Non c’è pace e, soprattutto, non c’è ritegno. L’ospedale di Agropoli continua a trovarsi al centro della campagna elettorale della capitale del Cilento. Da un lato c’è la coalizione Coppola che esulta per la riapertura, meno che totale, del plesso. Dall’altro lato troviamo, invece, la minoranza pronta a gridare ai quattro venti l’imbroglio politico e la riapertura solo simbolica della struttura. Ma procediamo con ordine. Il 10 maggio il presidio agropolese riaprirà, si passerà da un Psaut alla riattivazione di un Pronto Soccorso. Il presidio ospedaliero agropolese sarà un nosocomio di area disagiata, dotato di un reparto con 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri, una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in day surgery o eventualmente in week surgery, con la possibilità di appoggio nei letti di medicina, laboratorio di analisi e radiologia. A confermare l’apertura è stato il manager dell’ASL di Salerno Antonio Giordano e mercoledì mattina sarà presente anche Vincenzo De Luca alla riapertura del plesso. “In passato ci hanno messo in ginocchio strappandoci un diritto previsto dalla Costituzione per una rappresaglia politica che voleva colpire Agropoli ed il suo sindaco ma è stato un insuccesso ed ora, finalmente, qualcosa sta cambiando”. Questo è stato il commento del sindaco Franco Alfieri, chiaramente soddisfatto per i progressi fatti dalla sua politica. In città, però, non tutti ritrovano lo stesso entusiasmo del sindaco uscente. Su tutti il candidato a sindaco Nino Abate che, tramite il suo ufficio stampa ha emesso un comunicato congiunto con i candidati della sua lista Rizzo e Malandrino: “Precisato che noi per primi, come tutti i cittadini agropolesi e dell’intero comprensorio, non possiamo che accogliere con favore questo pur timido segnale di attenzione nei confronti dell’ex ospedale di Agropoli, l’obiettivo è quello di modificare il Piano Sanitario Regionale assegnando al Nosocomio agropolese le caratteristiche operative adeguate per assicurare il diritto alla salute della comunità locale. Quello che aprirà nei prossimi giorni, in linea con le previsioni del Decreto regionale, è una struttura che prevede una prima accoglienza, una eventuale stabilizzazione del paziente e un trasferimento presso un altro Nosocomio. Ci è stato confermato che lo stesso 118 dirotterà direttamente i casi più gravi presso altre strutture idonee, bypassando il P.O. di Agropoli. Il direttore sanitario del presidio ha confermato che i servizi attivati saranno esclusivamente quelli indicati nel Decreto di Atto Aziendale, ribadendo che non esiste sala operatoria, non esiste reparto di terapia intensiva e rianimazione, non esiste reparto di unità di terapia intensiva coronarica-cardiologia ed i servizi di laboratorio e radiologia sono limitati a livelli ambulatoriali. Alla luce di tutto ciò, ovviamente, i pazienti acuti e critici o politraumatizzati non potranno essere trattati. Questo è il dovere che abbiamo per una corretta informazione alla cittadinanza, lontana da tristi strumentalizzazioni elettoralistiche. Va inoltre chiarito che il personale che verrà inquadrato nella struttura è quello già esistente presso la stessa ad esclusione di n.3 unità medica. Pertanto non saranno effettuati trasferimenti, comandi o mobilità per altre figure da presidi limitrofi, così come precisato dal direttore stesso. Resta naturalmente l’auspicio e l’impegno da parte di ciascuno di noi per stimolare in tutte le sedi un potenziamento concreto che possa riportare la struttura ospedaliera ai livelli minimi per garantire realmente il diritto alla salute”. Le parole dello schieramento opposto all’attuale maggioranza, dunque, non sono di certo tenere. Si continua a parlare di “diritto alla salute negato”, non proprio qualcosa della quale festeggiare. Resta, a prescindere da tutto, un seppur timido modificarsi della bruttissima situazione che la città di Agropoli ormai vive da quattro anni. Ventimila abitanti, in inverno, e quasi cinquantamila in estate privati di una struttura che possa garantire loro cure idonee e celeri nel momento del bisogno. Numeri, inoltre, che non considerano i tanti paesi limitrofi che di fatto contavano sull’ospedale di Agropoli per le vitali esigenze. Ancor più di cattivo gusto, infine, la diatriba politica che pervade ormai costantemente giustificata, secondo i protagonisti, dalla campagna elettorale. Solo il tempo ovviamente potrà dare ragione a uno schieramento piuttosto che a un altro, resta però la continua paura da parte della cittadinanza del Cilento privata della sicurezza che l’ospedale di Agropoli dava alla comunità.
Trending
- “Fiumi, Briganti e Montagne”: Il Salernitano tra storie e storia, coraggio, mistero e resilienza
- Orientamento scolastico, Valditara scrive ai genitori
- Un Re venuto a servire
- Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati chiede al MIM di garantire i diritti dei docenti precari: presentata diffida formale
- OMEOPATIA E DOLORE AI DENTINI DEI LATTANTI
- Scuola: emendamenti ANIEF alla Manovra Finanziaria 2025
- Modelli internazionali per combattere lo spopolamento delle zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni
- 30 milioni alle scuole carcerarie, un emendamento alla Legge di Bilancio di Italia Viva