di Veronica Gatta
Sarà inaugurato, il 22 aprile a Pertosa, nel cuore del Parco Nazionale Cilento, Vallo di Diano e Alburni, il primo “Museo del Suolo” italiano.
1.500 mq di esposizione coperta e molteplici percorsi naturalistici: dalla terra delle formiche, alla fauna che popola il sottosuolo, al mondo delle radici, ai diversi tipi di terreno, al mistero della creazione dell’humus, tra viaggi virtuali, installazioni di reperti e materiali naturali, fino alle collezioni vegetali.
La struttura, che sarà aperta al pubblico a partire dal 1 maggio ha pochissimi similari in Europa e nel mondo, propone un singolare itinerario di conoscenza dedicato alla terra, e più precisamente nei tre metri, fondamentali per la vita sul nostro pianeta, che dalla superficie si portano in basso. Nata per iniziativa della Fondazione MIdA (i musei integrati dell’ambiente) presieduta da Francescantonio D’Orilia, è stata finanziata dalla Regione Campania attraverso i fondi comunitari (P.O. Campania FESR 2007/2013 – Obiettivo Operativo 6.3) e si avvale del patrocinio morale e della collaborazione della Commissione Europea.
«Sono molto soddisfatto – dichiara nel suo intervento, Sebastiano Maffettone, consigliere per la Cultura della Regione Campania – di annunciare questa iniziativa. La maggior parte dei cittadini pensa che le istituzioni facciano le cose con scarsa attenzione, non è sempre così e la prova di questo è proprio il Museo che stiamo presentando oggi. Mi sembra bellissimo che con cifre relativamente basse si ottengano risultati sofisticati ed eccellenti come questo. E sono sicuro che in futuro si farà di più. I volani culturali aumentano il numero di visitatori in regione, e questo lo è. Ed è il momento anche di impegnarsi: bisogna essere virtuosi perché prima del 2020 i fondi europei disponibili saranno decurtati del 50 per cento. Quindi bisogna investire bene».
«Il Museo del Suolo – sottolineano Francescantonio D’Orilia e Mariana Amato, rispettivamente presidente e direttore scientifico della Fondazione MIdA – rappresenta la realizzazione di un progetto centrale nella visione e nella fisionomia dei Musei Integrati dell’Ambiente. Il suo obiettivo è svelare le molte dimensioni di una risorsa primaria che è fondamentale conoscere e tutelare, ponendo l’attenzione su un sistema che sostiene la vita del pianeta, interagisce con la fisionomia dei paesaggi, con le caratteristiche dei prodotti agricoli e con la storia dell’uomo».
Per Fabrizio Mangoni, professore di Urbanistica e ideatore degli exhibit museali, «nella progettazione e allestimento della struttura si è lavorato per restituire una unitarietà della conoscenza, superando le separatezze del sapere. Sotto i nostri piedi c’è una tumultuosa attività, chimica, fisica e biologica, da cui dipende il paesaggio che abitiamo, il cibo di cui ci nutriamo, la nostra stessa sopravvivenza sul pianeta. L’augurio è che il Museo del Suolo lasci un messaggio ai suoi visitatori, perché i loro passi siano consapevoli del mondo meraviglioso che c’è sotto, e che sostiene la nostra vita».
Un progetto di grande valenza scientifica e culturale, oltre che potente attrattore turistico, che ha avviato i suoi lavori nel 2015, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamò l’Anno internazionale dei suoli. Da allora, incessantemente, un team di scienziati, che ha riunito i maggiori esperti del settore, coadiuvati in questa impresa dall’intera comunità dei cittadini di Pertosa ed Auletta, rappresentati in conferenza stampa dai Sindaci Michele Caggiano e Pietro Pessolano, ha lavorato per la realizzazione di questo nuovo piccolo scrigno prezioso.
«Il suolo – sottolineano i pedologi Fabio Terribile e Antonio di Gennaro – estremamente importante per la vita, ospita migliaia di specie che mantengono e regolano i cicli dei nutrienti e il flusso energetico tra l’atmosfera, le acque sotterranee e la vegetazione».
«Un’esperienza affascinante, quella di realizzare un Museo interattivo in uno splendido scenario naturale, dove le tecnologie sono utilizzate in funzione del “racconto” museale», conclude Annamaria Capodanno, amministratrice della Knowledge for Business, l’azienda che ne ha coordinato la realizzazione.
La Fondazione MIdA completa così un percorso che offre agli studiosi ed ai visitatori un viaggio alla scoperta dei processi di formazione dei suoli, dei loro rapporti con gli ecosistemi, le comunità viventi ed i paesaggi, della interazione di lunga durata con le società umane.
Il Museo del Suolo si inserisce in un contesto che comprende le Grotte di Pertosa – Auletta, e il Museo Speleo-Archeologico (MIdA 01) dove viene riprodotto (ed aperto al pubblico dal prossimo 1 maggio 2016), a grandezza naturale, il duplice impianto palafitticolo protostorico scoperto nelle Grotte, il primo e unico in Europa ritrovato in ambiente sotterraneo.