Di Alberto Di Muria
L’incenso è una oleogommoresina che essuda, a seguito di incisioni, dai tronchi e dai rami di alberi del genere Boswellia. Dal punto di vista chimico, l’incenso è una miscela complessa costituita da un 60-85% di componente resinosa, da un 6-30% di gomme, e da un 5-9% di olio essenziale.
La frazione resinosa è costituita principalmente da triterpeni pentaciclici, detti acidi boswellici, che rappresentano la principale componente attiva della droga, e anche quella che varia maggiormente tra le diverse specie di Boswellia presenti in natura.
Nella medicina Ayurvedica l’incenso ottenuto da Boswellia serrata viene usato come antinfiammatorio, antiartritico e analgesico; nella Medicina Tradizionale Cinese, invece, si utilizza l’incenso ricavato da Boswellia sacra, per migliorare la circolazione sanguigna e alleviare il dolore.
In Occidente, l’uso dell’incenso è riservato soprattutto al trattamento di varie patologie infiammatorie croniche. Ad esempio, pazienti affetti da osteoartrite al ginocchio, trattati per 8 settimane con 300 mg tre volte al dì di una formulazione di estratto di Boswellia serrata, hanno riportato un significativo miglioramento, con diminuzione del dolore e aumento della flessibilità articolare.
Anche le malattie infiammatorie croniche intestinali, come il morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa, possono essere trattate con un estratto di Boswellia. A livello dermatologico estratti di Boswellia sono in grado di ridurre diverse tipologie di irritazione cutanea, come psoriasi e dermatiti eczematose.
Gli estratti di Boswellia non hanno mostrato effetti collaterali rilevanti.