Da adesso in poi (con i figli) com’è che andrà?”. La sentenza della Corte Costituzionale che ha definito illegittime le norme che attribuiscono al figlio o alla figlia il cognome del padre in modo automatico ha destato notevole clamore.
I giudici hanno ritenuto la regola “discriminatoria” e “lesiva dell’identità del figlio” e hanno stabilito che, “nel solco del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, elemento fondamentale dell’identità personale”. La Consulta era stata chiamata a decidere su un procedimento avviato nel 2020 dinanzi al Tribunale di Lagonegro da una coppia di Lauria che voleva dare al figlio solo il cognome della madre, così che questo potesse condividere lo stesso cognome dei fratelli, ma la legge non lo consentiva. D’ora in poi un figlio assumerà il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico”. Comunque, toccherà al legislatore (cioè al Parlamento) definire alcuni aspetti in tempi brevi per evitare una jungla i cui ognuno si muova a piacimento. Soprattutto, bisognerà stabilire come procedere se uno dei due genitori ha già il doppio cognome.
Per le femministe “la decisione della Consulta ha spazzato via secoli di retaggi patriarcali che nel XXI secolo non hanno motivo mdi esistere”. Per la senatrice Paola Binetti, cattolica dell’Opus Dei, “la sentenza è il riconoscimento del diritto di tutti, bambini in primis, e la famiglia sarà più unita”. Diversa la posizione espressa dal leghista Simone Pillon e da altri parlamentari del Centro Destra che del doppio cognome non vogliono saperne, ritenendolo un colpo alla famiglia tradizionale. In attesa di capire l’atteggiamento ufficiale dei partiti vi proponiamo alcuni commenti, tra i più ironici, pubblicati sui social nel nostro territorio.
Il primo è stato postato sulla sua pagina Facebook dall’avvocato matrimonialista Laura Landi che ipotizza la seguente situazione: dopo tre generazioni un bambino potrebbe avere otto cognomi. Un esempio: Mario Rossi Esposito sposa Maria Bianchi Galdo. Dal loro matrimonio nasce Paola che prende il cognome di entrambi i genitori; quindi si chiamerà Paola Rossi Esposito Bianchi Galdo. Un giorno Paola sposerà Pasquale che di suo ha già quattro cognomi: Gialli Marinelli Florio De Luca. Dalla loro unione nasce Giovanni che avrà otto cognomi: Rossi Esposito Bianchi Galdo Gialli Marinelli Florio De Luca! Il risultato? Quando Giovanni Rossi (più gli altri sette cognomi che si porta dietro) sarà grande, invece che la carta d’identità si porterà in tasca l’elenco telefonico. Una considerazione: se si cambia l’ordine dei genitori (e questo è consentito) si crea un’altra identità. Ma cosa succede in caso di conflitto tra genitori: per dirimere la vexata quaestio, bisognerà rivolgersi al giudice. In questo caso suggeriamo di seguire l’invito del dottor Francesco Cardiello, segretario comunale, il quale sulla sua pagina Facebook ha scritto: “Si invitano i signori genitori a concordare l’ordine di attribuzione dei cognomi dei nuovi nati presso la propria abitazione e non all’interno della casa comunale, atteso che l’ente non dispone della necessaria forza pubblica per dirimere scontri e tafferugli”. Un modo elegante per dire: se proprio non riuscite a mettervi d’accordo a casa vostra e dovete andare dinanzi al giudice, andateci per la decisione e non dopo, magari per lesioni!
L’ultimo commento è del mio amico Renato Colucci il quale, sempre attento alla realtà che lo circonda, ha dato notizia del primo caso di rinuncia al doppio cognome, cosa peraltro consentita dalla legge: “Il figlio di Fausto Coglio e Rosa Nazzo rinuncia al doppio cognome”.
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