La carica dei 67 candidati per le ventinove poltrone dove siederanno i candidati che prevarranno alle prossime elezioni amministrative dei nostri comuni è un buon esercizio di democrazia. Lo sarà ancora di più se, oltre a candidarsi, gli aspiranti hanno anche un’idea dei bisogni delle loro comunità e, soprattutto, su cosa fare per indicare ai loro concittadini un percorso che li conduca nel futuro prossimo e remoto che li attende.
Soprattutto, la strada scelta deve essere condivisa e compresa dagli amministrati in quanto destinatari e artefici primi delle scelte. certo non ci si può aspettare di trovare l’unanimità dei consensi, ma almeno la maggioranza di essi. Questo potrebbe rendere meno impresentabili i tanti consiglieri e sindaci che, per fatti contingenti, si trovano a dover passare da un “fronte” all’altro delle varie “fazioni” che si scompongo e riformano soprattutto in base a tattiche elettorali per mantenere o riconquistare un posto al “sole”.
Soprattutto, la strada scelta deve essere condivisa e compresa dagli amministrati in quanto destinatari e artefici primi delle scelte. certo non ci si può aspettare di trovare l’unanimità dei consensi, ma almeno la maggioranza di essi. Questo potrebbe rendere meno impresentabili i tanti consiglieri e sindaci che, per fatti contingenti, si trovano a dover passare da un “fronte” all’altro delle varie “fazioni” che si scompongo e riformano soprattutto in base a tattiche elettorali per mantenere o riconquistare un posto al “sole”.
In fondo, nei nostri comuni è stato sempre così! Anche quando i partiti dominavano la scena politica in Italia e in molte parti delle regioni e nelle grandi città, da noi la ricerca del consenso era praticata con il metodo del piccolo cabotaggio di parte che si univano (e continua così) per interessi da difendere (molto spesso anche legittimi) o familistici …
Solo ad un gradino superiore delle forme partito, la classe dirigente si vestiva con la casacca del partito di riferimento e si “affiliavano” al cerchio magico dell’uomo partito che li inquadrava e li faceva “contare” ai piani alti delle aggegazioni politiche e li selzionava per gli incarichi o le candidature ai seggi di secondo livello e oltre. allora era l’unica strada per scalare il gradini del potere ed era possibile anche un controllo e una selezione per meriti e pesi (voti). Nei partiti non c’era una vera e propria vita sociale e le sezioni si aprivano solo in occasione di competizioni elettorali. Ie tessere venivano acquisite in blocchetti da 10 e quasi mai venivano staccate e distribuite se non addirittura compilate con nomi e cognomi.
Quindi poco è cambiato e poco cambierà, se non in alcuni casi eccezionali, rispetto alla formazione del consenso elettorale. Lo sforzo che i candidati dovrebbero compiere è nel ricercare all’interno delle aggregazioni (molte create all’ultimo minuto) persone che hanno idee e capacità progettuali che affrontino problemi e individuino percosi virtuosi per immaginare il futuro. Le liste codificate siano esse stesse incubatrici di proposte da sottoporre ai cittadini impegnandosi e impegnando a trovare risorse, realizzare le opere e, soprattutto, garantire la messa a reddito e la relativa manutenzione.
Uno per tutti, il problema del grande, oserei dire immenso patrimonio edilizio dei comuni delle aree interne. Esso è, allo stesso tempo, una grande opportunità e un immenso problema sociale-igienico-sanitario.
Non c’è più tempo da perdere in altre direzioni! Necessita prendere il “toro per le corna” e immaginare un grande progetto di recupero funzionale ai nuovi bisogni delle comunità delle aree interne. Le risorse ci sono, sono quelle messe a disposizione dai fondi europei 2014-2020 chechiedono porprio di essere utilizzati in grandi progetti. Nel nell’area parco sono due le aree interne individuate Vallo di Diano e Cilento interno. Ci si avvia alla formulazione di proposte che rispondano a determinati requisiti: generalità dell’intervento, invertire la tendenza al ddecremento demografico e dare una spinta alle piccole e medie imprese a risalire la china della crisi economica. è necessaria una regia che detti i tempi e faccia progredire, anche in modo asimmetrico, il progetto che, una volta partito, potrà generare risorse da investire per implementarlo. In tutto ciò, anche l’aspetto assistenziale alle persone anziane potrà inquadrarsi e rivalutarsi in una cornice eocnomicamente sostenibile a lungo termine.
Quante possibilità ci sono che un’idea come questa possa stimolare vecchi e nuovi sindaci