Di L.R.
“Abbiamo scelto per la nostra rivista un nome non bello né elegante ma profondamente espressivo
che ci esonera pertanto da ogni preambolo o discorsetto di circostanza”, così Giulio Andreotti nel presentare la sua famosa rivista titolandola appunto Concretezza.
Ebbene è l’invito che faccio dopo aver sfogliato mensili, settimanali, numeri unici e tanti siti telematici che hanno per oggetto il Cilento, ne esaltano le qualità e ne enumerano le potenzialità.
Parco, dieta mediterranea, turismo, chilometro zero, agricoltura biologica … A volte sembra di leggere non inviti alla concretezza come tangibilità di cose realizzate, ma esattamente il contrario: astrattezza, inconsistenza, inefficacia, un’inconcludenza che diventa un continuo schiaffo al pratico realismo per omaggiare l’antico rito del pianto greco.
Una causa potrebbe essere riscontrata nella predisposizione alla contemplazione estetica senza coinvolgimento etico nel descrivere situazioni, elencare opportunità, proporre soluzioni. Alla fine questi sforzi risultano essere più una piacevole sensazione, utile per aver ragione di atavici disagi, facile compensazione alle umiliazioni patite. Senza precisi riscontri nella prassi tutto ciò ricorda l’eroe della satira rinascimentale francese che si contentava di mangiare pane e fumo!
Caro Direttore, perché non inauguri ad una sorta di album d’oro delle concrete realizzazioni con evidenti, positive ricadute sociali, un elenco di chi ha bene operato e continua a operare nel Cilento?
Potresti invitare i lettori a fornire delle motivate segnalazioni criticamente verificate da un gruppo di esperti disposti a collaborare gratuitamente. Ovviamente dal consesso terrai rigidamente lontani ed esclusi per statuto politici nazionali, regionali e provinciali, oltre agli amministratori locali. Infatti, con questa iniziativa si vorrebbe esaltare il sudore, il rischio, la buona volontà ed il senso civico, non l’abilità parolaia di chi, senza remore e pensando a lucrose prebende, reitera la promessa di asini volanti!
“Astrattezza, inconsistenza, inefficacia, inconcludenza che diventa un continuo schiaffo al pratico realismo per omaggiare l’antico rito del pianto greco”.