di Giuffrida Farina
Viaggiando tra le onde dei ricordi, il cuore si apre sul volume, pubblicato nel 1988 da Palladio Edizioni, ‘Ahi, Dante maledetto!’ Il professore Arnaldo Di Matteo ne evidenziava l’aspetto del <
I PEZZENTI. Udii un tempo gorgogliare/piano un ruscello,/il suo cammino seguii/ e giunsi colà ove vidi/ lacrime amare scorrere sopra il cuore dei pezzenti./ “Continuate a sparare sulle tombe/ dei vostri cari”, udivo/ si gridasse loro,/ “raccattate i vostri cieli/ dentro nuvole di sterco/ e poi a testa in giù il sangue/ e il vostro lezzo ricoprino la terra./ Nascondete i vostri morti/con la perla di un sorriso,/il palmo di mano aperta/a scavare l’ultima goccia di sangue/senza macchia dentro il seno della terra”./Come mesti cani partirono, e come / mesti cani ritornarono./ Nella quiete della notte,nella quiete/ infuocata/ della notte,/ silenziosa,/una lacrima libera il viso/ di tutti i pezzenti del mondo,/si levano in alto calici/ e tra grugniti e rutti si vìola il cielo e si brinda/ alla faccia di Satana,/ del buon Dio e di tutti.
IMMAGINI RADIOSE. Andromeda,ti cercai – m’era compagno/in petto il rovinoso Dicembre-/ in quelle notti / d’Estate così fredde,che tanto/sapevano di morte – s’alzava/brillando nel buio/ solitaria una lacrima,/ rubata dal tuo/luccicante,/dolcissimo lago–/ ed io medesimo non seppi / allora offrirmi silenzioso al cielo./Andromeda, così lontana /e ancora tanto mia, forse / tu sola sai, / che non ebbi mai/che un solo, vero amore, ed ancora/oggi, seduto in mezzo ai sogni,/ violate / dal tempo conservo immagini radiose/ e di quest’aria selvaggia di sangue l’ostinato, / anarchico respiro.