Da quando sono stati staccati i macchinari del piccolo Alfie Evans davanti all’entrata principale dell’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool c’è un cordone di poliziotti che vieta a chi sogna di dare una speranza a questo piccolo di entrare. La storia la conosciamo: l’Alta Corte inglese di Londra si è espressa con favore rispetto all’ipotesi che i medici stacchino la spina. Insistere con i trattamenti, hanno detto i giudici, sarebbe “disumano” e “scorretto”. Peccato però che la sentenza, come ovvio che sia, trovi il profondo disaccordo della giovane coppia di genitori stretta intorno al figlio che ancora sopravvive nonostante.
L’intervento di Papa Francesco.
Della vicenda si è occupato anche Papa Francesco che dopo aver accolto in un incontro privato il papà del piccolo ha chiesto che venga portato in Italia per provare ogni cura possibile. Ma anche questo non è servito. Oggi Alfie lotta e respira da solo, magari soprendendo anche i medici che non si aspettavano un tale scenario. Il piccolo, affetto da una rara malattia neurodegenerativa, secondo quanto dichiarato dal papà, non ha più bisogno di terapia intensiva: lunedì sera gli è stato staccato il ventilatore meccanico e da allora, tra alti e bassi, si è stabilizzato grazie all’ausilio di mascherine dell’ossigeno portate dall’esterno. “Alfie è sdraiato sul letto con un litro di ossigeno. Alcuni dicono che è un miracolo, non è un miracolo, è una diagnosi errata. Alfie vive, comodamente, felicemente, senza ventilazione, senza alcuna forma di ventilazione”.
Nuovo appello al Papa.
Ai microfoni di Tv2000 il giovane padre è apparso disperato, ma non rassegnato: «Chiedo al Papa di venire qui per rendersi conto di cosa sta accadendo. Venga a vedere come mio figlio è ostaggio di questo ospedale. È ingiusto quello che stiamo subendo. Grazie Italia. Vi amiamo”, ha detto il papà di Alfie, ricordando che il bambino è cittadino italiano grazie alla decisione del governo Gentiloni, ratificata due giorni fa. Il piccolo ha avuto la disponibilità di essere trasferito al Bambino Gesù di Roma.
Il paradosso adesso è facile ipotizzarlo. quelle guardie citate all’inizio si scanserebbero dinanzi al Papa e alla speranza di vita?