di Lucio Capo
È stato costituito anche ad Agropoli, con la riunione del 19 marzo 2016, il comitato refendario del “No Triv“, contro le perforazioni dei fondali marini entro le 12 miglia dalla costa e a favore di una nuova politica energetica, aperta alle fonti rinnovabili, non contemplata dallo Sblocca Italia.
Il comitato promotore è composto da: Piernazario Antelmi, WWF Italia; Arturo Calabrese, Cilento No Triv; Umberto Domini,Spi-Cgil; Antonio De Conciliis, Rifondazione comunista; Tonino Marino, Trasparenza & Legalità; Carmine G. Parisi, Azione Civile; Aldo Romano, Sinistra e Libertà; Pippo Vano, Possibile.
Nel week end che precede la consultazione referendaria del 17 aprile, ossia in quello del giorno 10, il comitato sarà presente con un’importante iniziativa pubblica in piazza V. Veneto, dove verrà distribuito del materiale informativo.
Tutti i cittadini interessati, così come le associazioni, sono invitati ad aderire al comitato ed alle prossime iniziative. Sette buoni motivi per votare SI al referendum del 17 Aprile.
- Il tempo delle fonti fossili è finito. Bisogna investire nelle rinnovabili, come già si fa nei paesi più avanzati.
- Le trivelle a mare sono pericolose. Tutte le riserve italiane basterebbero a coprire il fabbisogno nazionale solo per sette settimane.
- L’estrazione di idrocarburi è un’attività inquinante, anche la ricerca con esplosioni ha effetti devastanti per il mare e la fauna marina.
- Il mediterraneo è un mare chiuso, l’esplosione di una piattaforma sarebbe disastroso.
- Le trivellazioni a mare sono un affare solo per i petrolieri.
- L’Italia non ha bisogno di petrolio, perché produce più del 40% del suo fabbisogno da fonti rinnovabili, con 60mila addetti e 6miliardi di fatturato.
- L’Italia ha deciso di abbandonare le fonti fossili, sottoscrivendo l’impegno a contenere la febbre della Terra entro 1,5 gradi.