Così vicini, così lontani. Sì, perché Agropoli e Capaccio Paestum nonostante siano praticamente confinanti non hanno mai vissuto una collaborazione come quella che, ad inizio settembre, hanno presentato il sindaco Adamo Coppola e l’ex sindaco di Agropoli, ora timoniere di Capaccio, Franco Alfieri. Alfieri e Coppola, insomma, di nuovo braccio a braccio, questa volta per unire le due città simbolo delle porte del Cilento. Al netto delle parole di facciata, delle dichiarazioni di circostanza nella presentazione alla stampa sono cinque i punti cardine sui quali il protocollo d’intesa si fonderà. Analizziamoli nel dettaglio uno a uno, capendone vantaggio e anche svantaggio che, nel nostro caso Agropoli, si potranno avere.
ACCESSIBILITÀ E TRASPORTI
Siamo alla base, ed è importantissimo che questo fondamentale punto sia il primo della lista. Perché? Semplicemente perché arrivare nel Cilento è quasi un’odissea. Da Battipaglia in giù, per parlare del trasporto su strada, i tempi sono lunghissimi e le condizioni addirittura peggiori. La statale che arriva fino a Capaccio è praticamente una strada urbana molto trafficata, pericolosa e troppo troppo lenta per favorire il turismo. La bretella che dovrebbe allungare l’autostrada proprio fino al Cilento sarebbe ossigeno per turismo e su questo l’alleanza tra i due comuni dovrà portare. Sappiamo però che, nonostante qualche proclamo o progetto un po’ campato in aria, l’attuazione è quasi utopia. Per quanto riguarda invece il trasporto su ferro molto lavoro già è stato fatto con l’arrivo almeno nel periodo estivo dell’alta velocità. Renderlo non solo stagionale ma annuale dovrebbe essere il prossimo passo ma sappiamo benissimo che per Trenitalia contano i numeri e in questo momento il Cilento non è in grado di garantire il servizio anche nei periodi di bassa stagione.
PROMOZIONE E TURISMO
Siamo anche qui lontani da quanto la nostra terra potrebbe ambire. La collaborazione tra i due comuni però potrebbe dare vantaggi a entrambi perché tra i siti archeologici di Paestum e le bellezze di Agropoli basterebbe davvero poco e inoltre Capaccio già possiede strutture ricettive all’avanguardia quindi perché non promuovere il pacchetto, come si suol dire, completo. “Vendere” non solo una scelta piuttosto che un’altra ma far capire, comprendere, che Agropoli e Capaccio possono dare molto di più insieme. Inoltre Capaccio potrebbe essere una risorsa nuova per Agropoli che in questo decennio ha creato il brand “Città dello Sport”. Franco Alfieri senza dubbio renderà le infrastrutture del suo nuovo comune all’altezza e con questa simbiosi gli eventi sportivi potrebbero davvero decollare.
IMPRESE ED AMBIENTE
Basterebbe guardare tutto il territorio dall’alto per capirne le potenzialità. In primis le aziende agricole del territorio già molte leader nel settore non solo territoriale ma anche nazionale. Puntare sempre più in alto deve essere l’imperativo per il futuro. Il settore terziario non è comunque da meno a partire dalla vendita al dettaglio nella zone delle Mattine facilmente ampliabile racchiudendo anche Capaccio e anche molto accessibile. In più ci sono anche le aziende che producono nella zona industriale di Agropoli a cavallo con quella di Cicerale. Insomma, c’è tutto perché da sempre il nostro territorio non è solo mera bellezza ma anche e soprattutto eccellenza nel lavoro.
COMMERCIO, SPORT E TEMPO LIBERO
Siamo qui, forse, alle note dolenti soprattutto quando parliamo di commercio davvero ai minimi storici da sempre. C’è una crisi, evidente, della vendita al dettaglio preoccupante quando guardiamo il centro cittadino di Agropoli dove il passeggio tra i negozi è diventato davvero merce rara. C’è da dire però che il commercio è una conseguenza dell’offerta turistica quindi bisogna senza dubbio lavorare prima alla base anche perché sembra essere l’unica alternativa. Lo sport, già citato in precedenza, potrebbe essere un traino ma qui entrando in ballo i privati pronti a investire. Creare nuovi indotti per i privati e poi cercare il contributo per lo sport sia giovanile che agonistico.
SERVIZI SOCIALI COMPRENSORIALI
L’ultimo punto è prassi: i servizi sociali. C’è da dire che il sociale è sempre una conseguenza della cultura a partire dal basso. È pleonastico che le istituzioni siano vicine ai più deboli ma lo è altrettanto il fatto che il compito maggiore debba essere quello di creare generazioni future che non conoscano discriminazioni verso nessun tipo di minoranza e per farlo il tutto deve passare necessariamente dalla cultura.