di Oscar Nicodemo
Non si contano più i giorni di chiusura delle Poste del quartiere San Marco di Agropoli. Chiuse al pubblico, per lavori di ristrutturazione, si dice. Intanto, sono già tre mesi che cittadini e utenti di ogni età, con le esigenze più diverse, si disperano e si affannano per eseguire normalissime e necessarie operazioni postali, quali il pagamento della bolletta della corrente elettrica o del telefono. Come al solito, quando una struttura pubblica e di servizio interrompe le proprie attività a soffrirne in maniera preoccupante sono in primo luogo gli anziani.
In tanti, infatti, sono costretti a raggiungere, talvolta anche a piedi, le Poste centrali di via Pio X, percorrendo chilometri, dove file interminabili affollano l’ufficio e la strada antistante. Un senso di pietà che procura scoramento subentra alla vista di vecchiette, in quieta e rassegnata attesa, sotto l’ombrello, al riparo di una pioggia battente. Sono lì per riscuotere la pensione e far fronte, con quei pochi soldi, alla loro sopravvivenza, che passa anche attraverso ore di sosta forzata, sopportata con decorosa e religiosa pazienza.
Come può, una cittadina di circa 25mila abitanti, usufruire di un solo ufficio postale, senza procurare enormi danni alla salute e all’umore di tanta gente? Avranno, le istituzioni locali, sollecitato il problema presso le autorità competenti?
In un comune, dove quasi ogni settimana si taglia un nastrino per inaugurare questo o quel centro, piazze, strade, stradine, vicoli e quant’altro, resta quanto mai sorprendente osservare che non si è capaci di porre rimedio, in tempi ragionevoli, ad un dilemma collettivo di dimensioni spropositate.