ROCCADASPIDE. A 71 anni è scomparso Pasquale Nisi, il “maestro” delle castagne di Roccadaspide, stroncato da un tumore. La gioventù l’ha trascorsa nel mondo della scuola, studente e poi docente negli alberghieri, nella stagione della Dolce Vita, lavorando nei più rinomati alberghi della capitale. Poi il ritorno a Roccadaspide dove ha spostato una Vona, famiglia che possiede la maggior parte degli alberi di castagno.
Qui Pasquale Nisi si è trasformato diventando un agricoltore, ma prima ancora ha studiato il settore. Ha scelto di ripartire dall’azienda di famiglia dove tornano le lavorazioni colturali, la pulitura dalle infestanti, Nell’Italia che è il maggiore produttore di castagne del mondo Roccadaspide ha avuto un ruolo significativo. E Nisi è stato tra i produttori all’avanguardia.
Infinita l’aneddotica che lo riguarda. Da solo fa un’attivitù di lobby impressionante. Quando è arriva il cinipide, un insetto cinese che ha azzerato le produzioni, il “mastro” delle castagne” ha attuato una sua duplice strategia, convocando i docenti di entomologia a Portici alla facoltà di Agraria e mettendo a disposizione i suoi castagneti per farne centri di sperimentazione. Ha svolto poi attività di pressione sulle istituzioni regionale affinché finanziassero la produzione del torymus che si è rivelato un potente antidoto naturale alla distruttiva vespa killer cinese. È stato in pressing anche sul Comune di Roccadaspide affinché non permettesse l’immissione nei castagneti degli antiparassitari di libero commercio che avrebbero penalizzato questa battaglia e non parteggiato per la “fazione” positiva. In questo scontro è entrato in rotta di collisione con la politica locale. Lo stesso ha fatto con l’emergenza cinghiali e con le mucche allo stato brado che sconfinavano nei castagneti.