L’emergenza Covid ha “toccato”, chi più chi meno, tutti i settori professionali e produttivi. Tra questi rientra anche l’agricoltura, seppur con determinate specificità.
La coltivazione, infatti, è stata inclusa tra le attività ritenute necessarie e non soggette a divieti. Le difficoltà, tuttavia, si sono registrate anche in tale settore, rendendo, in alcuni casi, impossibile lo svolgimento dell’attività ordinaria o essendo costretti a limitarla.
E’ stato così anche in Campania, in provincia di Salerno e nel Vallo di Diano.
Il Coronavirus, però, non ha arrestato il fermento che caratterizza il mondo dell’agricoltura valdianese, soprattutto per quel che riguarda la sua “veste” giovanile. Al riguardo, alle diverse attività ed ai protagonisti dedicheremo degli approfondimenti specifici.
Ma qual è la situazione in merito a bandi, incentivi e risorse da destinare all’agricoltura?
Per quanto riguarda la Campania, sono in arrivo 140 milioni per i giovani agricoltori. L’approvazione delle graduatorie legate al Pacchetto integrato, infatti, prevede l’aiuto per l’investimento e il premio per 728 progetti imprenditoriali di neoinsediati con meno di 40 anni.
L’obiettivo è di accelerare il processo di rinnovamento dell’agricoltura, favorendo l’ingresso di giovani neoimprenditori e le condizioni per garantire la redditività delle aziende al primo insediamento e la permanenza nel comparto.
Al riguardo sono 728 i progetti ammessi a finanziamento.
La Campania, inoltre, ha emanato un bando di sostegno alle aziende agricole agrituristiche, alle fattorie didattiche e all’agricoltura sociale.
Attraverso l’intervento si intende dare una risposta alla situazione di crisi, conseguente alle chiusure e alle restrizioni, che sta colpendo, in particolare, il settore agrituristico.
E’ prevista l’erogazione di un bonus una tantum. E nello specifico:
– 7000 € per aziende agrituristiche con attività di alloggio e ristorazione
– 6500 € per aziende agricole con attività di solo alloggio o solo ristorazione
– 6500 € per aziende agricole che esercitano attività sociale
– 6000 € per aziende agricole che esercitano attività didattiche
Previsti incentivi anche per le donne.
Con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, infatti, sono stati definiti i criteri legati ai finanziamenti agevolati alle imprese agricole al femminile.
Possono richiederli le microimprese, piccole e medie imprese agricole, in qualsiasi forma costituite, attive nella produzione agricola primaria, nella trasformazione di prodotti agricoli e nella commercializzazione di prodotti.
Le agevolazioni consistono in un mutuo agevolato a tasso zero, di importo non superiore a 300.000 € , non superiore al 95% delle spese ammissibili. Il mutuo agevolato ha durata minima 5 anni, fino a un massimo di 15 anni.
E’ necessario, tra l’altro, che le realtà aziendali siano amministrate e condotte da una donna, in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale o di coltivatore diretto.
Nel caso di società, oltre la metà numerica dei soci e delle quote di partecipazione devono essere donne. Inoltre, la società richiedente dev’essere amministrata da donne in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale o di coltivatore.
E’ possibile presentare la domanda di ammissione alle agevolazioni esclusivamente attraverso il portale dedicato di ISMEA.
Insomma, sulla carta le opportunità ci sono per chi intenda investire nel settore. E chi, invece, ha già investito, che risultati ha avuto o sta avendo? Il bilancio, detto in sintesi, è agrodolce, ma maggiormente tendente verso il dolciastro. Anche perché l’emergenza Coronavirus ha, in un certo senso, portato alla rivalutazione dell’attività agricola e dei prodotti, nonché al rilancio del lavoro agricolo.
E se elementi quali il ritorno alla terra, la valorizzazione di quanto si produce e l’autosostentamento, da tanti profetizzati, fossero più vicini di quanto si pensi?
Cono D’Elia