Aeroporto, si riparte. Ma non a volare bensì a spendere. Lo comunica il deputato Piero De Luca. “Salvi i fondi per l’aeroporto Salerno- Costa D’Amalfi”.“Con l’approvazione anche al Senato del DL Riaperture è stata confermata l’adozione dell’art. 11-quinquiesdecies, che prevede la proroga al 31 dicembre 2022 dei 40 Milioni di euro stanziati nel 2014 per la realizzazione degli interventi relativi all’ampliamento dell’Aeroporto Salerno-Costa D’Amalfi”. Alla piena operatività, ora fissata al 2024, l’aeroporto ci arriverà, forse, al compimento del 98esimo compleanno. Perché qui, proprio al centro della Piana del Sele, questo “campo volo” c’è dal 1926. Scalo risalente al 1926 come campo di fortuna creato dal Genio aeronautico, dal 2007 adibito per il traffico civile. Ed intestato, senza polemiche, al solo comune di Montecorvino Rovella. Ne è seguita un’alluvione di soldi. D’investimenti, per carità.
Oltre cento milioni di euro spesi, di cui settanta negli ultimi anni. Un bel po’ di soldi li ha investiti la Regione Campania, prelevandoli dai fondi europei Por 2000-2006. Per dare nuova vita allo scalo nel 2006 la giunta Bassolino stanziò 5,9 milioni di euro per attrezzature, luci e sistema informativo (da solo costato quasi un milione e mezzo). La delibera regionale sbloccò altri cinque milioni di euro dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, che si occupò di recinzioni, potenziamento della pista, ristrutturazione dei fabbricati e persino allacciamenti fognari. La parte più consistente della spesa, però, restava il collegamento tra l’aeroporto e la città di Salerno, senza il quale il “Costa d’Amalfi” sarebbe rimasto una cattedrale nel deserto. In questo caso sempre la Regione, sfruttando i fondi europei, ha messo mano al portafogli: oltre 47 milioni di euro per nuove strade, svincoli e rotatorie. Moderni, non c’è che dire, ma poco utilizzati. I risultati? Da qualunque punto si guardi, essi sono largamente inferiori alle attese. Soldi esclusivamente pubblici, erogati da Europa, Stato e Regione Campania per tenere in vita uno scalo.
Ed intanto si dibatteva sul nome. Salerno, Bellizzi o Pontecagnano? Non facciamo i campanilisti, mo. E via a scomodare il Cilento e la “Costa d’Amalfi”. Brevità di denominazione e appeal turistico hanno fatto fermare sulla Costiera Nord della provincia di Salerno il nome. I nomi sono conseguenza delle cose ci insegnarono i latini. Facile indovinare che il nome si consoliderà tra il “Costiera” o il “Pontecagnano”. Dispute da secchia rapita… Così come le guerre tra gli enti. All’allora presidente regionale Antonio Bassolino va ascritta l’intuizione sul fatto che lo scalo salernitano (nessun dubbio in merito!) può avere un avvenire ed un perchè se integra con quello napoletano di Capodichino e ne amplia le potenzialità. perchè costa molta, e tanto. «Con quello che spendiamo, ci conviene accompagnare i passeggeri in Limousine fino a Milano»: fu una battuta pronunciata dal consigliere di amministrazione dell’aeroporto Gianni Iuliano, commentando le cifre dell’accordo con Alitalia (4 milioni di euro l’anno dati alla compagnia per due anni).
