Di Anig
Acqua: ok al minimo vitale gratis per tutti i cittadini
Garantiti fino a 50 litri al giorno gratis a persona anche ai morosi che non hanno pagato la bolletta. Anche chi non ha pagato la bolletta dell’acqua non rischierà mai più di restare “a secco”: ha infatti ottenuto il primo sì alla Camera il testo di legge che prevede un minimo vitale di acqua gratis per ogni italiano; insomma, saranno garantiti a tutti i cittadini 50 litri di acqua al giorno per i quali non bisognerà più pagare la società fornitrice. Il servizio sarà considerato completamente gratuito e fuori bolletta idrica in quanto considerato un servizio necessario per la sopravvivenza e fondamentale per la vita. Per chi è moroso con arretrati di pagamento, non dovrà temere l’interruzione della fornitura e potrà beneficiare dei 50 litri gratis, inoltre se presenta un Isee basso può dimostrare la situazione di morosità incolpevole. Il costo per l’acqua gratis, non sarà sostenuto dallo Stato, ma dai cittadini, da coloro che hanno redditi più alti: il costo, dei 50 litri di acqua gratis a cittadino verranno scaricati sulla tariffa applicata agli scaglioni più alti di consumo, questo per incentivare al risparmio delle risorse idriche. La bolletta dell’acqua sarà più trasparente. Oltre al dettaglio dei consumi, gli utenti potranno conoscere i dati sugli investimenti effettuati dai gestori, sui costi di depurazione sostenuti e anche sulle percentuali medie di perdite idriche nelle reti. A pagare, quindi, saranno i più fortunati. Novità anche sul fronte misurazione con la previsione di interventi per favorire la diffusione della telelettura in modalità condivisa da effettuare attraverso la rete elettrica, tramite l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, al fine di favorire il controllo dei consumi e la verifica del diritto all’erogazione del quantitativo minimo vitale. Nel testo viene previsto altresì, in materia di monitoraggio, anche l’obbligo in caso alle regioni di installare contatori per il consumo dell’acqua in ogni singola unità abitativa, nonché contatori differenziati per le attività produttive e del terziario esercitate nel contesto urbano.
Sanità: servizi di emergenza notturni a rischio?
Il nuovo atto di indirizzo per la medicina generale abolisce la guardia medica dalle 24 alle 8 dei giorni feriali, oltre che dalle 20 alle 8 il sabato e la domenica. Un atto che costringerà i pazienti a fare a meno del medico, obbligandoli a chiamare l’ambulanza per andare al pronto soccorso anche quando non sarebbe necessario il ricovero. Tutto ciò comporterà inevitabili ripercussioni sull’assistenza nelle ore notturne, sui servizi di emergenza, il 118 e il Pronto Soccorso, già spesso oberati dalle richieste di assistenza. Sarà penalizzata la qualità e la tempestività dell’assistenza, specialmente quella notturna, necessaria ai cittadini. Mettere in dubbio i tempi e la durata della guardia medica rappresenta un grave rischio per la salute dei pazienti, nonché per l’efficienza generale del sistema di soccorso. A ciò si aggiunge la beffa per i pazienti, che dovranno adeguarsi alle nuove regole. I cittadini sono addirittura invitati a “collaborare con i nuovi orari”: saranno cioè costretti a stare male solo nelle ore nelle quali sono in servizio i medici della guardia medica.
Canone d’Affitto: come compilare modello RLI?
Devo compilare il modulo Rli per la registrazione di un contratto d’affitto in cui ho diviso il canone (6mila euro) dalle spese condominiali (600 euro). Nella sezione I, alla voce importo del canone, cosa devo scrivere? (Andrea Tafi) I cosiddetti oneri accessori sono adempimenti ulteriori cui il conduttore è tenuto per legge, oltre al pagamento del canone (articolo 9 della legge 392/1978). Ai fini dell’applicazione dell’imposta di registro, la base imponibile per i contratti di locazione è costituita dall’ammontare del corrispettivo in denaro pattuito per l’intera durata del contratto (articolo 43, comma 1, del Dpr 131/1986). Gli oneri accessori al contratto di locazione, qualunque sia la natura degli stessi, non concorrono alla determinazione della base imponibile del contratto stesso per l’applicazione dell’imposta di registro (risoluzione 251167/1980). Sono infatti semplici movimenti finanziari (rimborsi) e non corrispettivi di prestazioni di servizi imponibili (circolare 9/E del 1992). Nel modello Rli, pertanto, andrà inserito l’importo del canone di locazione annuo, in cui non rientrano gli oneri accessori o, in caso di contratti di durata inferiore a un anno, l’importo relativo all’intera durata.
Canone RAI: proroga invio autocertificazione
Una proroga decisa dal Ministero allo Sviluppo Economico ed annunciata dal sottosegretario Antonello Giocomelli alla Camera in risposta ad alcune mozioni avanzate dai parlamentari. La prima rata del 2016 arriverà in luglio e conterrà anche le somme relative ai sei mesi precedenti, quindi in tutto si pagheranno 70 euro. Poi, si pagano 10 euro al mese fino a ottobre: il totale del Canone RAI 2016, come è noto, è pari a 100 euro. Dal 2017, si pagano 10 euro al mese a partire da gennaio. Chi non possiede un televisore non paga il canone ma deve effettuare specifica segnalazione all’Agenzia delle Entrate; nel caso in cui non lo faccia e per ipotesi paghi il canone (ad esempio, perché ha la bolletta domiciliata in banca e quindi l’istituto di credito effettua automaticamente il versamento), può chiedere un rimborso, presentando richiesta entro giugno dell’anno successivo. La dichiarazione di non possesso della televisione o di avvenuto pagamento da inviare entro il 15 maggio. Non più entro il 30 aprile per le comunicazioni con raccomandata a.r. e il 10 maggio per quelle online: tutte le autocertificazioni per non pagare il canone Rai relative al 2016, avranno, come termine massimo per l’invio, il 15 maggio prossimo. La dichiarazione avrà effetto per il canone dovuto per il semestre luglio-dicembre dello stesso anno. La dichiarazione presentata dal 1 luglio al 31 gennaio 2017 avrà effetto per l’intero canone dovuto per l’anno 2017. I termini per l’invio dell’autocertificazione sul canone Rai vanno rispettati “alla lettera”: difatti, in caso di mancato adempimento, il contribuente non avrà più la possibilità di dimostrare il contrario (ossia la non detenzione della tv) e, quindi, decadrà anche dal diritto di far ricorso al giudice nel caso di accertamento fiscale. La legge prevede espressamente che il possesso di un televisore si possa dedurre dalla semplice intestazione di un’utenza elettrica. Significa che tendenzialmente il canone RAI verrà addebitato automaticamente a tutti coloro che hanno un’utenza elettrica a meno che non facciano esplicita richiesta di esenzione.