Di Bartolo Scandizzo
A differenza di Pio XI e Pio XII, Francesco non si gira dall’altra parte rispetto alla tragedia dei migranti in viaggio per tentare di tentare evadere dalla prigione delle guerre e della miseria, come fecero i suoi predecessori.
Così anche tutti noi non potremo accampare scuse di non sapere o di non aver visto la disperazione di donne, bambini e uomini intrappolati tra due confini senza poter avanzare né arretrare, come hanno tentato di fare molti nazzisti e fascisti del secolo scorso.
Non avremo neppure la consolazione di poter dire che noi stiamo peggio di loro, per cui abbiamo obblighi verso i nostri figli prima che verso lo straniero.
Francesco ci mette ogni giorno con le spalle al muro della nostra coscienza e ci richiama alla solidarietà umana prima ancora che a quella cristiana.
Eppure, non passa giorno che non leggiamo o ascoltiamo gente comune ed altri che hanno responsabilità di governo che inveiscono contro il popolo senza speranza perché minaccia la nostra civiltà e il nostro quieto vivere.
Noi con le spalle al muro della nostra coscienza e loro che vedono levarsi ogni giorno muri respingenti verso il baratro dove affogare anche la speranza.
Quale dei due muri crollerà per primo?
Chi avrà più forza nell’affermare il proprio primato tra la vita o la morte?
Quante armate ha il Papa per contrastare i carri armati dei nuovi egoismi e razzismi che avanzano e conquistano sempre più nuovi spazi nell’opinione pubblica europea e del Nord del mondo?
Quanti preti usano gli argomenti di Francesco nelle loro omelie per richiamare le coscienze dei fedeli a non tradire con i fatti le giaculatorie che ripetono a memoria?
Quanti sono i politici che governano in nome di una Costituzione, nata dalle ceneri della più grande tragedia umana che è stato l’Olocausto, disposti a metterci la faccia per non perdere l’anima?
Io penso che oggi in Italia, in Europa e nel mondo siano solo Papa Francesco, Sergio Mattarella, Matteo Renzi, Tshipras e Angela Merkel parlare un linguaggio chiaro e consapevole e rispettoso nei confronti del gigantesco problema di interi popoli in cammino verso un approdo.
Personalmente, sono orgoglioso di loro e sono felice che due sono Italiani.
Penso che anche la Commissione Europea stia dando segni inequivocabili he vanno nella direzione giusta di ridare un’anima al Vecchio Continente. Su quest’anima si potrà rifondare un comune sentire di popoli che hanno saputo imparare dagli errori commessi in passato.