise al forno e lo propose al capo cuoco, che rimase colpito dal profumo e dalla particolare forma a cupola. Lo fece servire e fu un successo che venne chiamato il “Pan di Toni”. Col tempo il nome si è trasformato in panettone. Non so se questa storia sia vera, il fatto sta che il panettone è oramai uno dei simboli delle eccellenze gastronomiche italiane, conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Da un po’ di tempo troviamo in commercio i panettoni artigianali che arrivano a costare fino a 10 volte più di un prodotto industriale. La produzione si è estesa in tutta la penisola e il successo ha fatto in modo che spesso si svolgono manifestazioni per stabilire quale è il panettone più buono. Tra i tanti eventi, a Napoli presso l’esclusivo Hotel Palazzo Caracciolo, si è tenuto lo scorso 18 novembre, il “Panettone Secondo Caracciolo”. La scelta di Napoli è dovuta sicuramente in quanto i maestri pasticcieri campani, da qualche anno, hanno fatto incetta di premi in tutte le ultime manifestazioni del settore. La kermesse ha visto sfidare 13 pasticceri, provenienti da tutta Italia, al cospetto di giudici e colleghi altrettanto celebri. Sul tavolo della giuria è arrivato (alla cieca) il panettone in tredici diverse interpretazioni, ognuna sottoposta alla prova dell’abbinamento con un vino del territorio e un’etichetta proposta dagli stessi pasticceri. Il compito della giuria è stato quello di stabilire chi sia riuscito a creare il miglior connubio. I pasticceri in gara sono stati Marco Antoniazzi, Francesco Borioli, Davide Comaschi, Salvatore De Riso, Giancarlo De Rosa, Denis Dianin, Salvatore Gabbiano, Pietro Macellaro, Pasquale Marigliano, Alfonso Pepe, Marco Rinella, Paolo Sacchetti e Vincenzo Tiri; mentre la giuria era composta da: Iginio Massari (il “Maestro dei Maestri”), Achille Zoia (“padre” del panettone moderno), Gino Fabbri (Presidente dell’Accademia dei Maestri Pasticcieri Italiani), Francesco Boccia (Campione del Mondo di Pasticceria in carica), Vittorio Santoro (Direttore della Cast Alimenti di Brescia), Daniele Riccardi (Executive Chef dell’hotel Caracciolo Mgallery by Sofitel), Pinella Orgiana (Foodblogger) Leopolda Annalisa Cavaleri (Giornalista e critica enogastronomica) e Luciano Pignataro (Giornalista, Scrittore e Gastronomo). Sono stato presente all’evento su invito di Pietro Macellaro (il noto pasticcere di Piaggine), che mi ha chiesto un consiglio sull’abbinamento del vino locale al suo panettone. Non ho avuto nessuna esitazione a consigliare e a proporre il Nyx, lo spumante moscato dolce dei Vini del Cavaliere di Capaccio – Paestum, prodotto che si abbina a meraviglia con i dolci lievitati come il panettone e similari. Così, ho partecipato all’evento insieme a Pietro Macellaro e a Giovanni Cuomo, titolare della cantina “I Vini del Cavaliere”. Alla serata, oltre a produttori e accompagnatori, è stato consentito l’ingresso solo a 350 persone (a pagamento) che hanno potuto assaggiare, nella bellissima coreografia del famoso albergo al centro di Napoli, tutti i prodotti con i loro abbinamenti. Personalmente conoscevo poco Pietro Macellaro, o meglio conoscevo solo i suoi dolci. In questa occasione ho avuto modo di apprezzare anche la sua personalità. È una bellissima persona, umile, professionista, preparato, con tanta passione, molta voglia di crescere e con belle doti comunicative. Inizia la serata e comincio con l’assaggio di uno dei suoi prodotti, un lievitato con origano di montagna e limoni di Sorrento, che ho trovato molto interessante e piacevole. Curiosando e ascoltando, noto che l’abbinamento ha conquistato gran parte del pubblico presente. Poi, passo al suo panettone classico che mi ha conquistato per la leggerezza, la sofficità, la bontà e il sapore. Ad entrambi, lo spumante Nyx si abbinava in modo perfetto. Non sono un amante dei panettoni, ma la curiosità è stata tanta e così decido di assaggiare tutti i prodotti presenti. Sono rimasto deluso. Avevo come riferimento l’ottimo prodotto di Pietro e ho dovuto constatare che solo quello del Maestro Pasticcere Paolo Sacchetti di Prato mi ha dato quasi le stesse piacevoli sensazioni o se vogliamo emozioni. Alcuni panettoni, anche di notissimi maestri, li ho trovati asciutti, con poco sapore e addirittura qualcuno pesante e poco appetitoso. Se a questo aggiungiamo gli abbinamenti che sono stati combinati con il vino, è stata, a mio giudizio, una vera “catastrofe”. Mi sono visto servire passiti, vin santo e spumanti secchi, che francamente non li trovo per niente adatti ai lievitati dolci. Bah. Poi, meditando alla gara, anche se non mi considero un esperto in paste lievitate, ho pensato che il “nostro” Pietro Macellaro avrebbe potuto avere un ottimo piazzamento. I nomi, la professionalità e la serietà dei giurati, non avrebbero dovuto riservare cattive sorprese. Non ho aspettato i risultati, ero già a caso quando mi è arrivato un whatsapp di Pietro che diceva di aver vinto il “Premio Iginio Massari”, il riconoscimento più prestigioso di questa spettacolare kermesse. Mi ha fatto molto piacere perché il premio è stato ampiamente meritato. Navigando in “rete” ho visto che il nostro “chiainaro” (così si chiamano gli abitanti di Piaggine) aveva già avuto in passato interessanti successi. Lo scorso marzo, in una degustazione alla cieca del famoso sito “Dissapore”, la sua colomba artigianale si è classificata al 2° posto in Italia, mentre lo scorso novembre, sullo stesso sito avevo ottenuto il 4° posto con il panettone classico. Belle soddisfazioni per Lui e per il nostro Cilento. Se volete contattarlo e saperne di più: www.pietromacellaro.it Nella foto: Giovanni Cuomo e Pietro Macellaro
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