“L’associazione architetti del Vallo di Diano ha sempre pensato all’architettura rurale”, sono le parole del presidente Maurizio Cocilova pronunciate a Sassano in occasione dell’incontro “Ruralia – interventi nel paesaggio rurale”. Al centro della giornata alla quale hanno preso parte tra gli altri, Tommaso Pellegrino presidente del parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Maria Gabriella Alfano presidente riserva naturale foce Sele Tanagro e Giovanni Villani responsabile paesaggio soprintendenza Salerno, il connubio architettura delle chiese e palazzi e il paesaggio disegnato dall’agricoltore. “Città e campagna offrono cioè lo stesso spazio produttivo e hanno bisogno della stessa cura e dello stesso sguardo. Fanno parte della stessa cultura e godono di un legame solidale”, afferma Salvatore Settis nel suo manuale La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile. Le strutture nel Vallo di Diano non vengono prese cioè nella giusta considerazione, sono assolute e gli interventi non sembrano adeguati: su questo occorre lavorare e far capire invece quanto sia indispensabile intervenire in tempi rapidi. L’associazione degli architetti ha deciso così di promuovere tavoli tecnici e aperti al pubblico proprio all’ambito rurale, “Vogliamo capire come viene percepito il paesaggio dalla popolazione – continua Cocilova – fondamentale allora è recepire il messaggio per mantenere viva l’identità paesaggistica del comprensorio”. Non a caso la discussione è stata intavolata nella splendida e suggestiva Valle delle orchidee di Sassano perché qui l’anno scorso è stato già condotto il progetto di riqualifica dell’abbeveratoio e dell’antico lavatoio e, sembrava una naturale prosecuzione, scegliere lo stesso posto per un incontro che puntasse proprio sulla bellezza paesaggistica sempre più consapevole di se stessa. “Vogliamo sensibilizzare sull’importanza di riqualificare antiche strutture tanto care al territorio ma oggi in pericolo perché subiscono interventi non adeguati – termina Cocilova – non deturpiamo ciò che abbiamo ma lo mettiamo nella condizione di essere oggetto di nuove pianificazioni urbanistiche”. Esiste insomma la possibilità di inserirle in un nuovo piano di recupero che rispetta l’ambiente e i centri storici che giustamente non vogliono essere stravolti.
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