Conviene accompagnare i passeggeri in Limousine fino a Milano. Sì, perché anche le compagnie in passato hanno ottenuto un incentivo per fare tappa al Costa d’Amalfi. Tenere aperto il “Costa d’Amalfi” anche per un solo passeggero a volo costa oltre tre milioni di euro l’anno. Sarebbero otto milioni di euro, invece, secondo altri conteggi. L’esordio dei voli di linea è avvenuto nel 2008: le compagnie OrionAir e Gan hanno trasportato poco più di 18mila passeggeri da agosto a dicembre. Barcellona, Milano e Bucarest le principali mete. Nel 2009 hanno viaggiato meno di 4mila passeggeri: una media di 8,4 passeggeri a volo. Nel 2010 hanno superato quota 5 mila, ma solo perché sono aumentati i movimenti (passati a oltre 1.000): la media, infatti, si è abbassata fino a 5 passeggeri a volo. Una piccola crescita in termini assoluti è arrivata con l’ingresso di Alitalia, che vi ha effettuato voli fino al 23 marzo. Nel 2011 secondo l’Enac a Salerno si è registrato un flusso di appena 24 mila passeggeri, sotto la soglia di sopravvivenza. Si dirà che più che al volare nell’impianto si è più vista una guerra di terra , animata da uomini rigorosamente in grisaglia d’ordinanza. Il primo luogo di scontro è stata la è la società creata per la gestione dell’impianto, la “Aeroporto di Salerno Spa”, controllata al 100% dal “Consorzio Aeroporto di Salerno-Pontecagnano”, le cui quote societarie sono divise tra Comune e Provincia di Salerno, Camera di Commercio di Salerno e i Comuni che circondano lo scalo, in primis Pontecagnano e Bellizzi.
Una delle più punte alte dello scontro fu tutta salernitana. Nella memoria ci sono i veti incrociati dei principali soci, Comune di Salerno e Provincia di Salerno, soprattutto quando furono espressione della tenzone politica tra il sindaco Vincenzo De Luca (Pd) e il presidente Edmondo Cirielli (Pdl, ora Fdi). Volare su un jet privato, che lusso. Un sogno ad alta quota che pochi possono permettersi. Non all’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi, da cui spesso partono aerei quasi vuoti. Non è una trovata pubblicitaria della compagnia low cost di turno, ma il frutto di errori di gestione per l’aeroporto degli sprechi, inaugurato nel 2007 e già costato oltre cento milioni di euro. Nel 2009 hanno viaggiato meno di 4mila passeggeri: una media di 8,4 passeggeri a volo. Nel 2010 hanno superato quota 5 mila, ma solo perché sono aumentati i movimenti (passati a oltre 1.000): la media, infatti, si è abbassata fino a 5 passeggeri a volo. Una piccola crescita in termini assoluti è arrivata con l’ingresso di Alitalia, che ha effettuato voli fino al 23 marzo scorso. Nel 2011 secondo l’Enac a Salerno si è registrato un flusso di appena 24 mila passeggeri, sotto la soglia di sopravvivenza.
«Relax assoluto. L’avessi saputo prima, avrei invitato gli amici per un party». Ci scherza su Gianluca Gracco, in arte Tayone, uno tra i più noti dj della scena hip hop italiana. E promette che sceglierà di nuovo Salerno come scalo di partenza per il suo tour. «A quanto pare accade spesso di volare da soli. In aeroporto mi hanno raccontato di un altro fortunato come me, che qualche giorno prima era diretto a Milano Malpensa. Io, però, ho pagato molto meno». Per il resto della storia la facciamo breve, ci fu un momento nel quale tutto si fermò, anzi sai volò decisamente basso, quando alcuni esponenti del M5s ci vollero far sapere che siccome “comandavano loro” avevano deciso di intestarsi lo “sblocco”, ovvero altri soldi per allungare la pista. L’allora ministro Toninelli firma ed autorizza ad andare avanti, a spendere altri soldi. C’è poi la strada, quello sfogo verso Sud, il Cilento, che è uno dei suoi assi strategici. Nasce da qui l’appalto del “Collegamento tangenziale di Salerno – Aeroporto Costa D’Amalfi – Capaccio -I Lotto”.
Da Toninelli a Franco Alfieri passando per Michele Strianese. L’importo complessivo è pari ad euro 2.574.270,80. Si tratta di uno dei gli ultimi fiori che si appunta sul petto, Michele Strianese, l’ultimo presidente della provincia. Per l’inaugurazione è già mobilitato il prossimo presidente provinciale, che boatos sempre più insistenti danno per certo che sarà Franco Alfieri, l’attuale sindaco di Capaccio. Che farà il colpaccio facendo avvicinare il nuovo lungomare pestano all’aeroporto di … Bellizzi, Pontecagnano, Amalfi … cosa volete che valga il nome, tanto Paestum beach è vicina.
Oreste Mottola