di Antonella Citro “AsSalamuAlaykum” La pace sia con te è l’ultimo fatica letteraria compiuta dal giornalista e direttore di Quasimezzogiorno.it, Lorenzo Peluso. Il volume racconta momenti vissuti da Peluso come giornalista embedded al seguito delle missioni militari italiane in Afghanistan, Libano e Kosovo. Un racconto legato all’impegno costante dei soldati italiani stanziati nelle diverse missioni di pace e un racconto personale e privato del legame che, si viene a crearenei diversi teatri di guerra, tra i militari e la gente del posto. Un diario che è venuto fuori nel corso dei giorni e che ha catturato i cambiamenti geopolitici e le vicende umane che spesso s’intrecciano. Una testimonianza del contributo fornito dalle truppe italiane alle popolazioni locali per garantire uno stato di pace duraturo. Cronache, foto e ricordi, vita reale in contesti difficili come il Libano, l’Afghanistan e i Balcani: tutto racchiuso in quel libro. Frame di vita vissuta realmente, espressioni e condizioni di donne e bambini che vogliono raccontare ciò che provano e sentono, la voglia e il dovere di sopravvivere anche in mezzo agli spari e alla paura di morire in qualsiasi momento. E poi, Peluso, racconta quanto contano laggiù le Forze Armate Italiane, punti di riferimento e indiscussi punti di appoggio per la popolazione e la ricostruzione di quei Paesi. Pagine ricostruite, attraverso gli occhi e la penna di Lorenzo. “Oltre ogni strumentalizzazione, la cronaca di un vero giornalista sul campo è fondamentale proprio per questo- afferma – mostrare e documentare con racconti e foto come è la realtà di posti così difficili, sperando di contribuire a cambiare lo stato delle cose”. Leggendo il libro si ha subito la sensazione che si apra una nuova visione della realtà. “Inconsapevole del turbinio di emozioni che stanno per travolgere la tua mente, continui a guardare quelle immagini. Ma intanto cresce l’attesa- continua- più guardi quelle foto, più sale la voglia di tornare. Ti mancano quei colori, quei silenzi, quei rumori. Ti mancano le voci, i paesaggi, la paura, l’incoscienza”. Il libro si avvale della prefazione del giornalista Nico Piro e della nota introduttiva diFabrizio Feo.
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