di Giuseppe Liuccio
La scolarizzazione di massa ed il conseguimento di un titolo di studio ha ingenerato in molti giovani la speranza, a volte addirittura la pretesa, di un impiego presso un qualsiasi ente pubblico o parapubblico:il “posto” è la meta ultima ed il miraggio di molti che frequentano le segreterie politiche, corteggiano, servili, deputati, senatori, consiglieri regionali, sindaci, presidenti di consorzi ed enti vari nella prolungata e, spesso, inutile illusione di realizzare il sogno;e, intanto, nell’attesa consumano mesi ed anni nell’ozio e nella frustrazione gravando sui già magri bilanci familiari. Si tratta di un esercito, quello dei disoccupati, psicologicamente fragile, economicamente ricattabile, possibile massa di manovra per qualsiasi avventura. E i falchi senza scrupoli pronti a puntare su una preda debole ed indifesa non mancano :. politici che assoldano galoppini elettorali, caporali che precettano manovalanza precaria, a basso costo per il lavoro nero,malavitosi che arruolano disperati per attività rischiose e compromettenti. E’ questo il risultato anche di una politica scolastica, priva della benché minima programmazione, che ha disseminato sul territorio cilentano licei classici e scientifici, istituti magistrali e tecnici senza una piano razionale ed ignorando del tutto o quasi il rapporto scuola/lavoro, scuola territorio:E’ ora di invertire radicalmente la tendenza e cambiare registro. E’ necessario, cari giovani, che ognuno di voi singolarmente preso e tutti insieme mettiate in discussione i titoli di studio e progetti di lavoro. Guardatevi intorno e scoprirete che il nostro territorio è un miniera di potenzialità inespresse e che, con un pizzico di fantasia e d un minimo di rischio, si possono percorrere strade avvincenti e stimolanti sul piano della creatività microimprenditoriale, gratificanti sul piano professionale e redditizie dal punto di vista economico. Sono innumerevoli le opzioni offerte dal settore agricolo: dall’agricoltura biologica, alla valorizzazione del sottobosco, dalla commercializzazione dei prodotti tradizionali alla sperimentazione di nuove colture, dall’impresa agrituristica al rilancio della dieta mediterranea con agganci ragionati alla cultura letteraria e al mito. Il percorso diventa più esaltante se ci avventuriamo nel mondo ricco e vario dell’artigianato, che testimonia creatività, fantasia, abilità nei miracoli della manualità dei nostri padri:Ferro battuto e legno, terracotta e e vetro, intrecciati e cordame, ricami e merletti sono campi avvincenti di ricerca storica da un lato e di riappropriazione e attualizzazione dei mestieri dall’altro. E non manca di interesse, nella sua prismatica valenza, il mondo della pesca, dalla cantieristica alle salagioni, dalle escursioni organizzate lungo la costa alla scoperta di grotte e cale,al pesca turismo, al censimento e valorizzazione della flora e fauna marina. Il turismo è un campo sconfinato, dove la possibilità di sperimentare “services” efficienti e professionalmente validi è enorme. Diecine di migliaia di turisti rischiano di morire di noia, segregati nei camping e negli alberghi o ammassati e nelle case private adibite a probabili, molto probabili, pensioni. Attendono solo lo stimolo di proposte intelligenti per popolare strade e sentieri alla scoperta di pagine della nostra storia testimoniate da chiese e castelli, conventi e palazzi, santuari e laure, piazze e reperti archeologici. E lo scrigno del nostro folclore è inesauribile fonte di spettacoli di intrattenimento e gli artisti della nostra terra offrono materiale abbondante per mostre, incontri culturali, concerti e recital. Il Parco è un contenitore dalle sorprese inesauribili con la ricchezza e la varietà della flora e della fauna,le specificità ambientali, i corsi d’acqua, i capricci della natura, dalle grave alle sculture naturali (straordinarie quelle dell’Antece), il carsismo e le vette innevate, per finire ai gioielli dei centri storici dei nostri minuscoli villaggi lindi ed essenziali nella loro struttura urbanistica:un campo sterminato per tutte le possibili varianti dell’ecoturismo e dell’ambiente come risorsa di cultura e di economia (trekking, senti eristica, erbe officinali, ippoturismo, cicloturismo, enoturismo, parchi didattici, ecc. Ed il discorso potrebbe continuare con le attività legate al mare: sport, moda, gastronomia. E la storia dell’emigrazione può offrire materiale per un Museo di caratura internazionale, tenuto conto che i cilentani sono sparsi in ogni continente. Ed il recupero della storia minuta della quotidianità può stimolare la creazione di un “Museo della memoria”. E mi fermo qui
Lo scrigno è ricco e prezioso, le possibilità di attingervi a piene mani di certo non mancano. I fondi regionali, nazionali ed europei cominciano a circolare per finanziare progetti finalizzati e credibili. Ci sono, quindi le condizioni per uno scatto di orgoglio, per una scommessa sulla vostra capacità di inventiva, cari giovani, e per un atto di coraggio per il rischio di impresa. E’ un percorso forse difficile, certamente nuovo, di sicuro avvincente, In fondo al quale può esserci un reticolo di attività feconde e fiorenti disseminate sul territorio, che potrà vedere voi giovani finalmente affrancati dal bisogno, protagonisti efficienti dello sviluppo e della crescita della nostra terra. Buon Lavoro!