di Lucio Capo
70 milioni di euro per un intervento inutile e dannoso che modificherà per sempre la Costa da Salerno ad Agropoli. A questo scempio si oppone da sempre Legambiente, il Comune di Capaccio e il Prof. Franco Ortolani, ordinario di Geologia all’Università Federico II di Napoli. “Non possiamo permetterci di sprecare i 70 milioni di euro per realizzare uno scempio. Utilizziamo piuttosto questi soldi per ridisegnare la Fascia Costiera valorizzandone la bellezza, liberandola dagli abusi in modo da creare le basi di una vera e sana economia turistica responsabile”. “Un mare di milioni per un progetto espressione di una visione di gestione del territorio antiquata e non più proponibile, priva di sistematicità e di prospettive, in cui il patrimonio ecologico, quale il sistema dunale e la sua conservazione, per combattere naturalmente l’erosione della spiaggia, non viene proprio preso in considerazione. Queste le parole del Presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo, a cui si aggiungono quelle del delegato allo sviluppo e alla salvaguardia della fascia costiera del Comune di Capaccio , Maurizio Paolillo. “ Siamo sempre stati critici sul Grande progetto della Provincia. Non avendo nessuna rassicurazione scritta sulla reale efficacia dell’intervento (si parla di tamponamento dell’erosione e non di soluzione del fenomeno erosivo) né su chi pagherebbe in caso d’inefficacia, ma soprattutto dopo i risultati disastrosi di interventi analoghi, è necessaria una seria riflessione. Occorre tener presente che due terzi delle spiagge di Capaccio non solo non sono in erosione, ma addirittura in accrescimento, a tal proposito realizzare a mare barriere anti-erosione bloccherebbe l’accumulo di sabbia. Inoltre i tratti interessati da erosione non presentano né insediamenti abitativi né opere pubbliche. I fenomeni erosivi interessano solo cinque stabilimenti balneari, che sarebbe molto più semplice arretrare o de localizzare”. “ Per dare soluzione al problema – ribadisce il consigliere Paolillo – il Comune di Capaccio ha incaricato il Professore Franco Ortolani, massimo esperto nazionale su questo tema, al fine di acquisire una relazione tecnico-scientifica utile a noi tutti per affrontare al meglio la tematica dell’erosione che investe, oltre che aspetti naturalistici, anche risvolti legati all’economia turistica. Il Comune di Capaccio è stato sempre contrario al “Grande Progetto” della Provincia. Un’opera che a fronte di eventuali e scarsi benefici, comporterebbe conseguenze negative a breve e medio-lungo termine”. A confermare le considerazioni fin qui espresse ci confortano le tesi e le argomentazioni del Prof. Franco Ortolani che sottolinea, da sempre, le criticità legate al Grande Progetto “Interventi di difesa e rinascimento del litorale del Golfo di Salerno”, evidenziando le potenzialità della fascia costiera della Piana del Sele, come risorsa autoctona, bene comune, di grande valore ambientale e socio-economico da valorizzare, tra evoluzione naturale ed interessi antropici. Costruire opere rigide , pennelli e barriere artificiali a mare non c’è lo chiede l’Europa. Anzi la stessa Europa le reputa inadeguate. Hanno costi di manutenzione elevati, risultano poco efficaci nel contrasto all’erosione, hanno un forte impatto ambientale, compromettono la qualità delle acque di balneazione, provocano ristagni d’acqua pericolosissimi per i bambini e le bambine, contribuiscono alla proliferazione dell’Ostreopsis ovata (alga tossica). Invece d’impegnarsi strenuamente a sperperare soldi pubblici, che quest’opera si porta sul groppone come un fardello immorale inaccettabile, e, a condannare al sottosviluppo le aree interessate, bisognerebbe proporre soluzioni alternative che consentano di tenere insieme la tutela, la salvaguardia e la fruizione controllata di un ambiente marino-costiero di grande pregio e valenza ambientale. Per intervenire in habitat così delicati e fragili, bisognerebbe avere un approccio di tipo olistico, che tenga conto delle condizioni dei fiumi, della depurazione delle acque, dello stato e dell’utilizzo della pineta, del riordino urbanistico. 70 milioni di euro sono una grossa opportunità per il nostro territorio in un momento di forte crisi economica. Un’occasione che non va sprecata, con un’opera che porterebbe all’artificializzazione della nostra Costa, compromettendo la possibilità di fare sulle nostre spiagge un turismo di qualità. Oltretutto costruire barriere artificiali a mare non creerà nessun posto di lavoro in più, ma arricchirà solo i soliti noti, progettisti, politici, cavatori e trasportatori. Invece si potrebbe approfittare di questa ghiotta occasione per far “RINASCERE” uno dei tratti di Costa più belli d’Italia, che per colpa nostra è diventata terra di nessuno, dove il degrado ambientale e sociale la fanno da padrone. Tutti sono chiamati a sostenere una lotta a difesa del proprio mare e delle proprie spiagge, più siamo e più belli sembreremo. Far pressione affinchè i burocrati e i politici rivedano le loro posizioni,e, se questo non fosse sufficiente, aderire alle vie legali.