A scuola servono professionisti, non più formazione docente
L’Ordine degli Psicologi ha contestato il piano di formazione destinato al docente tutor preannunciato dal Ministro Valditara. “Le affermazioni del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, rilasciate oggi in un’intervista al Corriere della Sera, sostiene il Presidente dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari, suscitano più di qualche perplessità e preoccupazione. Davvero secondo il ministro sono sufficienti venti ore di formazione aggiuntive per i docenti, con qualche ora di psicologia, per sostituirsi ai professionisti di cui necessitano le nostre ragazze e i nostri ragazzi nelle scuole?
La novità del tutor provoca disappunti e diverse considerazioni. E’ il caso degli psicologi. Si potrà svolgere la mansione, lascia intendere il Ministro Valditara, soltanto dopo aver frequentato un corso di formazione di poche ore, una ventina per l’esattezza. La scuola con le molteplici problematiche necessiterebbe, invece, della figura dello psicologo al posto del tutor. Ne è convinto soprattutto l’Ordine degli Psicologi. L’Ordine degli Psicologi ha aspramente contestato il piano di formazione destinato al docente tutor preannunciato dal Ministro Valditara. Ecco cosa scrive in una nota il Presidente dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari: “Le affermazioni del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, rilasciate oggi in un’intervista al Corriere della Sera, suscitano più di qualche perplessità e preoccupazione. Davvero secondo il ministro sono sufficienti venti ore di formazione aggiuntive per i docenti, con qualche ora di psicologia, per sostituirsi ai professionisti di cui necessitano le nostre ragazze e i nostri ragazzi nelle scuole? Tutto il mondo della scuola chiede da tempo una presenza qualificata di psicologi per la promozione delle risorse dei ragazzi, per l’ascolto e la prevenzione, per supportare il personale scolastico. Ieri l’Istituto Superiore della Sanità ci ha detto che un adolescente su due è a rischio: cosa si vuole aspettare?”. Questa la considerazione del presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari, e il gruppo di esperti della ‘Task force Scuola’ del Cnop guidata dalla professoressa Daniela Lucangeli. Lazzari sicuramente non è uno sprovveduto e non fa certo interesse di parte. E se pure così fosse non si pone con modalità inopportuna. E’ spec. in Psicosomatica ed in Psicologia della Salute; Resp. Servizio Psicologia Az. Osp. Terni; Docente a c. nelle Università di Perugia, L’Aquila e Siena; Presidente Società Italiana PsicoNeuroEndocrinoImmunologia M. Health Division APA. Ha pubblicato circa 90 articoli scientifici e diversi volumi tra cui: “Mente & Salute”, “La Bilancia dello Stress”, “Psicologia sanitaria e malattia cronica”, “Psicoterapia: effetti integrati, efficacia, costi-benefici”. Presidente Ordine Psicologi Umbria dal dic. 2013. La professione dello psicologo assomma l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. E’ un professionista di alta formazione. La novella figura del tutor plasmata da Valditara nella scuola e considerata come panacea a tutti i mali, dopo tutto, nella sfera della Psicologia dell’Educazione, si è già fatta strada negli ultimi decenni. Trattasi però di un tutor psicologo specializzato, fra l’altro, in apprendimento. Questi, fa da tramite fra scuola e famiglia, opera col bambino in ambulatorio o a scuola o a casa e mira a promuovere e a potenziare le abilità che abbisognano. E lo scopo del tutor psicologo è quello di ottimizzare il programma scolastico arricchendo o variando le lezioni per adattarle al funzionamento dell’alunno. Questo il fine a breve tempo. A lungo tempo, invece, è quello di garantire uno sviluppo armonico e promuovere il benessere, rendendolo uno studente autonomo ed efficace. I compiti in buona sostanza non si discostano. E’ però evidente la differenza nella figura, in questo caso parliamo di un tutor professionista psicologo, dotato di profonda conoscenza delle tematiche coinvolte e chiamato all’opera d’interazione con docenti e famiglie. Si vuole mostrare quindi di apportare novità,costruendo un tutor analogo, con somiglianza d’approssimazione al professionista, tutto per non assumere la figura dello Psicologo già formata e presente sul campo. Insomma viene facile credere che trattasi di una strategia finalizzata al risparmio, un modo per salvaguardare due obiettivi: garantire il tutor e controllare la spesa, insomma si vuol salvare capra e cavoli. D’altra parte il Tutor di cui si parla, fuori dal disegno Valditara, come ribadito, è uno psicologo iscritto all’Albo A di qualsiasi Ordine regionale da almeno 3 anni. Ciascun tutor poi può seguire contemporaneamente non più di 3/5 tirocinanti, indipendentemente dal numero di sedi in cui opera. Questo e altro ancora fanno una netta differenza della figura, della qualità e della funzione. Un docente tutor sarebbe sottomarca e perciò linea di prodotto, di livello qualitativamente inferiore. “Tutto il mondo della scuola, ha aggiunto Lazzari, chiede da tempo una presenza qualificata di psicologi per la promozione delle risorse dei ragazzi, per l’ascolto e la prevenzione, per supportare il personale scolastico. L’Istituto Superiore della Sanità ci ha detto che un adolescente su due è a rischio: cosa si vuole aspettare?”. E’ già lacerata la scuola, evitiamole ulteriori sinistri. Paolo Crepet, a Radio Cusano Campus: “La scuola è fallita. Il 99% degli alunni viene promosso e per i genitori è un diplomificio dove parcheggiare i figli”. Bisognerebbe studiare meglio talune soluzioni per evitare ulteriori danni a causa del facile raffazzonare.
Emilio La Greca Romano